Oggi è morto un libraio. Un libraio che ha rappresentato una parte importante della mia vita di lettore e di scrittore. Giuseppe Sampietro gestiva la libreria "L’Incontro", sotto i portici di Viale della Libertà, nella città in riva al Ticino. Ho frequentato gli scaffali della sua libreria sin dai primi giorni della mia vita di matricola universitaria, nei primi anni Ottanta, portato lì da un altro grande lettore e amante dei libri, mio fratello e ho seguitato a visitarli fino alla chiusura, negli anni Novanta. Per anni nella sua libreria ho passato ore di nebbiosi pomeriggi invernali o di afose mattine estive a sfogliare libri e a leggere quarti di copertine. Nella sua libreria c’era tutto e lui tutto conosceva dei libri. Si avvicinava e ti diceva per i tipi di *** è appena uscito questo oppure ti parlava sempre con discrezione di autori e di editori. Lui di te, come lettore, conosceva l’anima. Quando entravi nella sua libreria lui e la moglie erano sempre intenti a leggere e ti salutavano con un cenno, un cenno pieno di parole non dette. Tu passavi tra gli scaffali, leggevi, assaggiavi pagine, osservavi titoli, in un tacito e condiviso accordo eterno di amore per i libri. Molti dei titoli che fanno parte della mia personale libreria li ho acquistati da lui. Ricordo ancora le buste in cui metteva i libri che compravi, con il logo della libreria in stile Politecnico di Vittorini. Prima di internet, prima dei social, prima di anobii e goodreads, prima di scrivere e pubblicare. La sua libreria era aperta anche la mattina di domenica, anche la mattina di Natale. Una parte di me è rimasta in quella libreria di Viale della Libertà.
Oggi è morto un libraio.
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