Una volta facevo i turni di notte. Come un metalmeccanico. Come un operaio della filanda (dalle mie parti non ce ne sono più) o di una fabbrichetta di tessili (dalle mie parti si chiamano, chissà perché, "maglierie" e di giorno ci lavorano le donne, mentre i turni di notte, a controllare i telai che lavorano ventiquattro ore su ventiquattro, li fanno gli uomini. Adesso, di "maglierie", ne saranno rimaste, sì e no, un paio).
Ma i miei turni di notte erano diversi. Claudio Magris ha scritto una volta, sul Corriere, che l'Italia ha due mali: un forte raffreddore che non ci ucciderà, cioè l'immigrazione clandestina, e una grave polmonite che alla fine ci farà soccombere, cioè la criminalità organizzata.
Ecco, io i turni di notte li facevo sia per il raffreddore sia per la polmonite.
-Sono il maresciallo. Dovrebbe venire subito.-
Il maresciallo della stazione di M. è più giovane di me. Magro, di bassa statura, è calvo. Ha una moglie e due figli piccoli.
Contro il muro sono in tre. Le mani alzate. Le teste chine. Sembrano enormi. Chi usa la violenza sembra sempre invincibile. Anche i carabinieri hanno paura.
-Maresciallo, una sigaretta?- La divisa nera con le bande rosse ai pantaloni ci viene vicino salutandoci con un cenno. Con la destra regge una gigantesca lampada alogena.
-No, grazie. Ho smesso tre anni fa. Fumare fa male.-
E' come uno schiaffo dato con forza da un bambino cattivo. Uno schiaffo che manca il bersaglio e sposta l'aria con violenza.
Il vetro della gigantesca lampada alogena va in pezzi. Un sibilo passa tra la testa calva del maresciallo e la mia. Un rumore sordo, quasi stupido, di latta ammaccata. Il proiettile buca la lamiera del palo alle nostre spalle.
-No, grazie. Ho smesso tre anni fa. Fumare fa male.-
Una volta facevo i turni di notte. Adesso ho smesso.
2 commenti:
bisogna saperlo scegliere il male ...
a volte è il male a scegliere noi...
Posta un commento