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Pantere Nere
Storia e mito del Black Panther party
"Accetto di essere considerato un fuorilegge, perché per cambiare le leggi devi metterti al di fuori della legge. Se fai così e la gente è con te, allora diventerai un eroe; se non lo è, allora diventerai un criminale. Accetto di essere considerato un deviante. Ho deviato dal rimanere docile. Questo governo ha distrutto il movimento, ha distrutto il fervore rivoluzionario della comunità... Ma sto aspettando che sorgano nuovi movimenti. I movimenti rivoluzionari arrivano a ondate e, se mi guardo intorno, vedo movimenti crescere dentro la comunità. Ora sono nel loro stadio infantile, ma io credo nella capacità del tempo di rimarginare tutte le ferite." (Huey P.Newton)
Organizzazione politica o gang criminale? Terroristi o militanti politici di base? Paradossalmente è possibile leggere la storia delle Pantere Nere in un modo o nell'altro, modificando la prospettiva con cui si guarda alle fonti: i rapporti di polizia o la letteratura del Black Panther Party, i giornali conservatori o la controinformazione. Nate nel 1966, l'anno del "black power", le Pantere Nere divennero in pochi anni la più famosa organizzazione rivoluzionaria degli afroamericani negli Usa. Passando da una microformazione di Oakland, in California, a un'organizzazione con diramazioni internazionali, le Pantere furono consacrate come avanguardia dal movimento di opposizione bianco e considerate una minaccia da estirpare a qualunque costo dalle istituzioni. Tutto in loro sembrava eccessivo: armati, troppo giovani, troppo arroganti, troppo determinati, troppo "visibili". Le Pantere hanno catturato l'immaginazione delle diverse generazioni ribelli di tutto il mondo, dagli anni Sessanta fino ai rapper dei nostri giorni. Il Black Panter Party è stato cancellato dalla repressione na non rimosso dalla coscienza critica degli afroamericani. E il vuoto che essi hanno cercato di riempire senza fortuna rimane tuttora aperto.
Contiene documenti originali delle Pantere nere, stralci dai documenti segreti dell'Fbi, una cronologia completa, una bibliografia esaustiva e centinaia di fotografie.
Il libro sull'organizzazione politica che più ha acceso l'immaginazione di varie generazioni di giovani rivoluzionari e ribelli: il Partito delle Pantere nere. |
L’AUTORE:
Paolo Bertella Farnetti, americanista e ricercatore universitario, lavora al dipartimento di Economia politica dell'università di Modena dove attualmente insegna Storia dei partiti e dei movimenti politici. Ha scritto e collaborato con "Primo Maggio" e "il manifesto".
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King Suckerman
Il capolavoro del grande giallista Pelecanos, autore di riferimento di Quentin Tarantino.
“Per tutti gli appassionati di thriller, Pelecanos è un autore da non perdere.” Michael Connelly
King Suckerman è un libro hardboiled, un vero e proprio inno al cinema blaxploitation, alla musica funky e soul, al basket e in generale alla cultura pop urbana degli anni settanta, oltre che un’indagine psicologica sul senso dell’onore, sul coraggio e l’amicizia.
Dietro le movenze del noir metropolitano teso e violento ritroviamo un’analisi spietata e senza compromessi sulle tensioni e le contraddizioni razziali che percorrono le strade della capitale americana. Perché Pelecanos ha fatto per Washington ciò che Raymond Chandler ha fatto per Los Angeles e Chester Himes per Harlem. E proprio la descrizione realistica e impietosa della vita nelle periferie della capitale americana (tanto da essere, Pelecanos, “lo Zola di Washington”) è il nucleo essenziale di King Suckerman.
King Suckerman (i cui diritti cinematografici sono stati acquistati dal rapper Sean Combs, "Puff Daddy") fa parte del cosiddetto “Washington D.C. Quartet”, assieme a Una dolce eternità, una serie di romanzi che ha imposto George Pelecanos come uno dei più importanti autori di noir dell’America di oggi.
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L’AUTORE:
George P. Pelecanos, figlio di immigrati greci, è nato a Washington D.C. nel 1957. Ha pubblicato quindici gialli ambientati nell’area di Washington che gli sono valsi il premio Raymond Chandler in Italia, il Grand Prix Du Roman Noir in Francia e il premio della Maltese Falcon Society in Giappone. Scrive per New York Times, Washington Post, GQ e numerose altre pubblicazioni. Ha inoltre diretto la Circle Films, una società indipendente di Washington nota per aver prodotto i primi tre film dei fratelli Coen e per aver fatto conoscere al pubblico statunitense il regista John Woo. Recentemente si è dedicato alla sceneggiatura televisiva, con la serie The Wire e la miniserie The Pacific, prodotta da Tom Hanks e Steven Spielberg. Già noto al pubblico italiano per Una dolce eternità (Il Giallo Mondadori, 2000), Vendetta (Piemme, 2001), Angeli neri (Piemme, 2002), Strade di sangue (Piemme, 2004), Il circo delle anime (Piemme, 2005), Fuoco nero (Piemme, 2006), Il giardiniere notturno (Piemme 2007), Il guardiano del buio (Piemme, 2009).
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Kraftwerk
Io ero un robot
Mito assoluto della musica elettronica, fin dagli anni settanta i Kraftwerk riscuotono un incredibile successo commerciale, come testimoniano hit quali The Robot o Trans Europe Express.
Questo gruppo tedesco ha compiuto una vera e propria rivoluzione musicale, diventando un punto di riferimento fondamentale della scena elettronica mondiale.
Primo libro in Italia sui Kraftwerk, amatissimi da un vasto pubblico e imitati da generazioni di musicisti, I Was a Robot di Wolfgang Flür, storico membro del gruppo, ricostruisce dall’interno le vicende, musicali ma anche private, dei Kraftwerk e viene oggi riproposto da Shake.
Un testo avvincente, arricchito da un ampio repertorio di immagini, indispensabile per comprendere una delle esperienze fondamentali della musica contemporanea.
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L’AUTORE:
Wolfgang Flür, membro dei Kraftwerk fin dalle origini, è uscito dal gruppo nel 1997, dando vita all’esperienza Yamo. Dopo essere stato pubblicato in Germania, I Was a Robot è stato tradotto con successo in diversi paesi. |
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