giovedì 31 agosto 2017

La figlia del partigiano O'Connor, di Michele Marziani (Edizioni Clichy)

Sul palinsesto della Storia altre storie si scoprono e i lettori devono essere grati allo scrittore che sa come raccontarle con elegante sapienza, quell'elegante sapienza sostenuta da un'esperienza narrativa, ricca di umiltà geniale, che traspare da uno dei pochissimi scrittori italiani che dà un senso alla definizione del mestiere di scrivere. Quello che i lettori hanno con Michele Marziani è una sorta di appuntamento scandito dallo scorrere del tempo dove, ogni tanto, appare un suo libro e già i lettori immaginano quale sarà il loro immenso piacere nel leggerlo, immenso piacere che si rinnova ogni volta che quel libro appare poi tra le loro mani. 
Sono pochissimi coloro i quali, come Michele Marziani, sanno attingere dall'infinito mondo del raccontare per poi creare veri e propri gioielli narrativi, cesellati da un maestro orefice che incide parole sul metallo grezzo della vita rendendola accessibile dai sentimenti dei lettori che, come protagonisti silenti, gradualmente si trovano a camminare fianco a fianco con i personaggi dei suoi romanzi.
Appare ora La figlia del partigiano O'Connor e il lettore si immerge nel mondo semplice e al contempo complesso di donne e uomini che affrontano i quotidiani affanni della vita e del tempo e che iniziano viaggi e percorsi alla ricerca dei ricordi, delle emozioni per troppo tempo forse celate, di una rendicontazione di cui nessuno potrà mai conoscere l'esito.
I tempi della Storia e delle storie si incrociano e si amplificano, traslando il quotidiano nel divenire dei grandi eventi e i grandi eventi nel divenire del quotidiano. I corsi d'acqua dell'alto Piemonte, l'isola di Ventotene, la Spagna, l'Irlanda, scenari e paesaggi in cui sempre la ritualità persa e ritrovata nel ricordo dei luoghi, si coniuga misteriosamente alla ritualità, anch'essa persa e ritrovata, del lato più profondo delle anime ed ecco che il viaggio di Pablita O'Connor diventa ricerca del padre ma anche ricerca soprattutto di se stessa, ricerca del suo passato, del suo presente, del suo futuro. I piani e i tempi narrativi lentamente si intersecano, appaiono personaggi che hanno avuto il privilegio di conoscere quello che altri hanno solo sentito raccontare, ma quella loro stessa conoscenza diviene anch'essa fragile perché mai si può veramente conoscere ciò che accade e Pablita O'Connor, mentre evade dalla sua quotidianità nella rinascita sia della memoria che delle emozioni, conosce un'altra Pablita che è figurazione incanutita di un palesamento di ricordi di una bambina che nell'attimo di un incontro sembra essere divenuta testimone di tutto il dramma umano e ideologico della guerra civile spagnola. Anziani gentiluomini dal sorriso da hidalgo rivoluzionario e anziane signore dal fascino ancora forte, tra le rughe dell'esperienza, che cercano di domare il tempo e l'amore, giovani intenti nella ricerca di archivi di carta e digitali in cui trovare gli oscuri segni del sanguinoso dramma del secolo breve, una figlia lontana le cui angosce tramutano in madre di sua madre, eccentrici irlandesi intenti nella cerimonia della pesca alla trota e che vivono accanto a terre d'acqua che sembrano a Pablita O'Connor la rivisitazione magica dei torrenti del suo Piemonte settentrionale. Tutto converge alla ricerca di un significato ultimo in cui lo scorrere del tempo segnato dagli affanni quotidiani è intriso dal ricordo vivido e forse anche crudele di costellazioni di eventi storici (la ritirata delle Brigate Internazionali dalla Spagna nell'aprile del 1939, l'oppressione poliziesca dei regimi fascisti, ma anche l'Irish Republican Army, the only undefeated army), eventi che affiorano dal profondo di un coinvolgimento personale a cui nessuno è riuscito a sottrarsi, nemmeno quel Malachy O'Connor che lentamente si definisce, come nel racconto di Borges Tema del traditore e dell'eroe o nel romanzo di Pontiggia Il raggio d'ombra, in essere indecifrabile, in eroe incompreso, in vittima e artefice di una grande mistificazione, ma sempre rimane il perno principale attorno al quale si sviluppa questo a tratti misterioso e inquietante e sempre bellissimo romanzo.
Un libro.
La figlia del partigiano O'Connor, di Michele Marziani (Edizioni Clichy)

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