mercoledì 30 novembre 2011

L'ossessione per le parole (Errant Editions)

C'è sempre un filo che lega tra loro i libri, le storie, le parole, gli scrittori. Un filo evanescente e al contempo tenace. Un filo che unisce le parole in un'unica grande e infinita narrazione. Ed è proprio per andare in cerca di questo filo che Francesca Mazzucato mi ha proposto di pubblicare con Errant Editions L'ossessione per le parole (l'ebook è acquistabile da qui). Un progetto che ho condiviso subito e che subito mi ha affascinato. Mi piace questa "piccolissima casa editrice digitale, senza fissa dimora e che muove i primi passi adagio, come un bambino barcollante. Un cucciolo. Errante, quindi pronta a muoversi per cercare le storie . A volte anche per raccontarle. Vogliamo arrivare ovunque, globali, ma con cura, grazia e buon gusto."
Errant Editions è composta da un collettivo di associazioni culturali italiane e straniere (francesi, ungheresi e svizzere ma non solo), singoli, teatri, piccoli editori molto vicini, siti internet, e-zine. E così nasce L'ossessione per le parole (che inaugura la collana "Criticism Project"):  "Una serie di scritti che vanno in cerca di quel rapporto sottotraccia che unisce letteratura e web, cinema e musica. Cabotaggi narrativi che seguono un sottile filo rappresentato dalla continua emersione di feticci letterari come Borges, DeLillo, Pynchon e da presenze narrative, filmiche e musicali. C’è un segreto rapporto che lega i lettori alle narrazioni? O i lettori stessi sono la narrazione primaria? E un film o un brano rock sono così differenti da un romanzo? Esistono luoghi ideali per la narrazione? Le risposte sono forse celate nelle domande. Visioni, storie e parole che compiono un viaggio circolare dove il punto di partenza si (con)fonde con la meta." Nel corso del 2012 L'ossessione per le parole verrà tradotto in inglese e in francese.

martedì 29 novembre 2011

I link alla recensione di "Amsterdam è una farfalla"

La mia recensione di Amsterdam è una farfalla, di Marino Magliani, è stata ripresa da La poesia e lo spirito e dal blog di Giovanni Agnoloni.
Inoltre mi corre l'obbligo (piacevolissimo) di un ringraziamento ad Alberta Lia e Laura, le due titolari della libreria Le mille e una pagina, che domenica 27 novembre hanno ospitato la presentazione del libro di Marino. Una libreria attiva e indipendente, tanto pubblico, e un Marino Magliani disponibilissimo che ha risposto alle mie domande di fronte a questo pubblico attento e numeroso.
Ma i libri e le storie riservano sempre sorprese. Amsterdam è una farfalla è molte cose. Tra le altre è anche una summa di citazioni e di riferimenti più o meno nascosti che Magliani tributa ai suoi autori di culto. Terminata la presentazione, mentre ci soffermiamo a guardare tra gli scaffali, prendo distrattamente in mano un libretto della Sellerio, Stella distante, di Roberto Bolaño. Marino mi dice che nel suo libro c'è una citazione proprio di quel romanzo.
Libri e storie che si intrecciano.
In un tardo pomeriggio di nebbia, in mezzo alla pianura succede anche questo.

lunedì 28 novembre 2011

sabato 26 novembre 2011

Il Primo Amore ha cambiato indirizzo

Questo è un comunicato per tutti gli appassionati di letture letterarie in rete. Il Primo Amore (blog letterario, nonché rivista cartacea) ha cambiato indirizzo. Adesso lo potete trovare qui, in quello che la redazione definisce immaginificamente (e foriero di interessanti produzioni work in progress) come "accampamento provvisorio". Per chi vuole seguire tutta la produzione anteriore gli archivi sono qui. Un saluto a Giovanni Giovannetti e a Teo Lorini e un grande in bocca al lupo a tutta la redazione.

