Biforcazioni temporali e di spazi comunque per lui troppo angusti lo avevano condotto a un punto in cui il destino non decideva nemmeno più per se stesso. L'abbrancamento ruvidamente tattile del manico di una borsa piena di niente se non di qualche foglio bianco, si trasfigurava nel peso di un ricordo utile che lo riportava con giudizio alla scomodità di una postura che era divenuta simbolo ed escrescenza di una vita rincorsa. Affastellamenti di memorie che assumevano la forma conveniente di appunti misericordiosi lo tenevano agganciato alla conta dei giorni. Con passi pesanti di una stanchezza di desideri malconci, macinava metri di asfalto sbrecciato o di porfido segnato dal piscio di animali immondi. Scrittori tronfi nella perpetua manifestazione di folle di lecchini indecenti, editori canaglieschi e sempre nemici, recensori alla greppia di un paio di etti di carta stampata in omaggio e di una menzione distratta da parte di editori monopolisti e che si addobbavano di autoscatti da pornostar derelitte e dal sesso difficile, uffici stampa distratti che mimavano gesti da vetriniste dal fallimentare entusiasmo, pochi librai amici e altri che invece erano persi in vuote autoaffermazioni dal sentore quasi pontificio.
Si guardò intorno. Per la via non c'era nessuno. Riprese il cammino. Andava a presentare un libro. Forse era il suo.
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