lunedì 30 maggio 2011

Rivaleggendo notes

Parto nel primo pomeriggio. Prima mi fermo al seggio a votare perché qui è tempo di ballottaggi per la provincia. Mi ci vuole meno di un'ora per arrivare a Rivanazzano Terme, dove si tiene la seconda edizione di Rivaleggendo. Gianni Brera definiva la provincia di Pavia "la provincia a grappolo d'uva" e io lascio la pianura lomellina e le risaie, che di quel grappolo d'uva costituiscono la foglia, e arrivo verso le 15 e 30 nel primo Oltrepò, che di quel grappolo costituisce il triangolo degli acini. Parcheggio fortunosamente all'ombra, ché il sole di fine maggio picchia anche qui, anche se con meno indizi di afa. Giungo in pochi minuti alla piazza principale e mi avventuro nel Parco Brugnatelli, dove il bianco degli ombrelloni mi annuncia gli stand degli editori. Editori pavesi uniti a editori nazionali che pubblicano, a loro volta, autori pavesi. L'occhio mi va per un attimo sulle colline che, in lontananza, annunciano i prodromi appenninici di Varzi. Sono un uomo di pianura, ebbene sì, e ogni altura è per me fonte di fascino apparente e di promesse nascoste. Mi perdo tra gli stand che offrono libri affascinanti che a volte, purtroppo, non vengono considerati né dal mercantilismo interessato dei grandi editori né dal troppo distratto e autoreferenziale rumore di fondo del web. Incontro Paolo Pedrazzi che mi parla della copertina mio nuovo libro che esce con la sua casa editrice (ne riparleremo presto, tranquilli) ed Emilio Francioso, che di Rivaleggendo è l'anima e che conosco da un bel po' di anni.
E' l'ora dell'ennesima presentazione di Notte di nebbia in pianura. Un bravissimo Dimitri Domenichella (della Facoltà di Lettere dell'Università di Pavia) ha compreso tutto di questo mio romanzo; anche aspetti che, forse, erano oscuri perfino a me stesso. Tanto pubblico, attento e interessato.
Si è fatta l'ora di rientrare. Mi lascio alle spalle il verde promettente delle colline e ritorno al verde conosciuto delle risaie.

venerdì 27 maggio 2011

"Notte di nebbia in pianura" a Rivaleggendo

Domenica 29 Maggio, alle ore 17.15, sarò a Rivanazzano Terme (PV), a Rivaleggendo (Fiera del libro del territorio pavese), vetrina che vede presenti gli editori della Provincia di Pavia e gli editori nazionali che pubblicano autori residenti in quella provincia. Presso la Sala manifestazioni della biblioteca, dialogherò con Dimitri Domenichella, della Facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Pavia. Parleremo di Notte di nebbia in pianura, libro edito da Manni, che ho pubblicato qualche tempo fa e che, negli anni, ha ricevuto moltissime recensioni positive (tra le tante: Giorgio LuzziSatisfiction, Letture, Critica Letteraria, il Paradiso degli Orchi, Milano Nera, BookAvenue, Lankelot, Claudio Morandini, House of Books, La Stanza dei Libri, tanto per citarne solo alcune).
Rivaleggendo è anche un blog, dove si parla del futuro dell'editoria, con un particolare riguardo all'editoria digitale e all'ebook. Potete trovarci anche un mio commento dove ho dato conto di quello che pensano, a proposito dell'ebook, gli addetti ai lavori che ho intervistato in questi anni.
E poi? E poi c'è anche un risvolto molto pynchoniano. Potrebbe, nel corso della presentazione, apparire improvvisamente un mio nuovo libro, pubblicato appositamente in coincidenza con l'evento in questione. Libro che vedrà in seguito il lancio vero e proprio. Ma non vi dico più nulla, altrimenti, che atmosfera pynchoniana sarebbe? 
Il 31 Maggio, invece, andrò a registrare la mia partecipazione al "salotto letterario" di una web tv. Ma ho detto anche troppo. Stay tuned!

