Diventiamo così troppo spesso schiavi
dell’inutile, del sovrabbondante, dell’eccessivo, spettatori di una rincorsa
che parte dal nulla per arrivare al niente.
Ferdinando Camon, con La mia stirpe ci richiama tutti
all’ordine, riscoprendo e presentando quella che dovrebbe essere la
narrazione principe di una comunità letteraria. Una comunità letteraria che dovrebbe avere l'obiettivo di andare
in cerca delle pietre miliari che segnano il divenire di una letteratura che
dovrebbe essere, e troppo spesso non lo è, degna di questo nome.
La mia stirpe
è una narrazione dell’animo umano, una narrazione della vita nel suo senso più
intimo. Ferdinando Camon non ha nessuna paura, nessuna remora nell’andare
contro pregiudizi e atti di fede fin troppo stupidamente e automaticamente
consolidati.
Il suo raccontare delicato e
forte al contempo non è soltanto un percorso in cerca delle proprie radici famigliari,
non è soltanto il confronto dell'io narrante con le figure archetipiche del padre e del figlio.
La mia stirpe
è un vero e proprio atto rivoluzionario come da tanto, da troppo, tempo non se
ne vedevano.
Ferdinando Camon ha il
coraggio di scardinare, con una narrazione completa, serena, pacata e non scevra
da una geniale autoironia, atti di fede fin troppo duraturi. Ferdinando Camon
ha la forza di presentare al lettore un libro di valore che dimostra, per
fortuna, che c’è ancora qualcuno che, attraverso la parola scritta, analizza
senza pudori ideologici il conflitto e il confronto che si inscena da sempre fra gli elementi
più importanti della vita e della morte.
La mia stirpe
è un libro determinante, importante, fondamentale e imprescindibile, ancor più
in questo momento. La mia stirpe è
una bussola letteraria che va letta e meditata. E dalla sua lettura e
meditazione vorrei che ne traessero qualche insegnamento gli scrittori, i
lettori e gli editori.
Un libro.
La mia stirpe, di Ferdinando Camon (Garzanti).
La mia stirpe, di Ferdinando Camon (Garzanti).
Nessun commento:
Posta un commento