Funziona così

Certo, un editore deve far quadrare i bilanci. Non può fare beneficenza. Esistono corsie preferenziali. Chi ha un seguito televisivo e scrive un romanzo, viene pubblicato. Vende più copie. E' normale. Credo che presto si arriverà a pubblicare chi ha un seguito nutrito sui social network. Perché venderà più copie. E' normale.
Francesco Petrarca fu laureato poeta a Roma. Il particolare è che, all'epoca, non lo conosceva nessuno. Era soltanto un poeta di belle speranze amico di un paio di cardinali e del re di Napoli con, in più, qualche conoscenza giusta alla Sorbona. E' normale. Funziona così.
Leggo su qualche blog letterario di grido che si teorizza ormai la recensione per i libri degli amici. E chi la teorizza dice che è giusto così. L'esposizione mediatica in televisione, la condivisione dell'hahstag giusto su twitter. Ormai le primedonne della letteratura contemporanea si scelgono così. E' normale. Funziona così. La letteratura non è più una questione di contenuti, ma di tecniche SEO. E' normale. Funziona così. Basta saperlo.
Buon fine settimana a tutti.

giovedì 24 novembre 2011

La presentazione di "Amsterdam è una farfalla"

Se non avete ancora conosciuto Marino Magliani questa è la vostra occasione. Domenica 27 novembre, alle ore 17,30, presso la libreria Le mille e una pagina, a Mortara (PV), avrò infatti il piacere di presentare lo scrittore ligure (e olandese d'adozione) che parlerà del suo ultimo romanzo Amsterdam è una farfalla, edito da edicicloeditore. L'incontro è in collaborazione con Tracce di Territorio.

mercoledì 23 novembre 2011

Amsterdam è una farfalla, di Marino Magliani (edicicloeditore)

Se pensate ad Amsterdam è una farfalla come a una tranquilla guida della città olandese compilata per l’occasione, e a uso e consumo degli amanti della bicicletta, da uno scrittore italiano che in Olanda ci vive, ebbene vi state sbagliando.
Marino Magliani, con la sua scrittura dalle pieghe inquiete e dall’incedere ritmico, amalgama i piani di lettura, i personaggi, gli avvenimenti.
Vero e proprio metaromanzo Amsterdam è una farfalla trasferisce sulla carta la lezione di La nuit americaine di Truffaut e ci regala una storia che ha per trama il work in progress di un altro romanzo, romanzo dove il tempo e i tentativi di misurarlo (fermarlo, forse) si intersecano con la storia delle meridiane. Ma in questo sapiente gioco di specchi di borgesiana memoria anche il romanzo in progress si trasforma rapidamente in pretesto e metafora. Pretesto per collegare, a volte, la trama ad altre narrazioni (la storia di Amsterdam, dei suoi luoghi, degli scempi urbanistici) e metafora di un presente che, attraversato da continui rimandi ai piani temporali del futuro e del passato, riserva sorprese a proposito di una realtà che non è mai come appare.
Lo stesso Autore si presenta come doppelganger di se stesso e di quel Gregorio Sanderi progettista di meridiane e di orologi solari che, protagonista di quel romanzo in fieri ambientato nel 2100 e che non sarà mai scritto, è, al contempo, personaggio che compare anche in altri romanzi di Magliani.
E questo fiume carsico di avvenimenti e di personaggi veri prestati alla narrazione e di personaggi inventati che reinterpretano una realtà che forse è una finzione, si manifesta a sua volta trasfigurato in quella scenografia ipogea che ci porta nelle viscere dantesche di una città che nasconde presenze minacciose e misteri insondabili che forse è meglio rimangano tali.
Così come si amalgamano i piani temporali anche i piani stilistici si fondono. Non ci sono gli stilemi classici di un noir o di un giallo, ma proprio il loro rifiuto rende ancora più inquietante e terribile una storia che Magliani (ma quale Magliani? Il Magliani scrittore? Il Magliani personaggio? Ecco la bravura dell’Autore, contemporaneamente visibile e nascosto) racconta con presunta svagatezza, ma una svagatezza che altro non è se non il prodromo di un finale angoscioso nella sua apparentemente inevitabile accettazione.
Il mio vicino ha, dipinta sulla facciata della sua casa, una bellissima meridiana. Un paio di estati fa Marino Magliani fu ospite a casa mia. Uscendo in strada rimase come rapito da quella raffigurazione e stette a guardarla immobile per un buon quarto d’ora. Lì per lì considerai la cosa una sorta di interesse forse un po’ eccentrico. Oggi, dopo aver letto Amsterdam è una farfalla, ho finalmente la risposta. Ma un dubbio ancora mi rimane. Quel giorno a casa mia chi c’era? Il Magliani scrittore? Il Magliani personaggio di un romanzo? O forse era Gregorio Sanderi?
Un libro.
Amsterdam è una farfalla, di Marino Magliani (edicicloeditore).

