Autrice in cui convivono simbioticamente la sua storia
personale e la totalizzante e continua analisi del suo paese, analisi che
conduce fin dagli anni Sessanta con lo strumento del romanzo, del racconto, del
saggio, la Gordimer
è un monumento vivente, una testimone degna della più classica tradizione
omerica.
Per mezzo della sua produzione narrativa abbiamo assistito
alla mutazione di una nazione che dall’apartheid boero è passata attraverso il
crollo del regime segregazionista per giungere a una difficile democrazia che
porta in sé le stimmate di tutte le difficili transizioni politiche del
continente africano.
Febbrile nella struttura del suo segno stilistico, definitiva nel
tratteggio dei personaggi, appassionata e realista al contempo, Nadine Gordimer
da sempre costruisce vere e proprie architetture narrative che diventano
profonde testimonianze di ansie private e di drammi pubblici e politici, trasfigurati
narrativamente con l’uso di un linguaggio affilato frutto di uno stile asciutto
e privo di inutili ridondanze.
Minuziosi nella illustrazione delle piccole particolarità
delle loro vite, i personaggi della Gordimer rimangono afasici di fronte all’epifania
del loro fallimento politico, fallimento che è ancora più grave nella misura in
cui sfugge a quegli stessi personaggi per trasformarsi in deus ex machina privo
di alcuna pietà.
E quel fallimento non è mai completamente immutabile, senza
vie di fuga, ma diviene semplicemente il logico sviluppo di un divenire storico
che lentamente divora sogni e speranze.
Ora o mai più racconta
il punto estremo della trasformazione di una società, trasformazione perseguita
pervicacemente con la lotta più dura, con la guerriglia, con gli attentati,
trasformazione che però non ha partorito le speranze di chi per quella
trasformazione ha combattuto. Una democrazia ottenuta dopo anni di persecuzioni
e che tuttavia non regge alla corruzione, agli interessi particolaristici, al
populismo.
I personaggi della Gordimer (boeri, africani, inglesi,
borghesi, rivoluzionari) hanno sempre condotto le loro esistenze nella
convinzione che comunque sarebbero rimasti fedeli alle loro radici.
Ora, forse, è giunto il momento di andarsene.
Un libro.
Ora o mai più, di
Nadine Gordimer (Feltrinelli).
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