E’ possibile leggere un
romanzo e ritrovarsi come immersi nelle atmosfere di un film di Rohmer o di Kieslowski?
E’ possibile leggere una storia e rimanere affascinati dalla prosa affilata,
come nel Decalogo, e dalla descrizione
acuta, e tuttavia mai ostentata, dei sentimenti, come in Racconto d’autunno?
E’ possibile, sì. Ed è possibile leggendo Rosa candida, questa delicata, forte,
commovente e intensa storia che ci arriva dall’autrice islandese Audur Ava Ólafsdóttir.
Dal nord Europa non arrivano soltanto detective e
hacker impegnati in trame nerissime e in complotti terroristici, ma anche
romanzi come questo, romanzi che apparentemente sembrano fuori dal tempo
proprio perché, in realtà, segnano quel tempo eterno della vita e dell’universo.
Rosa candida appare quasi come una trasfigurazione della nostra
epoca, resa e decritta sfrondando tutta la paccottiglia del superfluo e andando
invece al centro nevralgico delle eterne tematiche che agitano l’animo umano.
Creato con grande levità, ma scritto al contempo con
mano sicura, Rosa candida è una
epifania picaresca, carica di simboli e di citazioni.
Come quei dipinti rinascimentali, nei quali la
raffigurazione di ogni scena nascondeva elementi allegorici ed ermetici, così
questo bellissimo romanzo funge da allegoria di tutto ciò di cui avremmo
bisogno e che forse ci rammarichiamo di non avere mai avuto o di aver perso
per sempre.
Questo viaggio di questo giovane ragazzo, questo
incontro con le sue insicurezze, questo arrivo in questo monastero a sistemare
un roseto millenario, questo abate cinefilo e un po’ disilluso, questo villaggio
forse un po’ italiano, questa piccola e tenerissima bambina, questo affresco e
questo raggio di luce che trafigge la corolla della rosa istoriata sulla
vetrata della chiesa e che va ad appoggiarsi sulla guancia di questa bambina.
Tutto questo è Rosa
candida. Leggetelo e potrete anche voi essere testimoni di quel raggio di
luce.
Un libro.
Rosa candida, di Audur Ava Ólafsdóttir (Einaudi).
1 commento:
E' un libro bellissimo, poetico, ma il finale non mi è piaciuto. Delusione.
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