lunedì 21 novembre 2011

Martin Amis e i racconti di DeLillo

Don DeLillo
Scrittori che descrivono se stessi, scrittori che descrivono il loro mondo, scrittori che scrivono di altri scrittori. C'è sempre questo punto di inevitabile arrivo dove chi scrive deve scrivere di altri che, come lui, scrivono. E Martin Amis scrive di Don DeLillo.
Ho letto molto di Martin Amis, ex "enfant prodige" (e anche "terrible") della letteratura britannica. Figlio d'arte, elegante provocatore, riesce spesso, nei suoi romanzi, nel difficile compito di stupire se stesso prima ancora degli altri. Credo che il suo Territori londinesi (riproposto tempo fa da Einaudi con il titolo originale di London fields) sia un raro esempio di onirica follia, non scevra da una sottile vena di humor (un po' come se Nick Hornby avesse un incubo). 
E come poli che, prima o poi, devono per forza attrarsi Martin Amis si occupa di The Angel Esmeralda: Nine Stories, la raccolta di racconti di Don DeLillo. Il pezzo di Amis è appena uscito su "The New Yorker" (lo potete leggere qui).
Ammetto di essere di parte: sono un fan di Amis e di DeLillo. Ma l'incontro a distanza, sul filo delle parole, fra questi due maestri merita veramente la lettura.

venerdì 18 novembre 2011

I racconti di DeLillo e il self-publishing della Penguin

Era una notizia che circolava da tempo tra i rumors letterari. Adesso è ufficiale: è finalmente uscita la raccolta di racconti a firma di Don DeLillo. Si intitola The Angel Esmeralda: Nine stories. Pubblicata da Scribner, editore, tra l'altro, di Hemingway, Scott Fitzgerald, Vonnegut, raccoglie nove racconti scritti tra il 1979 e il 2011.
La raccolta è divisa in tre parti e i titoli già incuriosiscono gli estimatori dello scrittore definito, a torto o a ragione, maestro del postmoderno. CreationHuman Moments in World War IIIThe Runner, The Ivory AcrobatThe Angel EsmeraldaBaader-MeinhofMidnight in DostoevskyHammer and SickleThe Starveling, questi i titoli dei nove racconti che, come un microcosmo, mi pare rappresentino bene, se e i titoli, come credo, sono l'anteprima del contenuto di un'opera, le tematiche che DeLillo ha sempre inseguito nei suoi romanzi.

Un'altra notizia arriva dal mondo editoriale d'oltreatlantico: la Penguin Books apre al self-publishing. Con un prezzo compreso tra i 99 e i 549 dollari (a seconda del tipo di servizi che l'autore autoprodotto è disposto a utilizzare) sarà possibile fregiarsi del marchio editoriale che vede tra i suoi autori Roald Dahl e Beatrix Potter. Quale sarà la percentuale riservata agli scrittori autoprodotti? Il 30% per gli ebook venduti a un prezzo inferiore ai 2,99 dollari e il 70% per gli ebook venduti a prezzi superiori.

mercoledì 16 novembre 2011

Il letterato: usi e costumi, di William Marx (Guanda)

