giovedì 12 gennaio 2012

La gamba sinistra di Joe Strummer, di Caryl Férey (edizioni e/o)

Bretagna. Luogo di miti arturiani e di rimandi letterari. Spazio che si trasfigura per mezzo delle nebbie tardo antiche in territorio di affermazione e resistenza di culture altrove sopraffatte. Terra senza tempo che fa da sfondo a contrasti ancora contemporanei fra una certa idea della Francia, che si arresta, forse, a Parigi e una visione altra di territori che dalla contemporaneità cercano di affrancarsi.
Ma l'apparizione di una definitiva visione della morte e della sofferenza (del fisico e dell’anima) strappa il sipario fatato con cui si ammantano le leggende per condurci infine in una storia che, paradigma dell’eterna lotta fra il bene e il male, utilizza lucidamente gli stilemi del noir e del polar (singolare affermazione letteraria francofona, portatrice di durezze spietate).
Ed è in questa terra che, come un protagonista di passate leggende, incontra il suo destino l’ex poliziotto Mc Cash. Irlandese, ex componente dell’Irish Republican Army, (the undefeatable army, l’esercito invincibile, come proclamavano i provisionals, i militanti della sua ala estrema), ex combattente in esilio, riciclatosi nella Sûreté Nationale, eroe britanno che, in fuga dai barbari Angli e Sassoni, trova rifugio appunto in Bretagna.
Ma quella Bretagna (ma quella Francia) sono ormai lontane anni luce dal tempo degli eroismi traslati nel mito. Omicidi, efferatezze, traffici ributtanti, gestiti dai nuovi guerrieri delle mafie internazionali e da mercenari senza patria, orfani di qualche sanguinaria guerra slava o caucasica.
Non è una douce France quella che fa da sfondo a La gamba sinistra di Joe Strummer, ma una Francia dalle atmosfere “cattive”, una Francia senza più grandeur e nemmeno conscia di essere periferia di un crimine globalizzato che viola senza sforzo frontiere che non oppongono (non vogliono, forse, opporre) alcuna resistenza.
Sedici capitoli. Ognuno dedicato a un brano dei Clash. La fredda violenza dei personaggi di Manchette cercava ancora qualche appiglio in qualche ferita postbellica non ancora rimarginata; i personaggi senza speranze di Izzo tentavano ancora comunque di illudersi. Gli uomini e le donne di Caryl Férey non hanno più (non possono più avere) né ideali, né illusioni.
Non sono state solo le nazioni che si sono arrese, ma anche le anime. E all’orizzonte non c’è nemmeno un riot, una jacquerie che possa cambiare le cose. Forse non rimane altro che stringere la mano di una figlia ritrovata, battendo il ritmo sul palcoscenico della vita, come
faceva Joe Strummer con la sua gamba sinistra.
Un libro.
La gamba sinistra di Joe Strummer, di Caryl Férey (edizioni e/o).

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