giovedì 29 settembre 2011

La strada degli orti

Ma non è quella che tutti conosciamo a menadito? Sì, proprio la stessa strada. Però nessuno oggi sembra ricordarsene più.
E' l'esperienza del ritorno alla cura di un orto, alla letteratura sul territorio, al benessere che può indurre l'ascolto di un'antica melodia, del ritorno, in sostanza, a tutto ciò che sembra più vicino all'esperienza di un ritrovato Paradiso (terrestre?) da cui, del resto, tutti noi proveniamo.
Il territorio, la natura hanno una relazione antica ed imprescindibile con l'uomo. Il mondo di oggi, spesso caotico ed alienante, porta l'individuo ad allontanarsi da elementi percettivi ed esperienziali che, invece, gli creano benessere e di cui ha necessità.
Questa riflessione è alla base della proposta La strada degli orti che vuole essere occasione per ripristinare, o almeno cominciare ad intravedere, un percorso personale di valorizzazione e recupero della propria sensibilità.
Tutto ciò potrà essere rivissuto domenica 2 Ottobre 2011 alla Fattoria delle Ginestre, a Genestrello, presso Montebello della Battaglia, in provincia di Pavia, nell'ambito delle attività dell' “Ecomuseo della prima collina” voluto, tra gli altri, da Silvana Sperati, fondatrice e animatrice della Fattoria e dall'Associazione Tracce di Territorio.
Dalle ore 15 in poi gli ospiti potranno rilassarsi nel verde delle colline, progettando un giardino rinascimentale, seguendo un laboratorio di scrittura e letture rurali o ascoltando e ricreando musiche antiche.
L'incontro si compone infatti di tre parti: la cura dell'orto, le tracce di territorio e le armonie nell'orto.
La partecipazione alla giornata comporta solo un piccolo e libero rimborso spese che sarà devoluto al nascente “Ecomuseo della prima collina” e sarà utile per conoscere un approccio metodologico che sarà sviluppato in un successivo ed articolato percorso formativo dedicato a: esperti del territorio, terapeuti, educatori, animatori, insegnati, appassionati.
Il tutto con la supervisione di tre esperti: Gian Battista Ricci, psicoanalista e conduttore di laboratori di Horticultural Therapy; Angelo Ricci, scrittore e operatore culturale; Annamaria Gheltrito, musicoterapista e cantante lirica.
In pratica questo incontro sarà un itinerario di ricerca, riflessione ed evoluzione personale che si avvale di un percorso metaforico, sia teorico che pratico, di reinterpretazione del rapporto tra uomo e natura nel segno più profondo di una vera cultura del territorio.

martedì 27 settembre 2011

Cos'è LitReactor?

Cos'è LitReactor? Un nuovo sito che pubblicherà una newsletter per aspiranti scrittori con consigli di Chuck Palahniuk, Bret Easton Ellis e altri? Una piattaforma per ardite sperimentazioni editoriali? L'ennesimo luogo social che promette il definitivo incontro fra scrittori e lettori? Dalla homepage si assiste allo scorrere di un conto alla rovescia che preannuncia la fatidica data del 1 Ottobre, giorno in cui questo oggetto misterioso dovrebbe iniziare a dispensare saggezza letteraria. La nota di presentazione dice che questo oggetto ancora non identificato è una creazione del team che cura ChuckPalahniuk.net (che sembra, più che il sito di uno scrittore, quello di una corporation della Silicon Valley, e ci sono anche le FAQ). E' tutto molto stotytelling, molto "nuova narrazione cross-mediale". Non lo so. E non sapevo nemmeno che uno scrittore dovesse avere necessità di un team (ero rimasto fermo al gruppo di collaboratori che compiono le ricerche per Ken Follet, ma è roba molto primi anni '80). Registro il fatto e rimango in attesa. Nel frattempo vado a rileggermi qualche prefazione di Geno Pampaloni.