Quando eravamo piccoli prima o poi si finiva con il farsi regalare un microscopio oppure con l’usare quello che, qualche tempo prima, era stato regalato a un fratello o a una sorella di qualche anno più grande di noi. E cominciava allora il vero e proprio divertimento che consisteva nel posizionare sul vetrino qualunque cosa minuscola ci capitasse a tiro, per tentare di scoprire quella segreta struttura che ci appariva fonte di grandi misteri. Il tutto almeno fino a quando non ci saremmo stancati di fare i ricercatori per finire poi nell’inevitabile partita di pallone con altri ex piccoli scienziati.
A William Marx, quando era bambino, devono aver senz’altro regalato un microscopio, microscopio che ha poi abbandonato per diventare, con gli anni, docente di storia della letteratura comparata all’università di Parigi X. Ma la passione del microscopio non gli deve essere mai passata e sul vetrino ha messo quella che, come indicato dal sottotitolo de Il letterato: usi e costumi, è una vera e propria specie anomala.
William Marx, come un novello Jean-Henri Fabre, analizza con passione entomologica, unita a un grande senso dell’umorismo, la figura del letterato da Confucio a Barthes, creando un grande e interessante affresco che, con levità, raffigura la storia della parola, del libro, della conoscenza e della cultura.
Un viaggio nel tempo che riesce ad abbattere le stesse barriere temporali e ci dimostra come l’amore e la passione per i libri e la lettura altro non sono se non una costante che riappare sempre uguale a se stessa e che accomuna la storia umana. Un amore e una passione a volte brucianti e spesso anche foriere di sofferenza, ma che sempre hanno, come scopo ultimo, quello di farci fare un passo avanti verso quello spazio infinito che vive nelle nostre anime. Un libro che sarebbe piaciuto a Borges, a Calvino e, sono sicuro, piacerebbe anche a Ermanno Cavazzoni.
Un libro.
Il letterato: usi e costumi. Da Confucio a Barthes, la storia bizzarra di una specie anomala, di William Marx (Guanda).

giovedì 10 novembre 2011

Cari libri, cara Italia, un clic forse vi salverà (Un'anteprima da Io Donna)

Questo articolo, a firma di Raffaele Oriani, uscirà sul numero di Io Donna in edicola sabato 12 novembre. 
Ringrazio Alessandra Versaci, Digital PR Io Donna, per avermene concesso la pubblicazione in anteprima.


Cari libri, cara Italia, un clic forse vi salverà

Mentre annaspiamo sui mercati
finanziari e il mondo sembra
toglierci quella fiducia che
ci siamo guadagnati in millenni
di storia, è partita la battaglia
per salvare la nostra memoria:
231 milioni di volumi conservati
in 12 mila biblioteche. Senza
i quali il nostro Paese vale meno.
Ce la faremo mandando tutto
in rete. Da consultare via tablet

