Una circolarità dei momenti narrativi che si amalgama a una proiezione quasi geometrica di destini incrociati e annodati, ma non nel castello di calviniana memoria, bensì in una narrazione che è dei nostri tempi ma che questi tempi è capace di travalicare anche, trasfigurandosi in storia di sentimenti e amori, di sofferenze e condanne che diventano paradigma dell’umanità tutta. Questa icona sportiva, mediatica, dai successi eroici e dagli insuccessi estremi, icona sacrificatasi e sacrificata alla follia cannibalesca della contemporaneità certamente, ma anche umanissima nelle sue perdite e che è quel Marco Pantani, vincitore e sconfitto al contempo, osservato nella fulminea visione di un paio di gare, di qualche attimo di vita, e di vite perse, condannate e forse assolte, da quel Fausto Bianchi, prete spretato, uomo afflitto, padre immemore e condannabile e poi assolto da quel Dio che forse è donna in questa storia e in tante altre storie, quel Fausto Bianchi che nel nome e cognome rimanda a glorie ciclistiche che appaiono sconfitte nella e della sconfitta del Marco Pantani e del Fausto Bianchi stesso. Esiste tuttavia un conforto anche nella perdizione massima, anche nei destini che noi viviamo o siamo costretti a vivere. E questa mirabile proiezione geometrico narrativa dove la parte contiene il tutto ed è dal tutto contenuta e giustificata nella speranza umanissima che non ci sono forse mai momenti ultimi, e dove il narratore apre la narrazione alle comprensioni del mistero universale che furono di Giordano Bruno, ci regala momenti, attimi di autentica commozione e tenerezza, quella commozione e quella tenerezza che nascono dal dolore e dalla sofferenza. La memoria del Pirata veglia sui territori di questa storia, una storia in cui si fondono luoghi e sentimenti, periferie e campagne, e che giunge significativamente alla sua conclusione in quella Rimini che è stata testimone della tragica fine del Pirata e che oggi assiste alla rinascita del Bianchi Fausto attraverso quel figlio che di nome fa appunto Marco.
Un libro.
Nel nome di Marco, di Michele Marziani (edicicloeditore).
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