lunedì 29 aprile 2013

Torna il Premio Letterario Tracce di Territorio

Il Premio Letterario Nazionale Tracce di Territorio torna e lo fa nella cornice della manifestazione Riso&Rose. Da sempre il Tracce di Territorio ha privilegiato il rapporto fra editoria, cultura, territorio e zone di confine e quale migliore cornice di questa di Riso&Rose che unisce eventi culturali che si svolgono tra il Monferrato e la Lomellina, luoghi ricchi di storia e di storie che fondono Lombardia e Piemonte.
Il Premio Letterario Nazionale Tracce di Territorio edizione 2013 è stato assegnato a Gian Arturo Rota e Nichi Stefi per il libro Luigi Veronelli-La vita è troppo corta per bere vini cattivi, edito da Giunti/Slow Food Editore.

Gian Arturo Rota conosce Luigi Veronelli quando è studente universitario e quell’incontro diventa la scintilla di un intenso rapporto ventennale. Ha diretto Veronelli Editore, per cui ha curato a lungo la guida ai ristoranti e scritto Sagre e feste d’Italia e Dizionarietto gastronomico; per Class Editori Mangiare Lungocosta. È stato Giurato a La prova del cuoco (Rai Uno). È responsabile dell’Archivio Veronelli. Collabora con SpiritodiVino e Monsieur.
Nichi Stefi autore televisivo e teatrale laureatosi in Estetica con Gillo Dorfles, per la Rai ha diretto tra l’altro Linea VerdeStar bene a tavola e Il viaggio sentimentale nell’Italia dei vini, maturando un profondo legame professionale e personale con Veronelli. In campo enoico ha scritto I vignaioli storiciIl PortoProgetto di un vinoGiacomo Bologna. Ha curato la guida Gli spumanti d’Italia e diretto per Veronelli Editore la collana I Semi e la rivista ExVinis.

La cerimonia di premiazione si terrà sabato 11 maggio 2103 alle ore 17, presso la Sala Pertini del palazzo comunale di Mede Lomellina (PV).
Qui è possibile scaricare la brochure degli eventi di Riso&Rose 2013.

Si ringraziano la Provincia di Pavia, il comune di Mede Lomellina, l'associazione Mon.D.O. Monferrato Domanda Offerta.

martedì 23 aprile 2013

Il panico quotidiano, di Christian Frascella (Einaudi)

Elementi esternalizzati che si interiorizzano nell’animo, sino a divenire metafore, segni, significati, come quella cecità di Saramago che vulnera l’umanità o quel morbo velenoso di Camus che annichilisce lo spirito di una comunità. Elementi esiziali, paralizzanti che sono messaggeri di ulteriori crepe, di altre fenditure che lentamente frantumano vite apparentemente banali, ma di quella banalità che è sempre anteprima angosciante di futuri orrori. Stimmate definitive di disagi che invalidano e che sono, al contempo, semina e frutto del passato e del presente. Stimmate che vanno però intese in una disanima più ampia, che possa anche allontanarsi dall’effetto apparentemente immediato degli avvenimenti. Christian Frascella con questo Il panico quotidiano scrive e descrive non soltanto il divenire di sofferenze intimamente connesse con l’anima, ma dipinge un affresco dei nostri anni, sapientemente fondendo l’appalesarsi della afflizione coartata nei labirinti interiori dell’io narrante con quella afflizione condivisa e dimorante in modo ancor più palpabile nei rapporti umani e nella rete sconnessa e sfilacciata di una società che non sa garantire più nulla. I personaggi di Frascella sono protagonisti dolenti di una collettività postindustriale in cui la disarticolazione dei rapporti sociali è il riverbero angosciante della disarticolazione dei patti che per decenni avevano regolato il mondo del lavoro. Romanzo industriale quindi, ma non certo nell’ottica di quello che così fu definito, quello che ebbe i suoi narratori in Volponi o in Ottieri. Romanzo industriale contemporaneo, che si affranca dalla semplice descrizione delle dinamiche della fabbrica, perché quella descrizione senso non ne può più avere. Romanzo che riesce a comprendere come la sofferenza tragicamente indotta dalle mutazioni che hanno trasfigurato la classica definizione di “fabbrica” intesa come luogo paradigmatico del lavoro sia passata dalla sua primigenia dimensione sociale, lavorativa, sindacale (condivisa per decenni in un patto sociale che ora non è più), superando i confini di un ambito politico che ha abdicato alla sua funzione di compensatore del conflitto sociale, a una dimensione forzosamente privata. Ed è ormai in quella dimensione privata e individuale che si è spostato quel conflitto che, privo ormai di ammortizzatori collettivi, dilaga distribuendo fratture insanabili in un ambito personale e solipsistico ormai patologizzato senza speranza. La classe operaia non è andata in paradiso e l’operaio Massa non ha più una piazza in cui urlare il suo disagio. Il volantino che annuncia una sciopero è stato sostituito dal bugiardino di una confezione di benzodiazepine.
Un libro.
Il panico quotidiano, di Christian Frascella (Einaudi).

