Buongiorno a tutti. Mi spiace molto essere assente. Me lo impedisce la coincidenza di data con un impegno personale non spostabile.
Grazie a Tracce di Territorio e ai componenti della giuria.
Tracce di Territorio. Le due parole del nome mi suggeriscono questa riflessione.
Traccia. Mi soffermo, più che sul significato di impronta, su quello di "portarsi in un luogo" (espressione nata nel medio evo per indicare gli spostamenti nelle battute di caccia).
Territorio. Penso a Veronelli. In quanti luoghi (territori) - che lui chiamava terre, perché più circoscritte, individuali - si è portato? In molti. E gli piaceva camminarli.
Non credo di esagerare se affermo che ovunque si sia portato ha lasciato traccia.
Qui sì, nel senso di impronta; talvolta feconda, talvolta meno. A seconda di chi lo ascoltava: i contadini in toto, gli industriali no, o forse si, ma poi giravano la testa dall'altra parte.
In nessun caso tuttavia, tracce perse, perché ciascuna portatrice di un pensiero chiaro, preciso e, contro le logiche di massa proprie degli industriali, giusto.
Per il nostro libro, abbiamo recuperato un bel numero di tracce, quelle che segnano le istanze principali del vissuto veronelliano; e ci siamo ispirati al fondamento del suo disegno, la cui eco ancora risuona, oggi più che mai: la terra (il territorio) è centrale, "la terra è l'anima".
Gian Arturo Rota
Io e Nichi Stefi abbiamo accolto con gioia la notizia del riconoscimento.
Ancora un grazie agli autori e agli enti che ci hanno sostenuto. Arrivederci quindi alla prossima edizione.
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