lunedì 26 settembre 2011

Alla ricerca della memoria

Niente è più importante della ricerca della nostra memoria storica. Non è soltanto una dotta esercitazione, bensì la vitale e lenta (ri)scoperta di ciò che siamo stati, di ciò che siamo e di ciò che saremo. La difficile comprensione dei segni del presente, e del futuro, non può che passare attraverso la decifrazione del passato. 
L'Officina dello storico è un laboratorio di ricerca didattica e formazione storica e interdisciplinare. Un luogo accogliente e attrezzato e una metodologia collaudata che permettono ai giovani delle scuole primarie e secondarie di avvicinarsi alla storia a partire dalle fonti. Consente agli studenti di confrontarsi con gli archivi, li mette nelle condizioni di sperimentare il lavoro dello storico, offre loro l’opportunità di accostare i documenti, le opere d’arte, le fonti iconografiche e cartografiche, imparando a contestualizzarli storicamente, per scoprire il proprio passato, orientarsi nel presente e progettare il futuro. È un servizio gratuito che offre agli insegnanti di tutte le discipline un percorso di formazione, che ne consolida le competenze professionali e li aiuta a progettare sperimentazioni didattiche in grado di coinvolgere attivamente gli studenti. L’Officina è frutto di esperienze pluriennali e di un protocollo di intesa tra enti autorevoli e si articola in due sedi: presso l’ASP Golgi-Redaelli a Milano e presso la Fondazione MIA a Bergamo. L’équipe di coordinamento del progetto è formata da archivisti, ricercatori e formatori esperti di ricerca interdisciplinare e di cooperazione con insegnanti e studenti.


Mercoledì 28 settembre presso la sede dell'Officina dello storico di Milano, Palazzo Archinto, via Olmetto 6, si terrà la presentazione delle attività per il nuovo anno scolastico. L'iniziativa si svolgerà a partire dalle 9.30 e si concluderà entro le 17.30. Sono previsti interventi istituzionali e tecnici, con la presenza del presidente dell'ASP Golgi-Redaelli Rodolfo Masto, di Patrizia Gelmetti dell'ANSAS ex IRRE Lombardia, Lucia Molino di Fondazione Cariplo, Maurizio Gusso di IRIS e Marco Bascapè, dirigente del Servizio archivio e beni culturali dell'ASP Golgi-Redaelli.

Programma della giornata
ore 9.30
Saluti di benvenuto
  • Educazione al patrimonio, storia, interdisciplinarità e didattica laboratoriale
Maurizio Gusso (IRIS)
  • Le esperienze didattiche de L’Officina dello storico: un patrimonio di progetti, percorsi e prodotti
interventi di:
Giuseppa Silicati (per la Scuola primaria)
Cristina Cocilovo (per la Scuola secondaria di primo grado)
Paolo Ermano (per la Scuola secondaria di secondo grado)
Coffee Break
  • I beni culturali al tempo di Facebook. Il sito web de L’Officina dello storico
interventi di:
Rodolfo Masto (ASP Golgi-Redaelli)
Patrizia Gelmetti (ANSAS ex IRRE Lombardia)
Lucia Molino (Fondazione CARIPLO)
Marco Bascapè (ASP Golgi-Redaelli)
Buffet
ore 14.30
Illustrazione dei percorsi interdisciplinari proposti per l’anno scolastico 2011-2012, suddivisi per ambiti tematici principali
moderatrice: Roberta Madoi
  • Cultura sociale e attività assistenziali a Milano: dalla beneficenza medioevale agli istituti di assistenza ai minori degli anni ‘60 del Novecento
Mira Montanari, Daniela Bellettati
  • I 150 anni dell’Unità d’Italia nei documenti dei Luoghi pii elemosinieri: dalle Cinque Giornate di Milano all’impresa dei Mille
Daniela Bellettati, Paola Bianchi
  • Libertà, uguaglianza e diritti delle donne: vite parallele di benefattrici tra Seicento e Ottocento
Daniela Bellettati, Paola Bianchi
  • La memoria del paesaggio agrario e le trasformazioni del territorio attraverso la documentazione d’archivio dei secoli XVII-XX
Roberta Madoi
  • Il tesoro dei poveri: una lettura interdisciplinare del patrimonio culturale dei Luoghi pii elemosinieri attraverso le diverse tipologie di fonti
Paola Bianchi
 

giovedì 22 settembre 2011

Intervista a Lele Rozza

Lele Rozza, laureato in filosofia, ha gestito aziende, profit e no profit. 
Si occupa di organizzazione e comunicazione strategica. E' docente di scrittura per l'impresa e storytelling presso Fondazione Milano e direttore editoriale di Blonk, casa editrice digitale nata lo scorso luglio.
Da autore ha firmato, con Mario Andrigo, il saggio Le radici della 'ndrangheta edito da Nutrimenti.

