Oreste del Buono sosteneva che, per capire la bontà di un libro, fosse necessario leggere la prima pagina, poi la pagina otto, poi la pagina sedici, poi la ventiquattro e così via fino alla fine, seguendo la numerazione dell'otto. Ultimamente Mino Milani mi ha detto che legge le prime sedici pagine. Se il libro regge fino a quel punto, allora merita di essere letto fino alla fine. Altrimenti finisce nel purgatorio (o nell'inferno) dei libri da non leggere.
Altri mi hanno confessato di leggere la prima frase soltanto. Se la scintilla fra loro e il libro non si accende lì, allora il libro viene inevitabilmente chiuso e dimenticato.
Nella mio ruolo schizofrenico di lettore e di scrittore trovo queste affermazioni o altamente condivisibili, o terribilmente condannabili. Tuttavia, come lettore, non ho mai applicato nessuno di questi metodi. Se apro un libro lo devo finire, per quanto noioso possa essere. Non mi avvalgo mai, pertanto, degli imprescrittibili diritti del lettore, stilati da Daniel Pennac.
Comunque mi sottopongo volentieri a questa prova e comunico che l'incipit del mio romanzo Notte di nebbia in pianura, edito da Manni Editori, è leggibile sul blog letterario La poesia e lo spirito e sul blog di Giovanni Agnoloni. Vedete un po' voi.
Il ringraziamento per questa opportunità va a Marino Magliani.
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