Sono rare le occasioni in cui una scrittura nitida e al contempo pregna di significati riesce a rappresentare il senso più intenso del narrare. Questi bellissimi Racconti da un mondo offeso di Romano Augusto Fiocchi segnano una di queste rare occasioni, occasioni che si presentano al lettore in cerca di narrazioni profonde e intense.
Se la stoffa dello scrittore si rivela dalla sua capacità di raccontare il presente trasfigurandolo nell'eternità dei sentimenti, in modo che il raccontare medesimo divenga a sua volta espressione e strumento in grado di andare oltre il tempo, allora Fiocchi è uno dei pochi narratori attuali con la stoffa dello scrittore di razza. Leggendo questi racconti il lettore si rende conto che gli stessi sono partecipi del grande fiume della letteratura europea, quella di Böll, di Dürrenmatt, di Bernhard, di Beckett. Una letteratura che è riuscita perfettamente nell'intento di raccontare gli umani al di là di loro stessi, al di là dei confini delle singole anime, sino a giungere alla definizione di un immenso affresco in cui lo straniamento si coniuga all'ineludibile domanda sul più intimo senso dell'esistenza.
È un presente, quello di Fiocchi, che non può prescindere dagli estremi conflitti militari e politici che lo segnano, nella stessa misura in cui ogni narratore non può prescindervi, in quanto ogni narratore è, anche e spesso suo malgrado, immerso nella incessante epifania di sofferenza ed eroismo che, sin dai poemi omerici, definisce il consorzio umano, ma che tuttavia, in questo caso, assurge a singolari e affascinanti modalità espressive.
È infatti il punto di vista da cui viene generata la narrazione a mutare, a compiere una sorta di rivoluzione copernicana nella quale gli umani abdicano al ruolo di definitori onniscienti della realtà, una realtà che ormai li ha superati, relegandoli alla posizione di bellicosi comprimari senza speranza, alla funzione di involucri di sopraffazione. Una realtà che ormai può essere narrata solo dagli oggetti, oggetti che appaiono come gli unici testimoni in grado di osservare, con sgomenta pietas, quell'eterno sacrificio pagano al dio della guerra che gli umani celebrano sin dalla loro comparsa nell'universo, oggetti che, irreversibilmente, dimostrano di avere quell'anima che l'umanità ha soltanto immaginato di avere ma che, probabilmente, non ha mai posseduto.
Racconti da un mondo offeso, di Romano Augusto Fiocchi (bookabook).
Nessun commento:
Posta un commento