Cosa significa fare l’editore oggi in un panorama, come quello italiano, che vanta record negativi di lettura? È più una scommessa o una missione?
Direi che è senz’altro una scommessa. Non è una missione di sicuro, ci stiamo divertendo e non vogliamo convertire nessuno.

A prima vista mi sembra che Blonk, la startup di cui sei direttore editoriale, si presenti quasi come una sorta di “community” che ricorda certe realtà digitali del nuovo continente, piuttosto che la classica casa editrice che tutti conosciamo. Anche la struttura operativa, aperta e flessibile, può contribuire a comprendere meglio, a sondare meglio, il territorio inesplorato dell’editoria digitale?
Ci siamo posti il problema di interpretare un mercato liquido. Abbiamo scelto di non avere certezze e di tenere le orecchie tese. Abbiamo deciso di non fare finta che ci fossero dei solidi business plan a cui aderire.
Abbiamo deciso che era il momento opportuno per entrare in un mercato in rapidissima evoluzione. Nessuno di noi sa cosa potrà succedere nei prossimi anni e chi prova a dichiararlo con sicumera secondo me rischia di raccontare bugie.
Abbiamo scelto di avere una struttura leggerissima perché alle spalle non ci sono investitori e perché effettivamente il web consente una enorme quantità di strumenti che sono liberamente disponibili.
Sappiamo che il nostro ecosistema è il web e quindi, abbastanza naturalmente, è lì che cerchiamo le nostre proposte.
Il meccanismo sembra piacere e quella che tu chiami community si è formata da sola, sull’onda di una proposta leggera.

In Che fine faranno i libri? (edito da nottetempo) Francesco M. Cataluccio (ex direttore della Bruno Mondadori) parlando dell’ereader esordisce, in modo bonariamente provocatorio, così: Ho qui accanto a me il “nemico”. Una scatoletta grande come un libretto tascabile, inaspettatamente leggera, del colore incerto di un’alba invernale. È un oggetto piuttosto elegante e sottile: appena 9 millimetri di spessore. Le sue dimensioni sono 20x12 centimetri. Lo schermo è grande 6 pollici con risoluzione 600x800 a 16 toni di grigio. In pratica la stessa luminosità della carta. Che ne pensi?
Io come amo dire sono un bibliomane. Il libro feticcio è una cosa di cui non vorrei fare a meno. Il punto è il tipo di utilizzo che si fa delle cose.
Credo che potermi portare un pezzo significativo della mia biblioteca dentro il kindle (visto che tra l’altro sono sempre in movimento sui mezzi pubblici) sia un enorme vantaggio. Poter acquistare il libro che mi serve in qualsiasi momento è molto utile.
Poter avere in pochi etti una scelta letteraria vasta che mi accompagna nelle mie giornate è molto sexy.
Ci sono dei libri di carta che sono impensabili in ebook.
Ci sono dei libri di carta che potrebbero essere tranquillamente ebook, che sono talmente belli che mi piace averli di carta lo stesso.
Non credo si andrà verso la completa sostituzione, l’ebook è uno strumento in più, in molti casi enormemente competitivo, in altri decisamente insufficiente.
Credo anche che l’attuale epub (il formato con cui si presentano gli ebook) sia un passaggio verso forme più compiute. Lo stesso dicasi per i reader.
Siamo all’anno zero, e così come internet negli anni ‘90 era cosa molto diversa da quello a cui siamo abituati, anche gli ebook subiranno una trasformazione rapida.

Quale sarà il rapporto tra l’editoria digitale e quella cartacea? Ci aspetta un futuro totalmente digitalizzato o i due modelli sono destinati a convivere?
Propendo per la seconda ipotesi, magari con forme di specializzazione.