giovedì 26 maggio 2011

Letterature incendiarie

QUANDO IL ROMANZO SI TINGE DI CRONACA
LETTERATURE INCENDIARIE
tre giorni di incontri con gli autori

C'è una narrativa che incendia gli animi, che brucia con il sangue e con il sudore della fronte. Ci sono libri che non solo intrattengono e appassionano, ma che sanno riflettere sul presente, analizzandone i difetti, prendendone in esame le potenzialità. Le narrazioni incendiarie sono pericolose, perché il loro scopo è spingere a pensare a questa società in cui viviamo, in tutte le sue forme e in tutte le sue coniugazioni: i grandi temi dell'attualità riletti in tre serate da nove autori, con letture di brani dai loro romanzi, per comprendere un po' meglio, sfruttando la quotidianità della cronaca, il potere del lettore e il dovere dello scrittore.


Mercoledì 15 giugno, ore 21.00
Elisabetta BUCCIARELLI
Patrick FOGLI
Francesca GENTI

Giovedì 16 giugno, ore 21.00
Valter BINAGHI
Deborah GAMBETTA
Gianni MIRAGLIA

Venerdì 17 giugno, ore 21.00
Giuseppe CATOZZELLA
Martino FERRO
Piersandro PALLAVICINI

Moderano le serate: Matteo Di Giulio e Laura Iotti

Ingresso libero con tessera ARCI

(circolo ARCI) La Scighera - Milano - via Candiani 131
www.lascighera.org - tel./fax. 02 39480616


 Gli autori

» Valter Binaghi si è occupato di controcultura e movimenti giovanili come redattore della rivista “Re Nudo”. Ha curato per Arcana alcuni volumi dedicati alla musica pop e rock. Ha scritto diversi romanzi, tra cui: Robinia BluesI tre giorni all’inferno di Enrico Bonetti, cronista padanoDevoti a BabeleUcciderò Mefisto e La Sposa Nera.

» Elisabetta Bucciarelli ha scritto per il teatro, la televisione e il cinema. Tra i suoi romanzi: Dalla parte del tortoIo ti perdono (vincitore del Premio Fedeli), Ti voglio credere (vincitore del Premio Scerbanenco) e Corpi di scarto. Collabora con la Rai e si occupa di approfondimento culturale per “Booksweb.tv”.

» Giuseppe Catozzella ha pubblicato Espianti per Transeuropa. Collabora con “L’espresso” ed è tra i curatori di “Milanomafia”. Nel 2010 ha vinto il premio Gavinelli, assegnato dall’Ordine dei Giornalisti. Con Rizzoli ha appena pubblicato il romanzo Alveare.

» Martino Ferro come sceneggiatore e autore ha lavorato per il cinema, il teatro, la radio e la televisione. Il primo che sorride è il suo primo romanzo, e ha vinto il Premio Calvino 2005 per opere inedite di narrativa. Nel 2010 ha pubblicato per Einaudi La ventunesima donna.

» Patrick Fogli è considerato dalla critica uno degli scrittori più interessanti della narrativa italiana di oggi. Lentamente prima di morire è il suo primo romanzo; per Piemme ha pubblicato anche L’ultima estate di innocenzaIl tempo infranto e, con Ferruccio Pinotti, Non voglio il silenzio. È direttore artistico di “Duemiladieci”.

» Deborah Gambetta ha esordito con Viaggio di maturità, cui è seguito La colpa. Ha partecipato a due antologie di racconti: Patrie impure e Ragazze che dovresti conoscere. Ha pubblicato per Einaudi il romanzo Il silenzio che viene alla fine e per Edizioni Ambiente È tutto a posto.

» Francesca Genti ha pubblicato diverse raccolte di poesia e il libro di racconti Il cuore delle stelle, aggiornatissimo catalogo dei maghi. Del 2011 è il romanzo La Febbre. Realizza lavori di arte visiva e libri d’artista. Collabora in qualità di paroliera con vari gruppi musicali e conduce laboratori di lettura attiva dei Tarocchi.

