L’unico viaggio che un uomo può intraprendere per rispondere alle proprie domande è il viaggio dentro se stesso, verso le proprie radici. E l’unico viaggio che Primo Bottardi può iniziare per rispondere a quell’unica domanda alla quale sta attaccata la sua vita è il viaggio lungo il grande fiume. Un viaggio pieno di ricordi, di struggenti nostalgie, di inquietanti presagi.
Un viaggio lungo il nastro argenteo del Po, con le sue rive, con i suoi paesi, con i suoi uomini piegati dalla fatica, ma sempre ristorati dall’odore inconfondibile delle sue acque, con le sue donne silenziose e comprensive, carnali e definitive, portatrici di vita, nonostante tutto, e quindi così simili all’acqua.
All’acqua del fiume. All’acqua del grande fiume. All’acqua del Po.
Un nastro argenteo che trascina con sé, nel bene e nel male, gli odi, gli amori, le amicizie, i successi e i fallimenti, le vite avventurose e quelle, magari solo apparentemente, tranquille. Un nastro argenteo che, ad un certo punto, non tiene più conto neanche dello scorrere del tempo, che non tiene più conto neanche della differenza fra sogno e realtà, se mai differenza ci sia stata.
Perché è ora di dare la risposta. Perché è ora di capire. Perché è ora di sapere. Di sapere quello che già sappiamo tutti, fin dalla nascita, ma che solo pochi tra noi hanno il cuore di comprendere.
Dario Franceschini ci accompagna per mano in questo viaggio. Ci accompagna con un linguaggio essenziale, ma pieno di amore e di comprensione. Amore e comprensione per la sua terra e per le donne e gli uomini che la vivono. Dario Franceschini sa che raccontare la propria terra è raccontare delle proprie radici e raccontare delle proprie radici è raccontare di se stessi.
Un libro.
Nelle vene quell'acqua d'argento, di Dario Franceschini (Bompiani).
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