Rosamaria Loretelli in L’invenzione del romanzo (edito da Laterza) afferma che è stato il passaggio dalla lettura ad alta voce (che dall’età classica ci ha accompagnato, attraverso il Medioevo, fino al Seicento) a quella silenziosa, con il pensiero, a provocare il cambiamento epocale dello stile narrativo. Gli autori, divenute obsolete le tecniche narrative che prevedevano la declamazione di fronte a un pubblico, hanno lentamente mutato lo stile creativo arrivando al concetto di romanzo come lo intendiamo oggi. Credi che anche il libro digitale possa portare a una qualche mutazione della narrazione? Gli autori, magari inconsapevolmente, si accingeranno in modo diverso alla creazione di un testo pensato per il digitale?
E’ possibile. Non credo che sia il formato ebook a determinare questo cambiamento.
La fruizione con la parola scritta è cambiata molto negli ultmissimi anni.
Internet ci ha riportato alla scrittura e alla conseguente lettura. E’ la stessa internet, con i ritmi convulsi e l’overload informativo a cui siamo esposti, a indurre cambiamenti nel modo di cercare di raggiungere il pubblico, qualsiasi esso sia.
Immagino che questo potrebbe essere il motivo del cambiamento di modalità espressiva.
A me il gusto di leggermi le atmosfere lente dei narratori Russi o i tempi lunghi de Il deserto dei Tartari di Buzzati rimane anche in ebook.

Nelle dichiarazioni programmatiche di Blonk ce n’è una che mi ha colpito molto. Dichiarate infatti di voler fare libri senza attrito, cioè eliminando tutte le scorie legate al rapporto con librerie, distributori, rese, tutta la classica filiera editoriale. Una produttività leggera che si affranca da tutta una serie di zavorre che, spesso, rappresentano un grave problema anche dal lato strettamente imprenditoriale. Ma questa “leggerezza del bit” può diventare, alla lunga, insostenibile? Come si pone un editore digitale di fronte al problema della necessaria conservazione della propria produzione? I supporti digitali non sono troppo evanescenti? Non subiscono l’eccessiva mutazione tecnologica che rende obsoleto oggi quello che, solo ieri, sembrava innovativo?
Sinceramente non lo so. Immagino che si farà tesoro degli errori del passato, quindi la standardizzazione dei formati e il software open source consentiranno di non “perdere” il passato editoriale.
Alla rapida obsolescenza abbiamo fatto ormai il callo, tutti noi viviamo internet da molti anni e sappiamo che bisogna essere attenti e seguire le evoluzioni. Speriamo di essere in grado di interpretarle.

C’è in rete un grande dibattito sul self-publishing. A parte il fatto che un autore che volesse autoprodursi non potrebbe comunque fare a meno di quegli elementi destinati a rendere il suo ebook professionalmente presentabile e quindi dovrebbe, per forza di cose, fare riferimento a strutture e persone esperte, credi che questo tipo di autoproduzione possa essere una reale alternativa per chi ha un’opera nel cassetto?
Ci sono casi di grande successo, che come sempre accade fanno notizia, allo stesso modo ci sono milioni di aspiranti autori che contribuiscono al rumore della rete.
Esperienze come lulu.com ne sono un esempio.
Io stesso quando pubblico libri lo faccio con altri editori, trovo importante il confronto con il direttore editoriale prima e con l’editor poi. Non si può sostituire, credo, il rapporto professionale con l’amico competente che però difficilmente effettua una vera stroncatura (quando necessaria), è una questione di vantaggio reciproco.
Il direttore editoriale analizza la bontà del testo e la sua vendibilità.
Io quando ricevo un manoscritto lo valuto con attenzione e ne valuto la bontà letteraria e il valore commerciale. Nel valore commerciale è intrinseco anche il valore dell’opera. Se persone sono disposte ad investire in un'opera è perché qualche forma di valore c’è, diversamente è tempo buttato per tutti, per lo scrittore, per l’editore e per i lettori, senza alcun vantaggio per la “cultura”.
Ovviamente le grandi operazioni a cui ci hanno abituato gli editori di carta con un grande nome in copertina (magari mutuato dalla TV) e un testo scritto da un ghost writer sottopagato, non rientrano nei casi di specie analizzati.
Chi intraprende l’esperienza del self publishing deve sapere che la promozione è un elemento fondamentale (e anche la fortuna). Promuoversi su internet vuole dire conoscerne i linguaggi e le modalità di azione.

