Ci sono sempre interzone che
definiscono momenti di passaggio, luoghi che trasmutano il conoscibile in
inconoscibile, eventi che nascondono, tra le pieghe del banale divenire quotidiano, una porta
che si apre su paesaggi infernali. L’”Ultima Sera”. È questo l’attimo spaziotemporale
in cui la vita del divenire quotidiano si trasfigura improvvisamente in sanguinaria icona
dipinta da un millenarista spietato che riecheggia gli autodafé pittorici e i
mondi alla rovescia di Hieronymus Bosch o di Bruegel. È questo l’accesso
luciferino che Colson Whitehead sceglie per abbattere e riscrivere la storia
delle abitudini reiterate di un mondo e di un immaginario che apparivano fin troppo scontati nella loro fiduciosa e incrollabile staticità.
Orde chimeriche e mostruose battono
ormai le vie di campagne e di metropoli. Fortini e palizzate evanescenti
sorgono a delimitare i confini di una certezza che altro non ha di suo se non
la procrastinazione preagonica della fine imminente. Luoghi destinati a delimitare i confini culturali di un
occidente globalizzato sono ormai soltanto campi di battaglia tra un’umanità
rarefatta e gli eserciti di Gog e Magog.
E questa apocalisse scioglie
lentamente nell’acido di una scrittura cadenzata tra l’interiorità della follia
e l’esteriorità dell’orrore ogni vacua certezza. Relitti delilliani di vite
postindustriali (il web ormai silente, come un eterno rumore bianco di orrore;
pc, stereo e televisori al plasma che nulla più trasmettono se non la loro
desolazione di rottami tecnologici; antibiotici senza effetto e supermarket che
grondano cibo marcescente; ristoranti alla moda ormai abbandonati e trasformati in avamposti
militari di una resistenza senza speranza; icone metropolitane che si
trasfigurano in estremi Checkpoint Charlie) vengono travolti dall'incedere inarrestabile di incubi
postmoderni che finora albergavano
silenti nella iconografia in bianco e nero di George A. Romero. Zona Uno è il territorio della battaglia
finale, è l’Armageddon alle cui pendici si raduneranno alla fine dei tempi
tutti i re della Terra in attesa della morte.
L’io narrante di Io sono leggenda è impazzito, ha
imbracciato un Ak 47 e ha fatto irruzione nella abitudinaria follia
dell’universo postmoderno di DFW e di DeLillo. E allora l’”Ultima Sera” non ha più potuto celare alcuna speranza, trasfigurandosi in resa dei conti estrema.
Un libro.
Zona Uno, di Colson Whitehead (Einaudi).
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