» Gianni Miraglia è originario di Genova ma vive a Milano. Il suo primo romanzo, Six Pack, è diventato un vero e proprio libro di culto. Collabora regolarmente con varie riviste tra cui “GQ” e “Rolling Stones”. Il suo ultimo romanzo è Muori Milano muori!.

» Piersandro Pallavicini ha pubblicato i romanzi Il mostro di VigevanoMadre nostra che sarai nei cieliAtomico Dandy. Nel romanzo African Inferno ha trattato il tema dell’immigrazione. Per le Edizioni dell’Arco cura una collana di autori italiani che scrivono d’Africa. Il suo ultimo romanzo è A braccia aperte.


LETTERATURE INCENDIARIE
una rassegna che vuole presentare al pubblico alcuni dei nomi più stimolanti della narrativa italiana di oggi: scrittori affermati ed emergenti riuniti sul palco della Scighera per parlare di romanzi e del nostro presente

Ingresso libero con tessera ARCI

(circolo ARCI) La Scighera - Milano - via Candiani 131
www.lascighera.org - tel./fax. 02 39480616

martedì 24 maggio 2011

Felici e sfruttati. Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro, di Carlo Formenti (Egea)

Ci sono sguardi che, per nostra fortuna, hanno la rara capacità di penetrare la luminosità artefatta di una luce accecante, permettendoci così di comprendere che, al di là di essa, non c’è altro che il buio più profondo. Felici e sfruttati...sì, siamo tutti felici e sfruttati. Prigionieri del rutilante mondo della Rete, che, come il pifferaio di Hamelin, ci lusinga e attrae con il suo suono, siamo convinti di essere protagonisti di un’eterna produzione di contenuti e di condivisioni. Siamo convinti di apparire come autori di un’infinita narrazione che ci illude di esserne gli artefici principali, mentre non siamo altro che marionette i cui fili sono mossi dalle sapienti mani delle major di internet, che ci usano (noi) per produrre traffico e incassare (loro) guadagni altissimi, dopo aver trasformato internet in un luogo di social network chiusi, che fanno strame della nostra privacy, e motori di ricerca monopolistici. Come significativamente scrive l'Autore: Google esalta l’ideologia dei contenuti self generated e aizza l’odio del popolo della rete nei confronti dei professionisti dell’informazione, perché questi sentimenti fanno sì che gli utenti contino sempre di più sui suoi servizi, nell’illusione di rendersi autonomi dal potere delle élite intellettuali, mentre in questo modo finiscono al contrario per dipendere da un’unica fonte di conoscenza, una conoscenza embedded nella tecnica che li trasforma in una disciplinata massa di soldatini che alimentano il core business della società di Mountain View.
Dall’alba dell’umanità la ricchezza dei pochi è stata creata dallo sfruttamento dei molti. Ma è la prima volta che questi molti accorrono entusiasti, offrendo gratuitamente la loro forza lavoro, ricevendone in cambio, tutt’al più, una veloce menzione nei titoli di coda di questo film, nel quale rivestiamo soltanto il ruolo di comparse.
