Era il 21 dicembre del 2008 quando scrivevo il primo post su questo blog. Sono passati dieci anni. Dieci anni di recensioni, di notizie letterarie, di interviste. Dieci anni di collaborazioni editoriali, di libri e racconti scritti e pubblicati, di presentazioni letterarie, di partecipazioni a festival letterari come relatore. L'autore che iniziò questo blog dieci anni fa ora è come morto. Tutto quello che ero dieci anni fa non c'è più, per mia fortuna.
Mi sono preso la libertà impagabile di evadere, di scappare a gambe levate dal mondo tragicomico dei libri, degli scrittori, dell'editoria, dei lettori. Ho inteso appropriarmi di un ventennio sabbatico che mi depurerà completamente dalle tossine malsane accumulate in dieci anni di frequentazioni letterarie psicotiche e venefiche e amen se questo ventennio supererà la mia rimanente aspettativa di vita. Ho avuto la (s)ventura di essere compagno di strada di editori illusi e boriosi, di agenti letterari arroganti e incapaci, di pseudo postulanti e orecchianti del mondo universitario delle lettere, di scrittori dagli ego smisurati come bolle ripiene di strame puteolente, (entrambe queste due categorie protagoniste di un provincialismo emetico), di librai saccenti del tutto inconsapevoli di annichilire la loro funzione, di lettori inutili e nevrotici come recensori nevrastenici di TripAdvisor e tanto mi basta per non guardarmi indietro e per, invece, guardare a un futuro libero da cotanta tristezza e immondizia mentale e soprattutto libero dai libri, dalla lettura, dalla scrittura e dalla parola scritta.
Non salvo nessuno, se non forse un paio di scrittori autentici e genuini e due libraie che fanno onore alla loro missione, ed è inutile che ne faccia i nomi perché immagino che possano riconoscersi in questa breve attestazione di stima.
Signori non è stato per niente bello e per questo vi saluto tutti e a mai più rivederci.
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