Se l’elemento dominante del divenire storico è il conflitto, la nostra contemporaneità ci pone per la prima volta di fronte a una mutazione sostanziale. Il conflitto non nasce più dal confronto tra strutture politiche, sociali ed economiche ben determinate e organizzate. Il conflitto non vede più istituzioni e sistemi che si scontrano nella eterna battaglia per la supremazia delle forme e degli ordini che ognuno di essi rappresenta.
Lo stesso scenario della battaglia è completamente mutato e non risponde più a nessun tentativo di interpretazione messo in pratica attraverso quegli schemi consolidati che, parte essi stessi di quello scenario, sono entrati non tanto in una fase di crisi, quanto in un vero e proprio stato di obsolescenza.
Stato di obsolescenza che è penetrato così in profondità al punto da rendere indispensabile una interpretazione del conflitto che deve essere necessariamente e totalmente nuova e che deve tenere conto di elementi che sembrano apparentemente estranei alla sua stessa struttura, ma che, proprio da quella apparente estraneità, traggono tutta la loro forza dirompente.
Una lenta ma inesorabile parcellizzazione della società contemporanea è l’elemento che unisce e caratterizza la mutazione sociale, economica e politica. E, come in un grande e inquietante scenario phildickiano, Franco Berardi Bifo riesce a scardinare quella narrazione propagandistica che il presente fa di se stesso, andando a svelare tutta la menzognera propaganda di un consolidato storytelling che altro non è se non la matrice che tutto governa o crede di governare.
Nulla è separato dal resto e la realtà quotidiana di ognuno di noi è ormai fortemente intrisa di parole d’ordine e di comportamenti indotti da una silenziosa condivisione e commistione di mondo reale e virtuale. Condivisione e commistione silenziosa e invasiva, che porta modificazioni non soltanto nella percezione che della loro funzione hanno i gruppi di individui, ma anche e soprattutto nella percezione che di sé stesso ha ognuno di noi.
La prospettiva infinita della rete, la matrice senza tempo del web, il riposizionamento continuo provocato dalla ridondanza di informazioni e dalla mutazione del linguaggio hanno ricadute non solo tecniche o interpretative, bensì contribuiscono pesantemente a una sorta di alterazione semantica e sintattica dell’individuo e della sua conoscenza ed espressione.
Un dogma che apparentemente nega ogni dogma. Un pensiero unico che apparentemente nega ogni pensiero unico. Un inquietante mix di capitalismo selvaggio intento ad accaparrarsi il valore di ogni contenuto e di produttori di contenuti che si autoilludono di essere protagonisti in nome di una finta libertà e che invece sono confinati in un recinto senza fine di precarietà.
È questo il lato della matrice che Franco Berardi Bifo ha avuto il coraggio di mostrarci.
Ed è il lato in cui siamo, spesso inconsapevolmente, prigionieri.
Un libro.
La sollevazione. Collasso europeo e prospettive del movimento, di Franco Berardi Bifo (Manni).
Nessun commento:
Posta un commento