lunedì 16 agosto 2010

La Libreria Bonardi

Lo sappiamo tutti. Il confronto della nostra produzione letteraria ed editoriale con il resto del mondo è durissimo.  Pochi sono i nostri autori, libri, riviste, idee che riescono a superare i confini della nostra penisola, a parte alcuni casi eclatanti. Eppure ogni nazione, ogni popolo, ogni lingua (intesi in senso ovviamente esteso e per nulla nazionalista) sono portatori di sentimenti e di narrazioni. Ogni comunità esprime se stessa attraverso la parola e la letteratura e questo a prescindere dalla sua importanza geopolitica (anzi, il più delle volte, l'eccellenza letteraria di uno stato è indirettamente proporzionale alla sua grandeur).
Ad Amsterdam, da oltre trent'anni (per la precisione dal 1977), c'è la Libreria Bonardi. Unica libreria italiana in Olanda, è da sempre impegnata nella diffusione della nostra produzione editoriale. Con un ricchissimo catalogo online di titoli italiani, la Libreria Bonardi è anche un centro per la diffusione e la conoscenza della nostra cultura, dove è possibile incontrarsi e discutere sui temi della nostra letteratura.
Marino Magliani ne è un assiduo frequentatore. Su Nazione Indiana potete leggere questa sua intervista a Marina Warners, proprietaria della Bonardi.

In questo periodo di vacanze, se qualcuno passa da quelle parti, ecco i riferimenti necessari per visitare un un'affascinante isola di cultura italiana all'estero:
Libreria Bonardi
Entrepotdok 26
1018 AD Amsterdam
Tel. 020-6239844
 
Fax 020-6223754
e-mail: lb@bonardi.nl



2 commenti:

Enrica Garzilli ha detto...

si legge poco qui, a parte me e pochissimi altri fortunati che amano la lettura;), ma in compenso si scrive tanto, troppo. E molto è da buttare.

Non c'è giornalista blogger o tipografo che non abbia pubblicato un suo libro. E solo in Lombardia guarda un po' quanti giornalisti e pubblicisti ci sono!

E poi professori universitari (perché è un obbligo), professionisti dello "scrivere" come copy writer e portavoce di aziende e dilettanti allo sbaraglio vari. Decisamente troppi.

il blog di angelo ricci ha detto...

Enrica, certamente hai ragione. L'eccesso di scrittura (una sorta di volontà estrema di esprimersi, che ha particolari picchi in Italia) proprio nella nostra penisola si accompagna ad una preoccupante mancanza di letture. Esprimersi scrivendo è un diritto di tutti. Bisognerebbe saperlo fare. Non parlo di scuole di scrittura, parlo proprio di "leggere". Roberto Santachiara dice chiaramente che da noi c'è "un problema di lettura e di lettori".
Faulkner diceva "prima di scrivere leggi di tutto, anche la spazzatura, ma leggi."
Purtroppo non è vicino il momento nel quale potremo dire, con Borges, che meniamo vanto più delle parole che abbiamo letto che di quelle che abbiamo scritto.
Che ti devo dire? It's a long way to Tipperary.