mercoledì 10 aprile 2013

Abbecedario, di Czeslaw MIlosz (Adelphi)


Esiste da sempre una interessantissima produzione editoriale che riguarda i libri che parlano di altri libri, di altri autori, di altre narrazioni.
Abbecedario, di Czeslaw Milosz appartiene proprio a questo tipo di produzione letteraria e nel suo più alto intendere. Premio Nobel per la letteratura nel 1980, Milosz racconta in sostanza la sua vita, le sue esperienze, i suoi incontri e lo fa suddividendo la narrazione in lemmi, proprio come un abbecedario.
La lettura di Abbecedario ci accompagna attraverso i momenti più cupi e politicamente più difficili della storia europea. Milosz parla della sua vita nella Polonia fra le due guerre mondiali, durante la spartizione russo tedesca provocata dal patto Ribbentrop-Molotov, durante la tragica occupazione nazista, durante la mutazione della Polonia in stato satellite del blocco sovietico. Dapprima fautore del regime comunista e poi suo grande critico, Milosz emigra infine negli Usa dove la stessa diaspora polacca lo tratterà con freddezza a causa del suo passato di collaboratore del regime filosovietico.
Una vita difficile, a volte piena di amarezze, ma che ha avuto sempre l’obiettivo della letteratura e della poesia. Abbecedario è un libro che si legge a volte come un romanzo alla Le Carré e che dimostra come la letteratura sia elemento inscindibile dagli avvenimenti storici e politici.
Milosz, attraverso il lento dispiegarsi dei lemmi del suo abbecedario, traccia un ritratto, narrando la sua vita e quella degli scrittori e poeti che ha conosciuto, di tutto il Novecento e da un punto di osservazione privilegiato che gli consente di produrre una vera e propria summa degli avvenimenti politico-letterari tra America ed Europa.
Come scrive lo stesso autore: “rinunciando alla possibilità di ritrarre il mio secolo in forma di romanzo, qualcosa ho pur sempre ritratto.”
Un libro.
Abbecedario, di Czeslaw Milosz (Adelphi).

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