La piccola e media editoria svolge un grande lavoro di scoperta di nuovi autori, lavoro che la grande editoria fa ormai solo di rado. Credi che l’editoria digitale possa svolgere questa funzione di scouting, di ricerca di nuovi narratori? Se uno scrittore perfettamente sconosciuto, senza alcun seguito sul web o sui social network, vi presentasse un buon testo, lo pubblichereste?
Lo pubblicheremo!
Lo scouting è molto interessante. Esiste, credo, una grande quantità di valore nelle persone che raccontano storie, spesso senza alcuna velleità di pubblicazione.
Noi cerchiamo storie che valga la pena di raccontare. Quando le troviamo le pubblichiamo, a prescindere dal nome dell’autore e dal suo posizionamento SEO.
Speriamo anche di invogliare i cosiddetti “grandi” autori a pubblicare con noi. In generale finiamo per trattarli meglio dell’editoria tradizionale.
I nostri testi vengono tradotti in 2 lingue oltre all’italiano e sono sul
web, avendo quindi un numero di clienti potenziali simile, se non maggiore di quello delle grandi case editrici.
Offriamo ai nostri autori una percentuale significativa sugli utili e li vincoliamo per soli 5 anni.
Crediamo che gli autori, che sono il vero cuore dell’editoria, debbano essere facilitati, sostenuti e promossi.

martedì 20 settembre 2011

Apre la libreria dello Starbooks Coffee


Una vetrina per autori ed editori. Libri gratis per i lettori.
Lo Starbooks Coffee apre una libreria di e-book gratuiti per dare spazio a chi, esordiente o affermato, pubblicato o inedito, vuole confrontarsi direttamente con i lettori. Gli avventori del Coffee potranno così leggere gratuitamente le opere selezionate per loro dalle due bariste e dare poi il proprio giudizio su quanto letto.
La rivoluzione digitale impone una riflessione sul nuovo rapporto scrittore/lettore ed è in questa cornice che si pone il nuovo progetto dello Starbooks.
L'intento è di promuovere la condivisione delle proprie opere con lettori attenti, pronti a stroncare o suggerire nuovi percorsi, a mettere in luce difetti e pregi.
Lo Starbooks Coffee è nato a febbraio ed è un blog che parla di libri a tuttotondo, privilegiando il personale punto di vista di scrittori, lettori, editori, librai e ogni altra figura interessata. In pochi mesi di attività ha raccolto un ampio consenso e ha ospitato nelle sue pagine scrittori emergenti e affermati, tra cui Remo Bassini, Pietro De Viola, Gianluca Mercadante e Andrea Malabaila.

Contatti:
http://starbooks-coffee.it/

Ufficio Stampa: Carlotta Borasio carlotta.borasio@gmail.com
Invio ebook: Giulia Meli giulia.meli@hotmail.it


facebook: http://www.facebook.com/starbooksit

twitter: http://twitter.com/StarbooksIt

sabato 17 settembre 2011

L'ebook come ecosistema - Il caso Blonk

Sono stato alla presentazione della nuova startup editoriale Blonk. Una sala piena di spettatori interessati ha seguito la relazione di Paolo Verri (CEO di Blonk) e di Lele Rozza (direttore editoriale). Presente anche Mitia Chiarin che ha presentato Ottanta lettere, una delle due prime uscite (l'altra è Le cronache di Parmia, di Adamo Lanna) di questa nuova e interessante realtà dell'editoria digitale.
Paolo Verri ha descritto il mondo dell'editoria digitale come vero e proprio territorio inesplorato, senza mappature, dove l'ebook rappresenta un nuovo ecosistema produttivo di libri senza attrito, senza cioè la difficoltà di scendere a patti con lo spazio, spesso asfittico, delle librerie e con la difficile visibilità sugli scaffali. Non a caso la sua relazione ha preso come punto di confronto il rapporto tra i due scaffali, quello classico e limitato della libreria classica, e quello infinito della libreria digitale. La sfida, per Paolo Verri, è quella di creare una struttura leggera, senza modelli di riferimento, che possa portare novità e iniziative editoriali in un mondo liquido come quello del web.
Secondo Lele Rozza, per un editore digitale, la barriera d'ingresso su internet è più bassa rispetto a quella rappresentata dall'intersecazione dei rapporti fra editori cartacei, librerie e distributori. Tuttavia non sono tutte rose e fiori perché un editore digitale deve comunque riuscire a sfondare il rumore di fondo del web. La sfida è però estremamente interessante. "Come mi ha detto Alessandro Bonino - continua Rozza - siamo come negli anni Settanta, ai tempi della nascita delle radio private. E' necessario buttarsi in questa affascinante sfida. La mappatura del territorio seguirà dopo."
Prossimamente su questo blog pubblicherò l'intervista a Lele Rozza. Stay tuned!

