Ci sono termini che hanno un fascino intrinseco, immaginifico, quasi ipnotico. Indie si applicava, fino a qualche tempo fa, al mondo delle produzioni cinematografiche indipendenti, sganciate dal business delle major. Oggi il termine si applica a quegli autori che stanno esplorando il mondo dell'ebook, soprattutto come autori che si autopubblicano, ma non solo. L'ebook e l'editoria digitale stanno rivoluzionando non solo lo strumento e il contenuto, non solo il ruolo dell'editore e del lettore, ma anche quello dell'autore. Secondo Bob Mayer il concetto di scrittore indie supera l'immagine dello scrittore che si autopubblica, delineando una figura nuova di autore che, pur appoggiandosi a editori e agenti, ha, grazie ai punti di fusione e contatto tra il libro digitale e il web, la possibilità di muoversi con più agilità e rapidità. La nuova figura di autore, insomma, non è più passiva, in attesa che un agente e/o un editore gli scandiscano i tempi promozionali di ciò che ha scritto, ma assume un ruolo più da protagonista, esattamente come già fanno i lettori che sul web analizzano e condividono la produzione letteraria ed editoriale.
Sono un autore indie? Non mi autopubblico, ma mi appoggio a un editore nuovo ed entusiasta, che, al contempo, crea ed esplora. Un editore che si può tranquillamente definire, appunto, indie. E io, che sono un indipendente, mi trovo benissimo a seguire questa via delle (scritture) indie.
Una via che lentamente raggiunge i suoi obiettivi. L'ossessione per le parole, grazie all'accordo fra il mio editore (Errant Editions) e la piattaforma Narcissus (nome evocativo di affascinanti viaggi conradiani) aumenta il numero degli store dai quali può essere scaricato (l'elenco aggiornato è qui).
Buona lettura allora e buon viaggio, naturalmente verso le indie.
Nessun commento:
Posta un commento