E’alta, solida, fin troppo essenziale. E
talmente diffusa che l’agenzia di stampa
Bloomberg nel 2009 ha creato il Billy Index
per monitorare il potere d’acquisto su scala
planetaria. Ma la mitica libreria dell’Ikea,
presente in oltre 40 milioni di case di 38 nazioni diverse,
misura anche altre cose: secondo l’Economist il nuovo
modello che passa da 28 a 38 centimetri di profondità
dimostrerebbe che gli svedesi danno ormai per perso il
libro di carta. Fuori tascabili e hard cover, dentro ninnoli,
schermi al plasma, foto di amici e parenti: per la semplice
ragione che la lettura digitale non ha bisogno
di librerie. Ma se è così, avrà bisogno di biblioteche? Il
futuro è d’obbligo, perché gli ebook muovono ora i primi
passi, guadagnando terreno in fretta al di là dell’Atlantico,
ma procedendo cauti in Europa dove si sono appena
conquistati l’1 per cento del mercato tedesco e meno
dello 0,5 di quello italiano. Ma seppur a rilento il futuro
arriverà anche da noi: nel 55 per cento delle case italiane
con meno di 50 libri, in quell’8 per cento che ne possiede
più di 400, e nelle sale foderate di volumi delle 12.375
biblioteche pubbliche della Penisola.
Leggere in pace e leggere di tutto. Le biblioteche sono
“granai pubblici” dove ammassare riserve per lo spirito,
scrive Marguerite Yourcenar nelle Memorie di Adriano. Ci
sono biblioteche che custodiscono l’eredità della nazione
e biblioteche dove si prendono a prestito i volumi che non
si vogliono comprare in libreria. Le prime sono tenute a
non buttare via nulla, le seconde ogni anno si liberano di
un buon 2 per cento dei depositi eliminando il dimenticato
bestseller di vent’anni fa o il flop clamoroso della scorsa
stagione. Tra scaffali e caveau i lettori hanno comunque
a disposizione un patrimonio immenso: le ultime stime
dell’Istituto centrale per il catalogo unico (Iccu) parlano
di 231.578.339 volumi e opuscoli complessivi (periodici
esclusi). Solo le 46 biblioteche statali custodiscono 23
milioni di volumi a stampa e 198mila manoscritti: una
linfa culturale che circola nel Paese grazie a oltre due
milioni di consultazioni in loco e quasi 300mila prestiti
all’anno. Su questo paesaggio secolare soffia ora il vento
della lettura digitale. È facile prevedere che sconvolgerà
tutto, anche se per il momento ha inciso quasi solo
sulle abitudini delle biblioteche universitarie: «I pochi
che leggono, leggono ancora il cartaceo» sintetizza un
funzionario della direzione Biblioteche del ministero
dei Beni culturali.
Eppure qualcosa si muove. Dal 2005 è attivo il progetto
di Internet Culturale che, in partnership con una settantina
di biblioteche storiche, ha già digitalizzato e riversato
in rete 650mila tra volumi a stampa, spartiti e manoscritti.
Nel 2010 Google e il ministero dei Beni culturali
hanno annunciato la digitalizzazione e la messa on line
- nel giro di una decina d’anni - di un milione di volumi
delle Biblioteche nazionali di Roma e Firenze. Finora si è
trattato di tradurre in pixel testi al riparo da ogni diritto
d’autore, tanto che il progetto targato Google si ferma fin
troppo prudenzialmente a pubblicazioni pre-1850. Ma
cosa succede se in biblioteca irrompe l’ebook fresco di
stagione? Il romanzo che campeggia in tutte le librerie
con la fascetta dello Strega o del Campiello? A Bologna
Giulio Blasi ha fondato MediaLibrary Online, un sistema
di prestiti in Rete che in un paio d’anni ha aggregato
duemila biblioteche decise a raccogliere la sfida del libro
digitale. «Al momento abbiamo in catalogo diecimila li-
bri italiani e 1750 quotidiani in 40 lingue diverse» spiega
questo manager già allievo di Umberto Eco. «Il tutto è a
disposizione degli utenti delle biblioteche convenzionate,
che possono accedere online, scaricare il titolo e leggerselo
per 14 giorni su un massimo di sei diversi lettori digitali». 
La biblioteca passa così dal possesso all’accesso, dalla
custodia fisica allo smistamento digitale del libro. Secondo
Blasi, con un duplice vantaggio: «A una buona rete di
biblioteche un prestito cartaceo può costare fino a 4 euro;
con il nostro sistema non si spendono più di 50 centesimi.
E poi la velocità di reazione: se segnalo che vorrei leggere
Acciaio di Silvia Avallone, tra la mia richiesta e la disponibilità
effettiva del cartaceo possono passare settimane
o mesi. Con MediaLibrary, il volume è a disposizione in
tempo reale». Viva i libri, quindi, viva il digitale. Ma se
tutto avviene in Rete, che fine faranno le biblioteche?
Il 29 per cento delle biblioteche italiane è ospitato in un
“palazzo monumentale”. Qualcosa come 3.573 strutture di
sangue blu. Ma non è solo questione di prestigio storico.
Stefano Parise è presidente dell’Associazione italiana
biblioteche e dirige la fondazione “Per leggere” che unisce
54 Comuni della cintura milanese. È uno dei più affezionati
“clienti” di MediaLibrary, ma non crede che un
clic potrà mai valere una sala di lettura: «Soprattutto nei
centri minori la biblioteca è un presidio che lo scambio
in Rete non è in grado di sostituire. Spesso siamo l’unico
luogo di incontro per i ragazzi e l’unico palcoscenico di
offerta culturale». Sono cambiate, stanno cambiando, ma
non spariranno: «Nel mondo della lettura digitale - continua
Parise - noi bibliotecari saremo “personal trainer”
della lettura, cartografi della conoscenza in rete».
Il bibliotecario lavorerà sempre meno tra gli scaffali
e sempre più tra Twitter e Facebook, secondo Giulio Blasi.
Invece secondo Parise la scommessa sarà vinta solo se
il libro digitale non si ritorcerà contro la lettura in biblioteca:
«Il rischio è che i rapporti di forza si spostino ancor
più a vantaggio degli editori. Un libro cartaceo è della
biblioteca finché non si sfascia, un volume elettronico
spesso è vincolato a un numero limitato di download».
Ma siamo appena agli inizi. Gli e-reader italiani sono
poco più di 200mila, in fondo anche Ikea ha smentito
l’addio libro di carta. Ci sarà tempo per sbrogliare la matassa
di diritti e interessi della lettura digitale: «Lei parla
di e-book» sospira il solito funzionario del ministero dei
Beni culturali. «Ma a me preoccupa l’intonaco: ha idea di
quante biblioteche cadono a pezzi?».

