Ci sono libri che si appalesano all’universo della letteratura con una caratteristica unica e affascinante: l’inscindibilità. È questo un accadimento raro e prezioso che va sottolineato e rimarcato. È il caso di Marino Magliani che dà alle stampe nel 2014 Soggiorno a Zeewijk per i tipi di Amos Edizioni e nel 2015 Il canale bracco per i tipi di Fusta Editore. Due romanzi legati da atmosfere e cammini, da scoperte e rivelazioni, da vite complesse e sentimenti forti. Marino Magliani vive e scrive (e traduce) in Olanda, luogo che lui stesso designa come entità spaziotemporale in cui si esprime la sua vena creativa. Ma Marino Magliani è ligure, di quella Liguria di entroterra solitari e rocciosi, di quella Liguria di agricoltura strappata alla verticalità del mare e dell'Appennino, contraltare immaginifico di un’altra agricoltura, quella olandese, strappata invece all’orizzontalità invasiva del Mare del Nord. E questo rapporto tra verticalità e orizzontalità dei luoghi è da sempre fucina narrativa di Magliani. E così si arriva al Soggiorno e al Canale, due romanzi che si compenetrano, si avviluppano, si raccontano viceversa, in un viceversa che è anche e soprattutto rappresentazione del rapporto dell’Autore con queste due terre (l’Olanda e la Liguria) che sono palcoscenico in cui egli rappresenta i sentimenti
che vivono nelle storie che ci racconta con levità forte. Magliani è trasfigurato da un io narrante che percorre chilometri nel paesaggio estremo e ovattato del Nord Europa, sottolineando al contempo le differenze con il paesaggio acuminato e rimembrante del Ponente ligure, compiendo osservazioni di una fauna umana così differente nei costumi e negli usi e così uguale nella sua finitezza, un io narrante che viaggia come un picaro secentesco che conosce la pesante impenetrabilità della vita a la sua comunque tenue provvisorietà. Il Soggiorno e il Canale si rimandano vicendevolmente, con citazioni reciproche e divenire di personaggi ed emozioni, così come sa fare soltanto uno scrittore di razza che conosce il segreto delle parole, delle storie, delle anime. Con sapiente capacità narrativa l’Autore lentamente irretisce il lettore che a sua volta rimarrà preso nelle reti geniali di questi due romanzi fino a giungere a quei confini di una storia scissa e al contempo unitissima, confini che gli faranno apparire oltre ad essa i confini dell’anima di chi questa storia ha scritto. Paesaggi, luoghi, stagioni, costellazioni, donne, uomini, animali, tutti uniti nello sfondo gioioso e tuttavia malinconico in cui a un certo punto si staglierà la figura di Piet, doppelgänger borgesiano dell’Autore che, nel segreto delle sue carte, nasconde una mappa che è mappa di storie e di anime, mappa di terre, di mondi, di concatenazioni, di nostalgie che sono il patrimonio ultimo dell’umanità che cerca, da sempre, se stessa, mappa che poi è la sorprendente certificazione del destino dell’Autore. Il lettore concluderà la lettura di questi due romanzi nella profonda certezza che Marino Magliani sia uno dei migliori scrittori che abbia mai incontrato.
Due libri.
Soggiorno a Zeewijk, di Marino Magliani (Amos Edizioni).
Il canale bracco, di Marino Magliani (Fusta Editore).
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