È tutto molto semplice. Se siete lettori e cultori di autori come Thomas Pynchon, Don DeLillo, Roberto Bolaňo, David Foster Wallace non potete non leggere questo saggio. Il romanzo massimalista è mappatura necessaria ed essenziale di un mondo letterario che segna il divenire dello sviluppo della forma romanzo, è bussola irrinunciabile e da consultare con attenzione per verificare lo stato dell’arte di tutto, ma proprio tutto, quello che circostanzia la letteratura postmoderna. Stefano Ercolino, giovane studioso, crea un saggio imponente, composto con estrema limpidezza e che, come proclamerebbe lo slogan di un cartellone pubblicitario posto al margine di un’autostrada ubikiana che attraversa un paesaggio phildikiano, si legge come un romanzo! si legge tutto d’un fiato!
Stefano Ercolino ha dalla sua una rara capacità di narrazione degna di un grande scrittore. L’Autore appare al contempo saggista e romanziere, specialista e divulgatore. Da questa combinazione nasce un rapporto articolato e completissimo, definitivo e tuttavia aperto alle interpretazioni e per nulla settario, bensì in grado di illustrare le variegate posizioni della critica italiana e d’oltreoceano.
Ho scoperto la letteratura postmoderna, in particolare Pynchon e DeLillo, negli Anni Ottanta, quando ancora il secondo era pubblicato in Italia solo da Tullio Pironti e finalmente, dopo anni di viaggi nei territori di quella parola scritta che cerca di andare oltre se stessa, trovo chi mi consegna una mappa che mi fa comprendere a che punto è il mio viaggio, da dove sono partito e dove forse arriverò.
I libri sono terre da scoprire e chi come me li esplora da tempo è sempre grato a colui che, nella sosta ristoratrice in un bivacco ai limiti del tempo e dei tempi, gli affida fugacemente l’esaustiva mappa di un intero continente.
Un libro.
Il romanzo massimalista, di Stefano Ercolino (Bompiani).
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