venerdì 16 settembre 2011

Raccontare l'Italia unita - Le carte del Fondo Manoscritti

Scriveva Maria Corti: "Al di là degli eventi che passano, le Carte durano, ciascuna con la sua minuscola storia e vivono in quella che Borges chiama la nostra quarta dimensione, la memoria. E quando anche noi ce ne andremo, loro le Carte resteranno lì e non sapranno mai che non ci siamo più."
Ed è proprio questa la sensazione che si avverte passando in rassegna le carte della mostra Raccontare l'italia unita - Le carte del Fondo Manoscritti, quelle carte che rappresentano il segno che la cultura italiana ha lasciato nel corso della storia del nostro paese. Il Fondo Manoscritti dell'Università degli Studi di Pavia è una miniera unica nel suo genere. Manoscritti, lettere, carte, copie di prime edizioni; le testimonianze cartacee di tutta la produzione letteraria e culturale italiana. Non è solo una questione di memorabilia o di feticismi elitari. No. Quello che il Fondo Manoscritti conserva è la testimonianza della missione geniale e anche sofferta che la parola scritta ha il compito di portare avanti. 
Dalle lettere di Ugo Foscolo, a quelle di Giuseppe Ungaretti, passando per quelle di Indro Montanelli, di Italo Calvino, di Alberto Arbasino. Dagli appunti preparatori di Claudio Magris per Danubio, ai taccuini di appunti di Eugenio Montale, fino alla pagina manoscritta di Lessico famigliare di Natalia Ginzburg e al quaderno formato protocollo sul quale Giuseppe Pontiggia elaborò la prima stesura de L'arte della fuga.
Questi sono soltanto alcuni degli autentici tesori che potrete ammirare dal 15 settembre al 4 novembre 2011, presso l'Aula Disegno dell'Università degli Studi di Pavia, in corso Strada Nuova 65

Ecco il catalogo edito da Interlinea
Raccontare l'Italia unita
Le carte del Fondo Manoscritti
A cura di Maria Antonietta Grignani
Con la collaborazione di Gianfranca Lavezzi,
Giuseppe Polimeni, Nicoletta Trotta, Mirko Volpi
Illustrazioni a colori
Interlinea, pp. 144, euro 20 
Collana "Imago" 
Isbn 978-88-8212-820-3
In occasione della mostra Raccontare l’Italia unita. Le carte del Fondo Manoscritti (Università di Pavia, dal 15 settembre al4 novembre) Interlinea pubblica un volume-catalogo ricco di immagini di scrittori, manoscritti inediti e citazioni letterarie sui 150 anni dell’Italia. L’apporto che, direttamente o indirettamente, anche gli scrittori a partire dalla seconda metà dell’Ottocento hanno dato al sentimento unitario e alla lingua italiana ha incoraggiato a concepire la mostra e il libro che narrasse i centocinquant’anni dell’Unità attraverso testimonianze, soprattutto inedite, dedotte in massima parte dai materiali d’autore del Fondo Manoscritti di Pavia fondato da Maria Corti: da Verga a Saba e Ungaretti, da Vittorini a Maccari, da Silone a Quasimodo, da gatto a Montale, da Calvino a Pasolini, da Magris a Arbasino. Raccontare l’Italia unita. Le carte del Fondo Manoscritti propone un percorso che (scrive la curatrice Maria Antonietta Grignani) «riguarda le varie posizioni politiche e civili, i modi in cui gli intellettuali hanno sostenuto le proprie convinzioni e i propri ideali, dalle premesse poste da Ugo Foscolo e da suoi interlocutori di spicco, fino ad arrivare a oggi, attraverso le delusioni postunitarie, la Grande Guerra, il fascismo, la Resistenza, l’industrializzazione e le contraddizioni di fine secolo».

mercoledì 14 settembre 2011

Una nuova casa editrice digitale: Blonk

La rivoluzione digitale nel mondo dell'editoria è ormai una realtà.  Gli scenari che, solo poco tempo fa, venivano preconizzati dagli analisti si stanno realizzando. Molte sono le domande che aspettano ancora una risposta. Il libro digitale soppianterà il cartaceo? Oppure ci si avvia verso una qualche forma di convivenza? E lo stesso stile narrativo sarà, in qualche modo, influenzato dal digitale? Il mezzo sarà, ancora una volta, il messaggio? E le nostre abitudini di lettura subiranno una qualche mutazione? Nel frattempo nasce una nuova casa editrice digitale e la nascita di un editore è sempre una bella notizia. 
Ecco come si presenta questo nuovo progetto editoriale nelle dichiarazioni dei suoi protagonisti.


