E così alla fine è uscito. Ha per titolo Il tarlo della lettura, lo pubblica Rizzoli e c'è lo zampino di aNobii. Su aNobii ci siamo un po' tutti-quelli ai quali piace leggere, quelli che ci stanno per farsi vedere e quelli che ci stanno perché gli piace starci, punto e basta (tra l'altro non ho mai capito perché la maggior parte dei suoi iscritti ci sta con un nickname e non con il proprio nome, cosa, secondo me, freudianamente interessante).
Il libro non l'ho ancora comprato e non so se lo comprerò, comunque, se lo leggerò, magari ne parlerò ancora.
Sul duepuntozero è tutto un fiorir di critiche: "che me ne faccio se le recensioni posso leggerle gratis direttamente sul sito"; "oh, che bello, hanno messo la mia recensione"; "costa troppo"; "era ora, lo aspettavo con ansia" e via discorrendo.
Negli '80 (anzi, se non ricordo male proprio nell'80) girava una canzone (con relativo video; ah, i video degli anni'80) dei Buggles (costola degli Yes): Video killed the radio star.
Poi, sempre negli '80 (ma quante cose accadevano negli '80, sembra quasi di rimembrare il tondelliano weekend postmoderno) Renzo Arbore ci dice che la radio non è morta e se ne sta tranquillamante a fianco della tivvù.
Allora, tiriamo le somme. Sul duepuntozero è tutto un peana sulla morte del libro e alla fin della fiera dal duepuntozero proprio un libro viene fuori.
Che dire?
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