sabato 20 aprile 2013

Narrativa in 140 caratteri, di Sonia Lombardo (Smashwords Edition)

Spazi che si moltiplicano, luoghi che procreano territori che, a loro volta, intercettano zone di confine inesplorate. Come le dimensionalità ipertrofiche che si autogenerano e che si autolegittimano creando quelle materialità soggettive che dominano le realtà dei vecchi romanzi cyberpunk alla William Gibson e alla Bruce Sterling, così la nostra prossimità quotidiana è dominata dai social network. E se E. M. Forster, quando scrisse nel 1927 Aspetti del romanzo, ricorse a metafore paesaggistiche per definire il rapporto fra scrittori e scrittura, oggi quelle metafore dai toni quasi preraffaelliti sarebbero sostituite totalmente dai toni nascenti dalla fluorescenza digitale dello schermo di un laptop. Ma, così come sosteneva Forster, la volontà di raccontare e di raccontarsi è stata da sempre una componente fondamentale dell’umanità, al punto che, secondo l’Autore di Passaggio in India e di Camera con vista, le emozioni di uno scrittore di fronte alla macchina da scrivere (oggi di fronte alla tastiera di un pc) erano le stesse dell’ìgnoto ominide che, all’alba dei secoli, aveva scolpito nottetempo sulle pareti di una caverna le scene di caccia cui aveva assistito durante il giorno.
Sonia Lombardo esamina con questa sua opera proprio quell’esigenza atavica e insopprimibile che l’umanità ha di raccontare e di raccontarsi e lo fa proponendoci l’analisi di uno di questi territori digitali. Il rapporto tra Twitter e la letteratura nasce in modo estremamente naturale, ma, al contempo, deve sottostare a precise regole che nascono dal mezzo stesso, in una riproposizione di quelle realtà digitali che plasmano nuove potenzialità espressive e di narrazione. È questa una sfida decisamente interessante che ha padrini importanti. L’Autrice cita fra tutti l’Italo Calvino delle Lezioni Americane, ma come non pensare alla predilezione per la brevità che ha sempre affascinato Borges e la sua convinzione che tutte le storie si generassero le une dalle altre.
Assistiamo così alla trasformazione di Twitter in nuova mappatura del mondo, in innovativo laboratorio meticcio in cui si ibridano storie, storie che danno vita a nuove narrazioni che fondono e sorpassano la dicotomia scrittore/lettore, giungendo alla creazione di un nuovo luogo in cui, ancora una volta, si riafferma l’ineludibile volontà dell’uomanità di fermarsi ad ascoltare una storia.
Un libro.
Narrativa in 140 caratteri, di Sonia Lombardo (Smashwords Edition).

venerdì 19 aprile 2013

Diritto e Letteratura

Ciclo di seminari dedicati a “Diritto e Letteratura”, Almo Collegio Borromeo, maggio 2013

DIRITTO E LETTERATURA
Locandina: dirittoletteratura_locandina.pdf
Mercoledì 8 maggio 2013, h. 21
MARIA PAOLA MITTICA (Università degli Studi di Urbino Carlo Bo)
Il canto e le leggi
Lunedì 13 maggio 2013, h. 18
CRISTINA COSTANTINI (Università degli Studi di Bergamo)
The Equitable Joke: figure dickensiane, testualizzazioni spaziali e strutture narrative del Common Law inglese
Mercoledì 15 maggio 2013, h. 14 (Aula G1, Palazzo S. Tommaso)
GIAMPAOLO AZZONI (Università degli Studi di Pavia)
Peter Handke e lo stile del diritto
Mercoledì 15 maggio 2013, h. 21
LUIGI AZZARITI-FUMAROLI (Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli)
Friedrich Dürrenmatt o l’impossibilità della giustizia
Lunedì 20 maggio 2013, h. 18
GIULIO MARIA CHIODI (Università degli Studi dell’Insubria)
Momenti dell’epos pre-giuridico
Martedì 21 maggio 2013, h. 21
FABRIZIO SCIACCA (Università degli Studi di Catania)
Metafore della normatività e problemi filosofici in Franz Kafka
Tutti gli incontri (tranne il terzo) si svolgono presso l’Almo Collegio Borromeo.
Su richiesta verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

martedì 16 aprile 2013

Luigi Veronelli-La vita è troppo corta per bere vini cattivi, di Gian Arturo Rota e Nichi Stefi (Giunti/Slow Food Editore)