mercoledì 9 novembre 2011

La trilogia di Fabio Montale, di Jean-Claude Izzo (edizioni e/o)

Ci sono libri che hanno il pregio di accrescere il nostro immaginario, creando parallelismi con altri libri, altre narrazioni, altri autori. Tempo fa, nel frequentare la mia libreria preferita, mi imbattei in un volume corposo, dalla copertina che ritraeva una chiara visione del vicolo (caruggio, direbbero a Genova) di una città marinara. Le città di mare mi hanno sempre affascinato. Sono città che difficilmente si aprono, che difficilmente si fanno comprendere, gelose di quella loro particolare posizione che le fa quasi sembrare figure mitologiche, a metà strada tra una certezza (la terraferma) e una sfida (il mare). 
Ed è certamente una sfida quella che Jean-Claude Izzo ha raccolto nel comporre i tre romanzi (Casino totale, Chourmo, Solea) che compongono La trilogia di Fabio Montale.
Sarebbe troppo semplice parlare di noir o di polàr. È una cosa che non mi interessa. A me interessano le storie, i personaggi, i dialoghi, le sensazioni. Non mi interesso dei generi. Mi interesso delle parole scritte. E quelle che Izzo ha utilizzato nel creare un vero e proprio affresco di una cera Francia mediterranea mi portano, per forza di cose, alle parole di Jean-Patrick Manchette. Come Izzo si immerge letteralmente in un mondo fatto di sapori, di odori, di sensualità, di afrori mediterranei, così Manchette sembra invece stagliarsi in solitudine contro un gelido vento normanno.
Sono due differenti visioni, due differenti posizioni e non soltanto di tiro.
Manchette scrive nei Settanta. La sua è una Francia che sa ancora di Maggio francese, di gollismo, di cravatte nere e sottili portate su camicie bianche, di mocassini lucidi e pantaloni a sigaretta. Izzo scrive almeno dieci anni dopo. La sua Francia è cambiata. I suoi visi non sono più quelli di Jean Gabin o di Lino Ventura, ma quelli di Vincent Cassel e di Said Taghmauoi. La Francia di Manchette è una Francia inevitabilmente parigina e settentrionale mentre quella di Izzo non è nemmeno il Midì, ma è Marsiglia, è Nizza. Le donne di Manchette sono algide, nevrotiche, pericolose, metropolitane. Quelle di Izzo sono sensuali, forti, coraggiose.
In Manchette c’è il vento (come dimenticare l’incipit di Posizione di tiro?). In Izzo c’è l’immobilità dolciastra e salmastra di un pomeriggio estivo.
Manchette ha i ritmi sincopati di un batterista jazz, è ossessionato dalle descrizioni maniacali degli abiti dei suoi personaggi e dai dati tecnici delle armi. Izzo ha i ritmi pieni di un percussionista raï, è ossessionato dai sapori dei cibi, dai colori del mare, dagli odori dei luoghi, dalle radici dei suoi personaggi e dal loro sradicamento. La trilogia di Fabio Montale è un baedeker fondamentale per comprendere il nostro presente e le sue contraddizioni. La trilogia di Fabio Montale è un libro necessario.
Un libro.
La trilogia di Fabio Montale, di Jean-Claude Izzo (edizioni e/o).