L’analisi di Carlo Formenti ha il pregio di analizzare questo stato di cose, cercando di farci prendere coscienza (sì, proprio a noi che scriviamo e leggiamo e condividiamo sulla Rete) che quello che facciamo sul web, i contenuti che produciamo, richiedono tempo e creatività e, di conseguenza, vanno considerati ben più di un semplice passatempo. Inoltre, anche se di semplice passatempo si trattasse, dovremmo tutti essere ben consci che i nostri risultati vanno a rimpinguare le casse delle società che controllano i motori di ricerca e che si arricchiscono dandoci in cambio soltanto un fugacissimo protagonismo. Ma il problema non è solo quello; non sono certo i famosi "quindici minuti di popolarità" di warholiana memoria. Se qualcuno ritiene di farlo come divertimento, hobby, passione partecipativa o condivisione di interessi comuni, ben venga. Tuttavia la Rete è diventata anche un luogo dove, in base ad una serie di mutazioni epocali che hanno riguardato la struttura stessa del mondo del lavoro, si esercitano (o si è costretti a esercitarle, a causa della sbornia propagandistica della new economy) ormai anche attività lavorative che fanno riferimento alla creatività in tutte le sue forme. Ed ecco dove si individua il punto debole di tutta la struttura del rapporto fra internet e i gli utenti del web. Il lavoro creativo sulla Rete è sostanzialmente sottopagato (nella migliore delle ipotesi), oppure è la Rete stessa che diviene vetrina virtuale dove mettersi in mostra per far vedere cosa si è capaci di fare, nell'attesa (che raramente si concretizza) che qualcuno ci noti. Un po’ come i braccianti di un romanzo verista, che vanno la mattina presto sulla piazza del paese, aspettando che il "caporale" li valuti, tastandone la forza dei muscoli. Ma questa vetrina si trasforma presto in un’attesa eterna con in più il corollario forzoso della continua produzione di contenuti, alla quale sono costretti coloro che aspettano una chiamata, obbligati a questa estenuante produzione gratuita per non perdere visibilità nel virtuale mercato del lavoro che somiglia ad un reale mercato delle vacche. Produzione di contenuti che, intanto, va comunque ad arricchire (di contenuti e di soldi) le major internettiane che questi contenuti veicolano ottenendone ricavi miliardari. Formenti straccia il telo fintamente damascato che copre una vera e propria campagna propagandistica, con i suoi araldi e i suoi guru che, da posizioni libertarie sono passati a quella che l’Autore definisce posizione anarco-capitalista, dove una finta libertà sbandierata ai quattro venti ha l'unica funzione di rappresentare la foglia di fico ideologica che copre l'arricchimento senza controllo dei pochi ai danni dei molti. Una campagna che prende le mosse da lontano e che ha saputo creare un vero e proprio consenso di massa, trasformando il concetto di libertà della Rete in strumento destinato prima a distruggere le dinamiche del rapporto impresa/lavoratori e poi a creare masse di sfruttati, diventati strumento inconsapevole del loro stesso sfruttamento.
Tempo fa, scrivendo di World Wide We, mi sembrava, proprio alla fine della recensione, che un problema, comune a tutti noi che siamo immersi nel web 2.0,  rimanesse comunque irrisolto: ed era quello di capire da quale parte dell'interfaccia ci trovassimo. Leggendo questo saggio di Carlo Formenti ho finalmente compreso da quale parte ci troviamo: da quella sbagliata.
Un libro.
Felici e sfruttati. Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro, di Carlo Formenti, (Egea).

