Cronaca, diario, storia di eroismi e di erotismo misto a morte e sofferenza, Gli amanti di Bisanzio è romanzo, affresco, imponente rendicontazione della fine di una città che ha rappresentato un unicum storico, interpretando il respiro tragico e comunque lussureggiante di un’era millenaria a cavallo tra Europa e Asia. Ed è proprio dall’ultima Thule di una Finlandia che è estremo continentale che nasce questo immenso romanzo, quasi a manifestare ancora una volta quel rapporto quasi misterico che unì Bisanzio ai destini del nord Europa con la conversione della Rus’ al termine del primo millennio cristiano e che portò la guardia personale degli imperatori bizantini ad essere composta da guerrieri vichinghi in cerca di una patria e da soldati anglosassoni cacciati da una Britannia non più romanizzata e non ancora normanna. Mika Watari compone questo grande romanzo agli inizi degli anni Cinquanta, quando la sua Finlandia era uscita da mortali guerre con il sovietico dittatore georgiano e da pericolose alleanze con il demoniaco Reich guidato dallo jüngeriano Kniebolo, per poi trasformare essa stessa, durante la Guerra Fredda, in un unicum storico a metà strada tra Occidente atlantico e Patto di Varsavia. Gli ultimi giorni di Bisanzio visti e traslati dall’anima dello scrittore come paradigma ultimo forse dei destini della sua stessa nazione. Affascinante libro, romanzo imperdibile per tutti gli appassionati di storia bizantina, ricco di attenti e interessantissimi riferimenti storici, Gli amanti di Bisanzio arriva da Iperborea che, ancora una volta, conduce alle nostre sponde mediterranee le parole di un autore del Nord Europa, un po’ come quei guerrieri vichinghi che trovarono la loro missione sulle rive del Bosforo.
Un libro.
Gli amanti di Bisanzio, di Mika Waltari (Iperborea).
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