lunedì 7 novembre 2011

DICIOTTO SECONDI, conversazione con Giorgio Scianna (Con Piersandro Pallavicini e Angelo Ricci)

Cosa vi resta addosso dopo la lettura di Diciotto Secondi prima dell’alba (Einaudi 2010). Con Piersandro Pallavicini e Angelo Ricci. Parleremo di Ksenja, di Edoardo, di Novgorod e di Milano. Di Pavia e di come si diventa uno scrittore nella Bassa. Il tutto davanti alle birre del San Siro!
Tre scrittori pavesi in una botta sola. E avete ancora dei dubbi?
Giorgio Scianna è nato nel 1964 a Pavia. Esordisce in Anticorpi, antologia Einaudi 1997. Il suo primo romanzo è Fai di te la notte (Einaudi 2007, Premio Giovanni Comisso). Nel 2010 pubblica da Einaudi Diciotto secondi prima dell’alba. Quest’anno a luglio debutta al festival Inequilibrio di Castiglioncello La palestra, spettacolo teatrale tratto da un suo testo e a settembre esce il suo saggioNarrativa italiana oggi: istantanee e confini (RCS – Corriere della Sera). Collabora con la rivista Linusdove tiene la rubrica Il Luogo del delitto, dedicata, tra l’altro, al rapporto tra le storie e i luoghi.
Piersandro Pallavicini, nato a Vigevano nel 1962, ha pubblicato tra gli altri i romanzi Madre Nostra che Sarai nei Cieli (Feltrinelli 2002), Atomico Dandy (Feltrinelli 2005), African Inferno (Feltrinelli 2009). Collabora al supplemento letterario TuttoLibri de La Stampa. Il suo nuovo libro, Romanzo per Signora, è in uscita per Feltrinelli nel febbraio 2012.
Angelo Ricci (Novara, 1964) è un lomellino da sempre indeciso se definirsi lombardo o piemontese. Si è laureato in giurisprudenza a Pavia. Ha pubblicato il romanzo Notte di nebbia in pianura (Manni) e ha partecipato all’antologia Nero Lombardia (Perrone Lab). È in uscita la sua raccolta di raccontiPadania Blues (Eumeswil).
I Giovedì del San Siro
Ogni giovedì dalle 22 circa al bar San Siro in corso Garibaldi 75, a Pavia, una mezz’ora di reading, chiacchiere e immaginazioni a cura de L’Avventore (alias Armando Barone, lettore onnivoro e appassionato), davanti a una birra (o due). Le serate sono aperte a presentazioni, dibattiti, mostre e – volendo – anche alla pubblicità. 
Info e calendario completo sul blog: http://igiovedidelsansiro.wordpress.com/
Per anticipazioni e aggiornamenti: pagina facebook I Giovedì del San Siro.

venerdì 4 novembre 2011

10 italiani che hanno conquistato il mondo, di Simone Marcuzzi (Laurana Editore)

Personalissima e godibilissima la top ten di Simone Marcuzzi che con 10 italiani che hanno conquistato il mondo ci dà un esempio di narrazione originale e interessante. I piani descrittivi si intersecano e si mescolano moltiplicando i punti di vista e i piani temporali, la narrazione si fonde con il saggio e viceversa. Il titolo è quasi un pretesto, quasi una voluta provocazione, quasi un tentativo di sviare il lettore verso una delle tante (e, a volte, scontate) classifiche dei dieci italiani che hanno rappresentato qualcosa per un qualche autore. Ma, appena vi immergete nella lettura, quelli che vi vengono incontro non sono dieci quadretti descrittivi e pedagogici, ma dieci racconti veri e propri. Simone Marcuzzi si espone in prima persona e, consapevole del fatto che un narratore ben difficilmente riesce a nascondersi, senza fretta racconta, narra, descrive con levità e ironia una sorta di lento apprendistato. Tanti sono i rimandi a una giovinezza che deve fare i conti con le difficoltà (lavorative e non) che nascono da tempi confusi e precari. Tante sono le rimembranze di una adolescenza a volte ancora vicina alla fine della fanciullezza, altre volte invece più matura e già un po’ più disincantata. Tanti sono i ricordi, le reminiscenze, i piccoli ritratti di famiglia, tutti visti però con una lieve nostalgia non priva di un certo distacco, forse prodromico di una consapevolezza velata di future e irrinunciabili malinconie. Ognuno di questi racconti, ognuna di queste piccole esperienze di vita circostanzia e prepara la descrizione di quelle dieci figure di italiani che, finalmente, ora si manifestano al lettore per quello che realmente sono sempre stati: i miti, i punti fermi, le colonne di un pantheon letterario, musicale, postmoderno, pop e anche un po' underground.
Simone Marcuzzi, mentre racconta di se stesso, racconta anche di tutti noi.
Un libro.
10 italiani che hanno conquistato il mondo, di Simone Marcuzzi (Laurana Editore).

