martedì 16 aprile 2013

Luigi Veronelli-La vita è troppo corta per bere vini cattivi, di Gian Arturo Rota e Nichi Stefi (Giunti/Slow Food Editore)

Ci sono libri che sono vere e proprie tracce, tracce che devono essere seguite per la ricerca di una dimensione, di quella dimensione che unisce narrazione e patrimonio culturale. Mappe, segni, segnalazioni che dalla apparente semplicità quasi borgesiana dell’elencazione alfabetica finiscono con l’indicare percorsi che dalla memoria giungono al presente, così come il presente si appalesa come frutto della memoria. Le parole nascono dalle esperienze e dalle pietre di territori che lasciano il loro indelebile segno nelle anime di chi ha saputo benevolmente viverli e, nel viverli, interpretarli. Narrazione definitiva nel suo essere comunque aperta, rendiconto di bilanci affascinanti che hanno unito sapere ed esperienza, racconto colmo di colme e sempre vivificanti passioni. Ogni storia, ogni romanzo, ogni descrizione deve vivere del e nel sangue delle sue proprie radici, altrimenti vive di stentata e artefatta artificiosità. È questa la differenza fondamentale tra le parole che abitano nel riflesso delle altre e le parole, invece, che, come quelle di questo libro, sanno insufflare nel lettore l’autenticità di un gesto, di un pensiero, di un attimo che, nel suo apparente istante, riesce a  divenire eloquente interprete dell’eternità delle cose.
Gian Arturo Rota e Nichi Stefi sanno regalarci con questo libro ben più del ritratto di una nobile figura, ben più del ricordo di memorie che tanta importanza hanno avuto per il patrimonio culturale nazionale. Gian Arturo Rota e Nichi Stefi riescono a darci le coordinate ineludibili di quello che dovrebbe essere ogni narrare del territorio, ogni narrare della ricchezza del nostro ambiente, ogni narrare della inestinguibile, nonostante tutto, volontà di rinascita delle nostre radici. Luigi Veronelli si trasfigura, in questa importante opera, in eterno messaggero di ciò che di fondamentale risiede nella terra, nella vita e nelle anime. L’impegno che abbiamo il dovere di assumerci è quello di esserne degni.
Un libro.
Luigi Veronelli-La vita è troppo corta per bere vini cattivi, di Gian Arturo Rota e Nichi Stefi (Giunti/Slow Food Editore).

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