L'era di internet ha cambiato il modo di fruire i contenuti. Dopo audio e video anche la carta stampata sta capitolando. Le vendite di e-book sono quadruplicate nel 2011 con 40.000 libri digitali, contro i 10.000 dello stesso periodo 2010. Il New York Times riporta uno studio della ‘Association of American Publishers’ – realizzato assieme alla ‘Book Industry Study Group’ – che dimostra come dal 2008 a oggi le vendite dei tascabili sono crollate del 14% mentre la crescita del mercato degli e-book è costante. In questo scenario, nel luglio 2011 è nata Blonk, una nuova casa editrice digitale fondata da un software architect, un art director, un traduttore/docente di lingue e una nativa digitale. 
 "Crediamo che in questo momento l'editoria digitale sia un'occasione da cogliere: è competitiva, ottimizza la distribuzione, e consente di raggiungere un pubblico molto ampio. Stare sul web è un’opportunità" dice Paolo Verri, CEO di Blonk "Abbiamo scelto di proporre i nostri contenuti in tre lingue e di dividere gli utili con autori e traduttori perché crediamo che questo modello interpreti correttamente l'ecosistema di internet. Scrivere libri per il digitale non è un compromesso al ribasso ma una straordinaria opportunità" afferma Verri.
"Distribuire libri ‘senza attrito’ consente di promuovere iniziative culturali di rilievo, proporre autori e temi che spesso nel mercato asfittico dell'editoria tradizionale non trovano spazio” aggiunge Lele Rozza, direttore editoriale. “Abbiamo deciso di promuovere esordienti e di dare spazio anche a temi di approfondimento senza timore di essere scalzati dal bancone della libreria dalla novità mainstream del solito noto. Su internet non manca lo spazio e noi abbiamo intenzione di sfruttarlo al meglio" conclude Rozza.


Blonk proporrà il giorno 16 settembre alle ore 21 presso il collegio Santa Caterina a Pavia – nella cornice del "Festival dei saperi" – una serata dal titolo “E-book: un nuovo modello per l’editoria. Il caso Blonk editore”. Si discuterà dei nuovi scenari di questo mercato; verranno proposte le prime due uscite: la raccolta di racconti “Ottanta lettere" di Mitia Chiarin e "Le cronache di Parmia" di Adamo Lanna. Sarà presente Mitia Chiarin.

lunedì 12 settembre 2011

Intervista a Guido Spaini

Molte cose mi legano alla fiera di Belgioioso "Piccoli Editori in mostra-Parole nel Tempo". Ci sono andato dalla sua prima edizione e ci sono stato come lettore e appassionato di libri e anche come autore.
Guido Spaini è il creatore e il ventennale organizzatore di questo evento.

Parole nel Tempo quest'anno non si tiene. E' solo una pausa di riflessione?
Dopo vent'anni molte cose sono cambiate. Le mostre mercato del libro mostrano la corda. C'è una sorta di disaffezione. Stiamo ragionando per capire, per cercare una formula diversa. Non mi interessa fare una copia di Mantova. Dobbiamo fare una cosa diversa.

Mantova, appunto. Secondo lei la formula mantovana, legata a nomi di grande richiamo, può aver cannibalizzato altre iniziative più mirate e meno legate al glamour letterario?
Sicuramente Mantova cannibalizza. Ho sempre pensato che una parte di coloro che vanno a Mantova non ci va perché è affezionata alla lettura, ma perché è di moda. Come lettore forte la trovo una cosa scontata e noiosa. Io i libri li voglio leggere, non ritengo essenziale vederne gli autori. Anzi, mi è anche capitato di aver smesso di leggere i libri di un autore proprio dal momento in cui l'ho conosciuto di persona.

