lunedì 21 febbraio 2011

Quattro chiacchiere con...Marino Magliani

Sono veramente contento di segnalare questo incontro. In primo luogo perché ho contribuito anch'io alla sua realizzazione, ma soprattutto perché ritroverò tre grandi autori che sono anche tre amici.
Nel frattempo ecco qualche indicazione introduttiva.
Qui potete leggere la mia intervista a Marino Magliani.
Qui potete leggere la mia intervista a Vincenzo Pardini.
Qui potete leggere la mia intervista a Mino Milani.
E qui la mia recensione al libro che sarà oggetto di questo incontro.

Marino Magliani scrittore e traduttore
dialoga con Vincenzo Pardini scrittore
Giovedì 24 febbraio 2011 ore 17,30 - Santa Maria Gualtieri-Pavia
“I fantasmi dell’Appennino”
Gli emigranti, i contadini, i pastori, gli struggenti paesaggi rurali popolati di fantasmi

coordina: Mino Milani - scrittore



Non rimpiango, non lacrimo, non chiamo Un romanzo a due voci. Due terre, la Liguria e la Toscana, di sensibilità e repertori linguistici contigui, insieme vicine e lontanissime. Gli emigranti, i contadini, i pastori, gli struggenti paesaggi rurali popolati di fantasmi e di storie senza tempo, sono i personaggi più incisivi che popolano le pagine di questo libro corale, cupo, potente, a tratti allucinatorio.

Marino Magliani (Dolcedo, Imperia, 1960), scrittore e traduttore, ha soggiornato a lungo in Spagna e in America Latina prima di stabilirsi in Olanda, dove attualmente vive e lavora. Ha pubblicato: “L'estate dopo Marengo” (Philobiblon 2003), “Quattro giorni per non morire” (Sironi 2006), “Il collezionista di tempo” (Sironi 2007), “Quella notte a Dolcedo” (Longanesi 2008), “La tana degli alberibelli” (Longanesi 2009) e, con Vincenzo Pardini, “Non rimpiango, non lacrimo, non chiamo” (Transeuropa 2010). 

Vincenzo Pardini nasce nel 1950 nella Valle del Serchio (Lucca). Inizia a scrivere da bambino, appassionandosi a Carlo Collodi e Renato Fucini. Nel 1975, a venticinque anni, spedisce alcuni dei suoi racconti a Enzo Siciliano per la rivista Nuovi Argomenti. L'anno seguente due di questi racconti furono pubblicati. Durante la sua carriera ebbe modo di conoscere alcuni importanti scrittori italiani: Giovanni Raboni, Cesare Garboli, Natalia Ginzburg (che lo definì "Il nostro Maupassant ") e Alberto Moravia.

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