Ci sono libri che sono vere e proprie tracce, tracce che devono essere seguite per la ricerca di una dimensione, di quella dimensione che unisce narrazione e patrimonio culturale. Mappe, segni, segnalazioni che dalla apparente semplicità quasi borgesiana dell’elencazione alfabetica finiscono con l’indicare percorsi che dalla memoria giungono al presente, così come il presente si appalesa come frutto della memoria. Le parole nascono dalle esperienze e dalle pietre di territori che lasciano il loro indelebile segno nelle anime di chi ha saputo benevolmente viverli e, nel viverli, interpretarli. Narrazione definitiva nel suo essere comunque aperta, rendiconto di bilanci affascinanti che hanno unito sapere ed esperienza, racconto colmo di colme e sempre vivificanti passioni. Ogni storia, ogni romanzo, ogni descrizione deve vivere del e nel sangue delle sue proprie radici, altrimenti vive di stentata e artefatta artificiosità. È questa la differenza fondamentale tra le parole che abitano nel riflesso delle altre e le parole, invece, che, come quelle di questo libro, sanno insufflare nel lettore l’autenticità di un gesto, di un pensiero, di un attimo che, nel suo apparente istante, riesce a  divenire eloquente interprete dell’eternità delle cose.
Gian Arturo Rota e Nichi Stefi sanno regalarci con questo libro ben più del ritratto di una nobile figura, ben più del ricordo di memorie che tanta importanza hanno avuto per il patrimonio culturale nazionale. Gian Arturo Rota e Nichi Stefi riescono a darci le coordinate ineludibili di quello che dovrebbe essere ogni narrare del territorio, ogni narrare della ricchezza del nostro ambiente, ogni narrare della inestinguibile, nonostante tutto, volontà di rinascita delle nostre radici. Luigi Veronelli si trasfigura, in questa importante opera, in eterno messaggero di ciò che di fondamentale risiede nella terra, nella vita e nelle anime. L’impegno che abbiamo il dovere di assumerci è quello di esserne degni.
Un libro.
Luigi Veronelli-La vita è troppo corta per bere vini cattivi, di Gian Arturo Rota e Nichi Stefi (Giunti/Slow Food Editore).

lunedì 15 aprile 2013

Torna Il Maggio dei Libri

Torna Il Maggio dei Libri. Questo blog sostiene questa lodevole iniziativa inserendo, per tutta la durata della manifestazione (fino al 31 maggio), il relativo banner nella colonna di destra.

Ecco il comunicato stampa.
Roma, 15 aprile 2013. Per il terzo anno consecutivo torna Il Maggio dei Libri, la campagna nazionale promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con l'Associazione Italiana Editori, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio dellaCommissione Nazionale Italiana per l'UNESCO. La campagna si avvale inoltre del supporto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, dell’Unione delle Province d'Italia e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile, la campagna inizia il 23 aprile, in coincidenza con la Giornata mondiale UNESCO del libro e del diritto d'autore, prosegue con la Festa del Libro che si amplia dal 23 al 27 maggio e, altra novità dell'edizione 2013, si prolunga fino al termine del mese, concludendosi il 31 maggio.

Quest'anno sono tre i claim scelti per rappresentare e accompagnare l'iniziativa: Parti con noi, Fuggi con noie Abbuffatevi. Tre suggestioni – testuali, grafiche, ideali – che sottintendono lo spirito dell'intera campagna e lo straordinario potenziale dei libri e della lettura: strumenti che permettono di rimettersi in movimento (sconfiggendo anche la paralisi mentale e fisica della crisi), di evadere dalle prigioni spesso un po' troppo grigie del quotidiano e di nutrire virtuosamente la propria mente.

Oltre a rilanciare con nuove parole-chiave e nuovi eventi, l'edizione 2013 conferma alcuni dei capisaldi che sono stati determinanti per il successo dei primi due anni della campagna: dall'impegno a portare i libri al di fuori dal loro contesto abituale (conquistando scuole, circoli, parchi, associazioni culturali e persino uffici postali e treni, grazie a un accordo di partnership con Poste Italiane e Italo), all'obiettivo di coinvolgere anche coloro che ancora non hanno scoperto il piacere della lettura, all'attenzione particolare rivolta a settori fondamentali per il rilancio culturale, sociale e generazionale del paese, come il Web, la scuola e i giovani.

