sabato 1 dicembre 2012

Padania blues: la recensione di Cristina Orlandi

Cristina Orlandi recensisce Padania blues sul suo blog.
Una raccolta di racconti di vari generi, dallo storico al fantasy, tutti ambientati nella Pianura Padana. Brevi ed efficaci, dai quali traspira ogni volta la tristezza, o la paura, o la suspense.Ambientati nell’immaginario, oppure in diversi momenti storici, ma nello stesso contesto geografico, in ogni racconto si respirano la nebbia o l’afa, immutabili, a dare l’impressione di un’apparente immobilità.Un’immobilità che pare inghiottirci, nella corsa disperata attraverso una scala, o attraverso il tempo, alla ricerca di una via d’uscita. Ma non è possibile uscire dalla propria condizione, perché chi si trova nella Pianura è lui stesso la Pianura, e il freddo invernale o la soffocante calura estiva racchiudono nei loro contorni la vita, che anno dopo anno si ripropone sempre uguale, portando con sé le vittorie e le sconfitte di ogni essere umano. Da leggere come se si ascoltasse, perché la narrazione è simile al testo di una canzone, a volte scandita da ritornelli, in cui si percepisce un ritmo dalle note basse, struggenti.Una serie di storie tutte sullo stesso sfondo, di argomenti diversi tra loro: monelli che si nascondono in campagna durante una retata dei soldati nemici, un’inquietante storia di vampiri, un surreale set cinematografico e così via, fino a compilare un album con note che trasmettono emozioni immutabili, eppure sempre diverse. Si può fuggire dalla Pianura, ma viene sempre voglia di tornarci.
Il testo originale è qui

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