Sfida per il titolo mondiale
dei pesi massimi, a Kinshasa, capitale dello Zaire, l’ex Congo belga, macchia
gialla nelle cartine del continente africano, summa estrema, piegata alle
esigenze televisive e pubblicitarie, di
sfide esotiche e di mortali cuori di tenebra conradiani.
Norman Mailer analizza,
espone, descrive. Entra ed esce dal personaggio del cronista per assumere le
sembianze affascinanti del narratore, di quel narratore che si amalgama in modo
definitivo con la stessa narrazione. Una narrazione prodromica, alla ricerca
del grande romanzo americano e mondiale, in attesa e in cerca del momento
determinante che analizzi una volta per tutte il momento totalizzante della
parola.
La sfida è ben più della
cronaca di un avvenimento sportivo, è ben più della rappresentazione di un
evento mondano. La sfida è una ricerca nell’animo profondo e sottotraccia
di quella sfuggente e definitiva macchina narrativa che è l’America. L’America
intesa come sfondo narrativo totale, come scenografia del tutto, come luogo
finale del confronto tra le anime e i corpi.
Norman Mailer trasfigura i
personaggi, i luoghi, le comparse, perfino il trascorrere del tempo, per cui le
settimane diventano secondi e i secondi si trasformano nelle ere geologiche di
una sfida non solo sportiva, ma umana, politica, mondiale.
Analisi antropologica,
culturale e romanzesca di un presente che comprende in sé tutto il passato di una
nazione e forse tutto il futuro del mondo, La
sfida è un match letterario che va oltre l’ultima ripresa e vince per Knock-out.
Un libro.
La sfida, di Norman Mailer
(Einaudi).
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