Veleggia nella malinconia indicibile
tra opprimenti distese di mattoni
la navicella notturna, inestinguibile,
salpata dai Giardini di Alessandro,
lampione solitario in mezzo al buio,
rosa gialla sospesa sopra il capo
dei diletti che passano ai suoi piedi.
Veleggia nella malinconia indicibile
il coro ronzante di ubriachi e insonni.
Nella Mosca notturna uno straniero
ha scattato una foto tristemente,
e intanto svolta sull'Ordynka
un taxi con passeggeri sofferenti,
mentre abbracciati alle palazzine
stanno gli spettri.
Veleggia nella malinconia indicibile
un poeta che triste vaga per la città,
e triste accanto a una drogheria
sta il portinaio dalla faccia tonda,
si affretta lungo la desolata via
un amante attempato e fascinoso.
A mezzanotte il treno, fresco sposo,
veleggia nella malinconia indicibile.
Veleggia nel buio di Zamoskvorèč'e
colui che ignaro nuota verso la sventura,
echeggia sulla triste scala gialla
una voce dall'accento ebreo,
e alla vigilia dell'ultimo dell'anno,
dall'amore verso la mestizia,
veleggia una bellezza celebrata
che non sa dire la sua malinconia.
Veleggia la fredda sera nei tuoi occhi,
tremolano fiocchi di neve sul vagone,
un vento livido, gelato, aderisce
alle mani dal palmo arrossato,
si spande il miele delle luci serali,
l'aria profuma dolce di chalvà,
è la vigilia della Natività che porta
alto sul capo il dolce della notte.
Su un'ombra blu cobalto, in mezzo al mare
di mattoni e tetti, il tuo Anno nuovo
veleggia nella malinconia indicibile,
quasi la vita stesse per ricominciare
con la promessa di successo e gloria
giorni felici e pane a sazietà,
quasi la vita da sinistra a destra ora
potesse invertire il suo oscillare.
Da Poesie di Natale, di Iosif Brodskij (Adelphi)
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