Proprio ai lettori più giovani sono dedicati numerosi progetti: tra gli altri, Leggere... mi piace (concorso rivolto ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie, invitati a descrivere il loro rapporto con i libri attraverso una realizzazione grafica o un prodotto audiovisivo, informazioni su www.cepell.it); Amo chi legge... e gli regalo un libro, mirato al sostegno delle biblioteche scolastiche e di pubblica lettura, e il concorso è-book, rivolto ai ragazzi universitari (promossi da AIE-Associazione Italiana Editori); La Valigia dei Libri, il viaggio itinerante che – dopo gli ottimi riscontri del 2012 – riporta scrittori importanti del panorama nazionale nelle classi di scuole elementari, medie e superiori e Cartoline da un libro (gioco letterario in collaborazione conRepubblica@Scuola).

Si rinnova anche l'appuntamento con il Premio Il Maggio dei Libri, dedicato alla valorizzazione dei cinque migliori progetti di promozione della lettura aderenti alla campagna. Curato dal Centro per il libro e la lettura, il premio sarà nuovamente suddiviso in cinque differenti categorie, a conferma della grande varietà ed eterogeneità delle iniziative: biblioteche, scuole, associazioni culturali, strutture sanitarie e di reinserimento (ospedali, carceri, comunità terapeutiche), librerie.

Nel 2012, Il Maggio dei Libri ha raccolto 2.400 adesioni (il 93% in più dell'edizione precedente) dal 23 aprile al 23 maggio. Circa 27.500 utenti hanno commentato, discusso e condiviso le tematiche lanciate dalla campagna e la piattaforma online ha raccolto 50mila visite, con oltre un milione e 600mila contenuti visitati. Considerato l'elevato interesse sociale dell'iniziativa, oltre 220 emittenti radiofoniche (tra cui 5 nazionali) e 30 testate (tra periodici e quotidiani) hanno contribuito concedendo gratuitamente spazi pubblicitari. La copertura dei media ha compreso oltre 1.200 articoli su carta stampata e Web, dedicati alla campagna nel suo complesso o alle singole iniziative.

Tutte le informazioni su come aderire alla campagna sono su www.ilmaggiodeilibri.it, mentre per contatti, condivisione di esperienze e interazioni social, il Maggio dei Libri è su Facebook, all'indirizzo www.facebook.com/ilmaggiodeilibri. Sono disponibili anche le applicazioni gratuite per smartphone, compatibili per sistemi operativi Android e iOS (Apple).   

mercoledì 10 aprile 2013

Abbecedario, di Czeslaw MIlosz (Adelphi)


Esiste da sempre una interessantissima produzione editoriale che riguarda i libri che parlano di altri libri, di altri autori, di altre narrazioni.
Abbecedario, di Czeslaw Milosz appartiene proprio a questo tipo di produzione letteraria e nel suo più alto intendere. Premio Nobel per la letteratura nel 1980, Milosz racconta in sostanza la sua vita, le sue esperienze, i suoi incontri e lo fa suddividendo la narrazione in lemmi, proprio come un abbecedario.
La lettura di Abbecedario ci accompagna attraverso i momenti più cupi e politicamente più difficili della storia europea. Milosz parla della sua vita nella Polonia fra le due guerre mondiali, durante la spartizione russo tedesca provocata dal patto Ribbentrop-Molotov, durante la tragica occupazione nazista, durante la mutazione della Polonia in stato satellite del blocco sovietico. Dapprima fautore del regime comunista e poi suo grande critico, Milosz emigra infine negli Usa dove la stessa diaspora polacca lo tratterà con freddezza a causa del suo passato di collaboratore del regime filosovietico.
Una vita difficile, a volte piena di amarezze, ma che ha avuto sempre l’obiettivo della letteratura e della poesia. Abbecedario è un libro che si legge a volte come un romanzo alla Le Carré e che dimostra come la letteratura sia elemento inscindibile dagli avvenimenti storici e politici.
Milosz, attraverso il lento dispiegarsi dei lemmi del suo abbecedario, traccia un ritratto, narrando la sua vita e quella degli scrittori e poeti che ha conosciuto, di tutto il Novecento e da un punto di osservazione privilegiato che gli consente di produrre una vera e propria summa degli avvenimenti politico-letterari tra America ed Europa.
Come scrive lo stesso autore: “rinunciando alla possibilità di ritrarre il mio secolo in forma di romanzo, qualcosa ho pur sempre ritratto.”
Un libro.
Abbecedario, di Czeslaw Milosz (Adelphi).