Secondo lei cosa chiede il pubblico a una fiera letteraria, quali sono le aspettative?
Non lo so. Se lo sapessi, applicherei subito la formula.

Lei ha avuto per vent'anni un punto di osservazione privilegiato relativamente alla media e piccola editoria. Questa editoria ha ancora un ruolo di scouting, di scoperta di nuovi autori?
Assolutamente sì. Soprattutto ora. E' complicato per un esordiente arrivare ai grandi editori. Oggi più di prima. Io sento i piccoli editori piuttosto spesso e trovo che stiano soffrendo, ma il loro ruolo ha grande importanza.

Che ne pensa dell'ebook?
Non riesco a leggerli. A me piace leggere a letto e con un ebook non ce la farei. Credo che il futuro dell'editoria digitale sarà soprattutto legato alle pubblicazioni tecniche, scientifiche e ai manuali.

venerdì 9 settembre 2011

La Fiera dei Piccoli Editori di Belgioioso: lunedì 12 settembre parla Guido Spaini

Come molti di voi sapranno il tradizionale (e ventennale) appuntamento a Belgioioso con la Fiera dei Piccoli Editori (Parole nel Tempo) quest'anno non si tiene. Ne avevo già accennato su facebook e su twitter. Molti dei miei lettori hanno seguito la notizia e si sono dichiarati molto dispiaciuti. Ho promesso loro che avrei cercato gli organizzatori per farmi concedere un'intervista. Con grande gentilezza e disponibilità, Guido Spaini (che della fiera di Belgioioso è stato il creatore e il ventennale organizzatore) ha risposto alle mie domande. Potrete leggere l'intervista che mi ha concesso lunedì 12 settembre, sempre su questo blog. Si parlerà di fiere letterarie, piccoli editori e anche, un po', di ebook. Restate sintonizzati.

mercoledì 7 settembre 2011

Telecom Italia e Festival della Letteratura di Mantova presentano Tracce

Durante la XV edizione del Festival della Letteratura di Mantova dal 7 all'11 settembre, Telecom Italia presenta Tracce: 23 incontri speciali, presentati da Maurizio Matrone presso la Tenda Sordello, in compagnia di narratori, saggisti e artisti, tra i quali Enrico Deaglio, Stefano Bartezzaghi, Carlo Lucarelli, Erri De Luca, Natalino Balasso. Inaugura il ciclo di incontri Alessandro Barbero con la Traccia: "Costantino il grande, In hoc signo vinces", un approfondimento dell´autore sulle prime indagini dedicate al primo imperatore cristiano, fondatore di una nuova capitale e santo della Chiesa d´Oriente.
Tutte le 23 Tracce saranno proposte in streaming live e on demand su telecomitalia.com e festivaletteratura.it, a partire da mercoledì 7 settembre, ore 19.30
Il programma completo delle Tracce Telecom è pubblicato nel sito del Festival della Letteratura.
Tutte le informazioni sulla Social Media News Release.

martedì 6 settembre 2011

Borges, Maria Kodama e il Bar Richmond

Pochi giorni fa cadeva il 112° anniversario della nascita di Jorge Luis Borges. Date, anniversari, frammentazioni arbitrarie del tempo che, in qualche modo, rappresentano il tentativo umano di dare un senso a quella dimensione sfuggente e definitiva. E, come nell'incedere rassegnatamente enigmatico di un racconto del grande aedo argentino, una notizia si fa largo attraverso il rumore di fondo degli accadimenti quotidiani. Maria Kodama, assistente di Borges e sua ultima musa, lancia un appello. Il Bar Richmond è uno storico caffé letterario di Buenos Aires. E' stato il ritrovo di molti scrittori argentini, frequentato a volte anche da Antoine de Saint-Exupery, Julio Cortazar e Graham Greene (che lo cita ne Il console onorario) e dove Borges, avventore abituale, approfittava spesso dei suoi tavolini per correggere i propri manoscritti. La "Confiteria La Richmond" è stata improvvisamente chiusa e smantellata in una sola notte, quella del 14 agosto scorso, per far posto ad uno store della Nike. "Salvate il Bar Richmond" implora Maria Kodama, consapevole, forse, di essere parte, a sua volta, di una trama borgesiana dove il tempo, le azioni degli uomini e il destino sono soltanto pedine di un ridicolo gioco governato da una divinità sadicamente indolente.