giovedì 19 maggio 2011

Copertine e dediche al 4° raduno nazionale di aNobii

Dal 13 al 15 maggio si è tenuto a Venezia il 4° raduno nazionale di aNobii. Molti autori che condividono le loro esperienze di lettura su questo particolare social network, hanno inviato le loro opere munite di dedica. Naturalmente le dediche dovevano essere in qualche modo riferite allo spirito anobiano che ha pervaso questo meeting. 
Ecco gli autori e le loro opere:

01 - La morale di Pietra - Monica Caira Monticelli
02 - Nessun rimorso - Melita Vicini Mantero
03 - L'amore costa caro - Quintin Contreras
04 - Le nuvole non chiedono permesso - Tito Barbini
05 - Caduti dal muro - Tito Barbini
06 - Antartide - Tito Barbini
07 - I giorni del riso e della pioggia - Tito Barbini
08 - Lisa Verdi e il ciondolo elfico - M.P.Black
09 – Le pietre della vita – Enrico Matteazzi
10 – La signora del caviale – Michele Marziani
11 – Montecuccoli 1937-38 – Carla Casazza
12 – Scritto sull’acqua – Carla Casazza
13 – Marlowe ti amo – Frank Spada
14 – Dimmi chi sei, Marlowe – Frank Spada
15 – Fammi ridere – Leila Mascano Tadino
16 – Come la pioggia – Andrea Bonvicini
17 – Le faremo sapere – Massimo Famularo
18 – Anche gli uomini fanno coccodé - Chiara Moltoni
19 – Odio amare – Silvia Scibilia
20 – La gabbia criminale – Alessandro Bastasi
21 – Cassonetti – Gianluca Antoni
22 – Mai più senza rossetto – Amanda Gris
23 – The Big – Alessio Pracanica
24 – Dire fare l’amore – Inachis Io
25 – Scatole cinesi – Monica Lombardi
26 – La condanna dei tre capitoli – Alberto Frappa
27 - Notte di nebbia in pianura - Angelo Ricci
28 - Anime impure - Cristiano Signorino
29 – Un senso alle cose – Paolo Scatarzi e Marco Valenti
30 – Cometa e bugie – Marco Valenti
31 - Go Green - Diego Masi
32 - Buzz Marketing - Dario Caiazzo, Andrea Colaianni, Andrea Febbraio, Umberto Lisiero
33 - Un peso sul petto - Vittoria A.
34 - Balordi - Michele Andreis
35 - Vicolo cieco - Michele Andreis
36 - Demetrio dai capelli verdi - Marco Mazzanti
37 - Le sirene di Rotterdam - Stefano Amato
38 - il leone di Lissa - Alessandro Marzo Magno
39 - Il pescatore e altre oziose storie - Cecilia Deni
40 - Nessuno a cui parlare - Cecilia Deni
41 - La centoventotto rossa - Elena Marinelli
42 - Il Quaderno degli Orti Veneziani - Elisabetta Tiveron
43 - Mattamatica! - Piero Bellini

Ed ecco le copertine e le dediche:

Copertine e Dediche


martedì 17 maggio 2011

Che fine faranno i libri?, di Francesco M. Cataluccio (nottetempo)

Ho qui accanto a me il "nemico". Una scatoletta grande come un libretto tascabile, inaspettatamente leggera, del colore incerto di un’alba invernale. È un oggetto piuttosto elegante e sottile: appena 9 millimetri di spessore. Le sue dimensioni sono 20x12 centimetri. Lo schermo è grande 6 pollici con risoluzione 600x800 a 16 toni di grigio. In pratica la stessa luminosità della carta.
Così esordisce Francesco M. Cataluccio, ex direttore della Bruno Mondadori e della Bollati Boringhieri, in questo agile libretto della collana "gransassi" della nottetempo, che ricorda, nelle dimensioni, gli eroici Millelire editi da Stampa Alternativa di Marcello Baraghini.
Che fine faranno i libri? è un utile baedeker per chiunque voglia, almeno per un attimo, soffermarsi a leggere una seria analisi che fa il punto della situazione sullo stato dell'arte nel campo dell'editoria digitale prossima ventura. Da tempo tiene banco nella Rete la discussione intorno alla querelle libro cartaceo/libro digitale. Gli interventi, le opinioni, le prese di posizione, le analisi si rincorrono e si affastellano, sedimentandosi sui fondali del mare infinito di internet. Cataluccio ci fornisce una bussola, agile ed esaustiva, da utilizzare nel tentativo di orientarci almeno un poco in questa ridondanza di pareri a volte disinteressati e a volte meno. In poche, ma pregnanti, pagine l’Autore ci espone quelle che potranno essere le mutazioni, forse epocali, che riguarderanno il ruolo dei protagonisti del mondo editoriale: editori, autori, traduttori, redattori, grafici, stampatori, promotori, distributori, uffici stampa, librerie. Che fine faranno i libri? è un piccolo saggio, utile e venato da una sottile malinconia (quasi struggente il ricordo del padre, grande appassionato di libri, che l'Autore evoca nella parte conclusiva). 
Le cose cambiano. L'ebook e l'editoria digitale sono ormai una realtà, anche se per il momento minoritaria. È più che mai necessario comprenderla per adattarsi al meglio, magari con l'ausilio di un libro di carta. Come questo.
Un libro.
Che fine faranno i libri?, di Francesco M. Cataluccio (nottetempo).

