Una Via Crucis della sofferenza unisce i luoghi più significativi della storia dell'umanità. La guerra e la morte regnano sovrane incontrastate in un mondo dove la violenza è la più comune merce di scambio. E il fatto che la guerra e la violenza ci si presentino in ogni istante delle nostre vite, attraverso i messaggi ripetitivi del villaggio globale, non fa venire meno la loro potenza distruttiva. Semmai, proprio attraverso l'assuefazione, la amplificano rendendola più perniciosa ancora. Antonio Moresco prende tra le mani gli stilemi di un apparente noir, subito però immergendoli nella descrittività onirica di un incubo. Tutto ciò che rappresentiamo, tutto ciò che siamo (le nostre anime, i nostri sentimenti, le nostre paure, i nostri corpi, le nostre deiezioni), viene messo in mostra quasi in modo osceno, attraverso un piano stilistico che ci accompagna lentamente, ma inesorabilmente, verso l'orrore. La stessa attrazione fra i due personaggi principali (attrazione fisica, sessuale, carnale in un modo pesantemente assoluto) non ne è che l'anticamera.
E' un vero e proprio Trionfo della morte di bruegeliane fattezze quello che Moresco ci fa letteralmente scoppiare davanti agli occhi. Una Via Crucis simbolica e onirica le cui stazioni (altrettanto simboliche e oniriche) sono Slovenia, Croazia, Sarajevo, Cecenia, Ossezia. Una babele terribile di parlate slave, di donne schiave, di mafiosi russi, di orrori, di morti viventi e di vivi morenti. Tutto l'immaginario della violenza, così come ci piace (sì, ci piace) vedere e sentire. Tutto il clamore di quell'orrore che arriva dai conflitti sanguinosi e sanguinari dell'est dell'Europa, ormai assurto a simbolo della violenza e della sopraffazione cieca e senza giustificazione alcuna, se mai violenza e sopraffazione possano averne una, assume qui la definizione simbolica della morte. Solo il fuoco potrà mondarci. Solo le fiamme potranno, forse, avere ragione dello strame e della morchia del mondo. Antonio Moresco, come un profeta biblico, ha avuto la fugace, ma potente, visione di un inferno laico. Non credo che lo ascolteranno.
Un libro.
Gli incendiati, di Antonio Moresco (Mondadori).
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