giovedì 3 novembre 2011

Dillo a modo tuo - Il concorso letterario dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla

Vi segnalo una iniziativa promossa da AISM Associazione Italiana Sclerosi Multipla per sensibilizzare gli utenti alle tematiche della solidarietà: si tratta di un concorso letterario online, nel quale l’utente deve scegliere una parola (legata alle tematiche della solidarietà) e personalizzarla attraverso il linguaggio creativo che preferisce: un testo, delle immagini oppure dei video.
www.dilloamodotuo.it vuole essere uno spazio di condivisione dedicato a persone appassionate di letteratura (in palio ci sono dei buoni libro Feltrinelli e, tra coloro che inseriranno dei contributi inediti, 3 corsi di scrittura creativa della Scuola Holden di Torino) ma soprattutto un modo per coinvolgere e aggregare persone potenzialmente sensibili alle tematiche della solidarietà.

“Dillo a Modo Tuo” è il concorso online promosso da AISM Associazione Italiana Sclerosi Multipla che mette in palio 40 Buoni Feltrinelli da 50 € e 3 corsi online della Scuola Holden.
Fino al 22 Novembre vai su www.dilloamodotuo.it, scegli una parola legata al mondo delle emozioni e aggiungi ad essa testi, foto e video: darai così vita a una sorta di dizionario, in una vera e propria logica di libera co-creazione. Arricchirai insieme agli altri utenti le parole che più contano, esprimendoti nelle modalità e attraverso i linguaggi che preferisci.
“L’obiettivo di questa operazione” spiega Francesco Derchi, Business Manager di Dartway Divisione Interactive di Pbcom, l’Agenzia che ha curato meccanica, piattaforma e creatività del progetto e che collabora con AISM ormai da XXX anni “è di costruire valore intorno ad AISM allargando al contempo il db donatori ad una fascia più giovane e culturalmente sensibile alle tematiche sociali”.
 “Dillo a Modo Tuo” è l’evoluzione digitale del concorso letterario lanciato da AISM lo scorso anno insieme a “Una mela per la vita”, che vuole far sentire l’utente sempre più protagonista. Sono infatti presenti una serie di strumenti di condivisione che creano momenti di engagement e gratificazione, e soprattutto una meccanica di premiazione che incentiva l’interazione: a ogni azione (login, condivisione, commenti…) corrisponde un punteggio; più questo è alto più probabilità si hanno di essere estratti e vincere ogni 2 settimane 10 buoni da spendere sul sito www.lafeltrinelli.it. Tra tutti coloro che avranno proposto contenuti inediti, una giuria costituita da prestigiosi blogger letterari sceglierà inoltre i vincitori di 3 corsi online della Scuola Holden.
Un’operazione innovativa al quale i blogger di alcuni tra i più importanti progetti letterari italiani partecipano attivamente: perché non solo faranno parte della giuria, ma hanno contribuito a diffondere l’iniziativa e hanno proposto una parola con una loro definizione personale. Perché per loro, così come per AISM, l’unica Associazione in Italia che da oltre 40 anni rappresenta e afferma i diritti delle persone con SM e dei loro familiari, erogando servizi e promuovendo la ricerca scientifica, i fatti sono importanti. Ma anche le parole hanno il loro peso.