domenica 15 maggio 2011

Appena qualche riflessione sul Salone del Libro

Sono ventiquattro le volte che vado al Salone del Libro di Torino. La prima è stata nel 1988. Non ricordo nemmeno più come avevo fatto ad averne notizia. Senz'altro da qualche settimanale o quotidiano (allora ci si informava per via cartacea, sapete com'è). Ci andavo in religioso pellegrinaggio e lo giravo tutto, riempiendomi gli occhi di copertine e la borsa di cataloghi.
Oggi quella faticaccia non la faccio più. Non mi va più. Mi limito ad alcune incursioni random, soprattutto negli stand più defilati, dove trovo le cose più interessanti. Evito le presentazioni, le grandi case editrici, gli eventi. Forse sbaglio, non lo so. Ma le cose cambiano. Devono cambiare. E' così che funziona. E' così che va.
Ieri ho compiuto la mia visita annuale a questa kermesse. File alle biglietterie, tanta gente, editori, scrittori, libri.
Vado quasi a sbattere contro Marino Magliani. Ci salutiamo calorosamente, scambiamo quattro chiacchiere e poi se ne va a presenziare ad un incontro sugli scrittori liguri. La Liguria è la sua terra e la trovi sempre nelle sue parole, nelle sue storie. Allo stand della Manni ci passo sempre. Con Anna Grazia D'Oria si parla di libri, di letture, di voglia di andare sempre avanti, avanti comunque...a fare libri, a parlare di libri. Agnese Manni è come sempre indaffaratissima. Un veloce saluto...ci sentiamo poi, via mail.
Vado solamente ad un incontro. Quello con Pippo Delbono che presenta il suo libro: Dopo la battaglia. Scritti poetico-politici, a cura di Barbès Editore. E poi, l'avevo promesso, passo dallo stand di aìsara, a salutare Arturo Robertazzi che mi parla del suo Zagreb. E ne viene fuori anche un'intervista che leggerete sempre su questo blog.
E' ora di andare. Alessandro Barbero e la responsabile dell'ufficio stampa della Salerno Editrice mi illustrano un bel progetto. E anche di questo se ne parlerà su questo blog.
Prima di uscire vado da Massimiliano Santarossa. Mi chiede come va e gli rispondo "abbastanza bene". "Beh, di questi tempi, dire che va abbastanza bene è già molto", mi risponde. Mi parla del suo prossimo romanzo che esce a ottobre sempre per Dalai Editore e mi racconta di suo figlio e si capisce che è più importante di tutti i romanzi di questo mondo.
Ma è proprio ora di andare via. E' così che funziona. E' così che va.

venerdì 13 maggio 2011

DonaBol - Leggere non ha mai fatto così bene

Ricevo questo comunicato stampa che porto all'attenzione dei lettori del blog.

In occasione del XXIV Salone Internazionale del Libro di Torino, Bol.it lancerà l’iniziativaDonaBol – I libri donati dalla Rete.
DonaBol è un’iniziativa a scopo benefico, il cui esito consisterà nella donazione da parte di Bol.it di 4.800 libri a 4 scuole di Milano, Napoli, Palermo e Torino (individuate grazie alla collaborazione della più grande rete italiani di imprese italiane, il Consorzio CGM).  Per scegliere questa “biblioteca ideale” Bol.it ha pensato di chiedere aiuto alla rete.

Per partecipare basterà recarsi fisicamente presso lo stand di Bol.it al Salone del Libro di Torino (padiglione 2, stand H126-J125) oppure collegarsi a www.salone.bol.it da dove sarà possibile accedere alla pagina dedicata a Donabol, registrarsi e scegliere i cinque titoli che ognuno ritiene essere i più importanti della propria vita.

Una volta chiusa la raccolta dei titoli, i libri più votati entreranno tra quelli da destinare alle scuole: Bol.it li sottoporrà ai dirigenti didattici degli istituti prescelti, che valuteranno la loro affinità con i programmi scolastici e le esigenze degli istituti.

Ci piacerebbe che partecipassi anche tu pubblicando la tua lista su www.salone.bol.it ed invitando i tuoi lettori a fare lo stesso.

