Martina Stanziani pubblica su SoloLibri.net una bellissima recensione a L'odore del riso. Il testo originale è qui. Buona lettura!
Angelo Ricci riesce ancora una volta a stupirmi. L’odore del riso ha tenuto incollato il mio naso e i miei occhi al lettore ebook, senza sosta. Una storia cattiva, cruda.
Un uomo, ex collaborazionista del regime militare argentino, torna all’”ovile”, bramoso di vendetta. Come se avesse capito che chi lo ha reso l’uomo violento, manipolatore, che agisce in modo meccanico senza preoccuparsi degli altri e delle conseguenze, deve essere eliminato. Come se eliminando la causa delle sue scelte di vita e di condotta, possa ripartire e darsi la possibilità di un’esistenza meno cattiva, corrotta, violenta. O forse semplicemente per chiudere definitivamente quel capitolo della propria vita. E sorprende come si conclude questa parentesi. L’incontro con le figlie di questo latifondista, suo comandante. Così diverse tra loro, così uguali alle due facce di una stessa medaglia, di una realtà che vive in superficie e dell’altra che scava fino nei meandri e nelle profondità umane e sociali.
Ho apprezzato tantissimo la sovrapposizione temporale, tra presente e passato, che all’inizio confonde, poi chiarifica. Come due strade che si intrecciano e hanno tratti in comune e finalmente si incontrano, rivelando ciò che è stato e ciò che è. L’odore del riso, delle piantagioni, di umido, di sudore, di afa permea e attraversa l’intera narrazione, come se una patina di sporco si fosse attaccata alle pagine del romanzo e, per qualche scherzo del destino, non riuscisse più a staccarsene.
“Io so tutto di voi. Quando le cose mi facevano schifo me ne sono sempre andato via. Ma non si scappa mai. Non si riesce mai a sfuggire del tutto.”
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