lunedì 6 agosto 2018

Il ventesimo numero de Il Colophon


Tutto nell'universo nasce, vive e muore. Anche Il Colophon, la rivista di letteratura di Antonio Tombolini Editore che, arrivato al suo ventesimo numero (più di tre anni di lavoro) termina qui. Solo le parole del direttore Michele Marziani nel suo editoriale sono in grado di rendere la forza e la commozione di chi, come me, per più di tre anni ha scritto in ogni numero di questa rivista che è stata citata come esempio di letteratura moderna e innovativa. Come in ognuno dei numeri di questi tre anni ovviamente anche in questo ci scrivo anch'io. Il tema di questo numero era Rimini, inteso in senso letterariamente amplissimo, come luogo narrativo nonché come luogo segnato dalle ombre di Pier Vittorio Tondelli, Federico Fellini e tanti altri. Alla luce del fantasma di Pier Vittorio Tondelli intervisto lo scrittore Piersandro Pallavicini, che fu ai tempi vicino al rinascimento marchigiano della letteratura anni'80, Massimo Canalini che di Tondelli fu amico e mentore e recensisco il tondelliano Un Weekend postmoderno. Il tutto con le meravigliose illustrazioni di Marta D'Asaro. Il Colophon è finito ma non sono finite le idee e le narrazioni che per tre anni ci hanno segnato in modo indelebile.
Come scrive MIchele Marziani nell'editoriale (che non dimenticherò mai per forza e commozione): È vero che ogni rivista che chiude è una voce che si spegne, ma è altrettanto vero che tutti quelli che hanno scritto sulla rivista in questi anni hanno parlate originali, cristalline, possenti, scanzonate, capaci di farsi sentire ovunque. Le voci non muoiono. Trovano altre terre e altre case. Ci rivedremo da qualche parte per raccontarci quanto sono stati belli questi anni letterari passati insieme.

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