Per i primi che ce ne faranno richiesta abbiamo alcuni ingressi omaggio al Salone del Libro e buoni sconto per acquisti su Bol.it da mettere a disposizione dei tuoi lettori.

mercoledì 11 maggio 2011

Zagreb, di Arturo Robertazzi (aìsara)

Ci sono luoghi, paesi, nazioni che, per quanto vi è accaduto, sono destinati ad assurgere a vero e proprio paradigma del Male. Il Male con la emme maiuscola. Quel Male apparentemente demoniaco ma che, a guardare più da vicino, alligna nell’animo di ogni essere umano. Arturo Robertazzi decide di raccontarci una storia. Una storia che ha per sfondo il cupo e crudele paesaggio della guerra che, nei primi anni Novanta, travolse la ex Jugoslavia, precipitando la blindata tranquillità dell’appena tramontata Cortina di Ferro, in un orribile universo dalle fattezze bruegeliane, degno delle efferatezze e atrocità della seicentesca Guerra dei Trent’anni.
Con un linguaggio sorvegliato e solo apparentemente lieve, l’Autore usa la parola come strumento per far risaltare il conflitto tra la convenzionalità della vita quotidiana e il suo improvviso trasfigurarsi in sequenza infinita di orrori. L’utilizzo sapientemente misurato della tecnica del flashback ci consente di comprendere ancora di più questo terribile confronto.
Non esiste alcun eroismo nei personaggi di questa vicenda che si snoda nell’arco di una settimana. Non esiste alcuna pietà, né tantomeno alcuna consapevolezza. È come se ognuno di loro fosse pronto da tempo ad assumere le sembianze del carnefice o del perseguitato, senza possibilità alcuna di fuga dal proprio ruolo. Uomini e donne, tragici burattini nella mani di un destino fatto di morte. Ed è esattamente questa la sensazione che proviamo ogni volta che, distrattamente, abbiamo notizia delle varie guerre e dei vari massacri che, da sempre, rappresentano le escrescenze tumorali della nostra presunta civiltà. Arturo Robertazzi ci costringe a fare i conti con questa realtà. Con questa realtà dove ogni essere umano potrebbe improvvisamente trasformarsi, senza nemmeno averne la minima cognizione o il minimo sentore, in spietato aguzzino o in vittima predestinata. E potrebbe anche essere quella stessa realtà dove conduciamo le nostre tranquille vite, in questo preciso istante. È la banalità del Male di cui scriveva Hannah Arendt. Robertazzi ha avuto il coraggio di guardare nell'abisso. Per noi. Per tutti noi.
Un libro.
Zagreb, di Arturo Robertazzi (aìsara).

lunedì 9 maggio 2011

Don DeLillo covers

Don DeLillo è un voyeur della nostra contemporaneità. In molte delle sue opere troviamo spesso descrizioni di installazioni o performances artistiche che, come silenziosi monoliti, fanno da sfondo agli avvenimenti; immobile e muta scenografia, quasi accusatoria. Alcune sue dichiarazioni, tratte da Conversations with Don DeLillo (University Press of Mississippi, 2005) chiariscono questa sua posizione:

-Non sono uno scrittore che percepisce i media, il mondo delle immagini, come nemico. Non mi metto in competizione con l’immagine. Adoro il cinema, la fotografia, la pittura, anche la pubblicità – che sono forme d’arte.
-La forma in cui vivo in questa società determina la forma in cui io scrivo, la forma dei miei testi.
-Noi scrittori preveniamo il movimento delle immagini.

Noma Bar è una graphic designer nata in Israele nel 1973. Ha creato (per l'editore Usa Picador) queste nuove copertine per alcuni dei romanzi di DeLillo. Copertine che, nella loro essenzialità, rendono, con pochi tratti, tutta la poetica dello scrittore americano.




mercoledì 4 maggio 2011

Intervistato da BookAvenue

Carla Casazza mi ha intervistato per BookAvenue e ha recensito il mio primo romanzo. 
Recensione e intervista le trovate qui
BookAvenue é il social web che parla di libri. Un sito interessante, creato da persone unite dalla comune passione per i libri e la lettura. A questo proposito cito poche, ma significative, frasi tratte dal loro "manifesto":
A nessuno di noi, a nessuna delle persone che lavorano, discutono, leggono, propongono, si incontrano in libreria e, speriamo anche, in questo sito, piacciono molto i proclami o le sonore dichiarazioni di intenti che accompagnano di solito la nascita di un nuovo progetto, come appunto è  Bookavenue. Eppure ci dicono che l'inizio di questa attività ulteriore, non può non avere un editoriale che esponga linee, punti di partenza, reti ideologiche, direzioni: in ogni caso queste righe non affronteranno nulla di tutto questo se non nel modo più modestamente descrittivo che ci riesca (con buona pace degli altri, che parlano e indicano strade di cui non bisogna perdere l'indirizzo).
Nel senso di vuoto intorno al quale ci capita di incrociare il quotidiano andirivieni delle domande e delle risposte, questo sito è nato come gesto insieme di sottrazione e testimonianza di altro: nella libertà di raccontarci quello che il mercato editoriale ci propone. Rendere, cioè, coerente l'accostamento di testi pure molto diversi tra loro rispetto a stili, forme di linguaggio e territori geografici di provenienza, con un esile filo che tenga insieme il sentimento del mondo che li anima e che di rimbalzo, a quanti li leggono,  di proporveli.
Questa piccolissima comunità che nasce vi segnalerà i libri che sceglieremo, tra novità e non, secondo l'unica guida del gusto, del piacere che, pensiamo, potremmo trarre come lettori. E che come lettori trasmetteremo quel silenzioso tam tam che determina, a volte, il successo di una pubblicazione e pensiamo di poter contribuire a questo tam tam, con l'aiuto di quanti vorranno segnalarci il libro, vecchio o nuovo, che ha animanto le giornate di ognuno.
Che altro dire? Grazie a BookAvenue e buone letture!

martedì 3 maggio 2011

La stanza dello Scrittore

“La stanza dello Scrittore”
Un progetto fotografico di Edoardo Hahn
Inaugurazione giovedì 5 maggio alle ore 19,00
In esposizione fino al 15 maggio

CIRCOLO DEI LETTORI
Palazzo Graneri della Roccia
Via Bogino, 9 - 10123 TORINO - ITALY
Tel:++39 011 4326827



Saranno le prestigiose sale del Circolo dei Lettori di Torino ad ospitare la mostra del fotografo Edoardo Hahn dedicata alle stanze degli scrittori.
Undici scrittori italiani contemporanei sono stati coinvolti nel progetto di realizzare una mostra che indaga il luogo dove gli autori pensano, scrivono, immaginano, rappresentando l’ambiente fisico dove questo avviene: ossia le stanze deputate alla scrittura.
In questi 11 scatti il fotografo s’interroga sul rapporto tra ambiente e creatività.
Tutte le immagini sono accompagnate da una citazione espressamente scelta, dagli scrittori interessati. Nasce così un dialogo tra la parola scritta, foriera d’immagini, e l’immagine fotografica, dando vita ad un connubio inedito fatto di interdipendenze e richiami che conducono a un significato altro, capace di inserirsi tra le suggestioni che suscita la lettura e le immagini che realmente percepiamo.
Hahn lavora su una fotografia intima e realista, capace di cogliere angoli segreti nella psicologia degli spazi. Scattando nelle stanze di undici scrittori – Andrea Bajani, Luca Bianchini, Marco Bosonetto, Gian Luca Favetto, Lia Levi, Valerio Magrelli, Laura Pariani, Alessandro Perissinotto, Luca Ragagnin, Enrico Remmert, Walter Siti – racconta i luoghi dove nascono i libri.

Il fotografo
Edoardo Hahn è nato nel 1962 a Torino. Vive e lavora a Milano. Fotografo freelance dal 2001, ha esposto sia in ambito nazionale che internazionale. La sua ricerca si concentra sullo studio dell'ambiente che ci circonda nella sua complessità e contraddittorietà.


Ingresso libero
Ufficio Stampa mostra: Ed-Way, edmondo.b@tiscali.it ; 3476908968