C'è un detto, nel dialetto delle mie parti, che si usa quando a qualcuno vengono le idee più strane e irrealizzabili: ad venan in ment me i fra ad not (ti vengono in mente come ai frati di notte).
Oggi non è l'anniversario di niente che riguardi Andrea Pazienza, ma a me, che vengono in mente come ai frati di notte, è venuto in mente il Paz.
Certo che, quando lui cominciava a disegnare le sue storie, io non è che fossi già grande. Mi pare facessi le medie. Però già cominciavo a leggere Linus, Frigidaire, Alter e tutta la compagnia.
Lo Zanardi, lo confesso, mi è sempre stato sulle cosidette, però, quando qualche anno dopo, cominciai a frequentare l'università, con tutto l'annesso e connesso di collegi, mense, file chilometriche alle segreterie per ritirare gli statini (chissà se oggi qualcuno sa ancora cosa sono gli statini?), di cose e atmosfere simili a quelle che disegnava il Paz ne ho viste parecchie.
Poi nel 2002, dopo tante letture sulle tavole a fumetti, ho visto il film Paz!
E lì Andrea Pazienza c'era tutto. E c'era tutto il suo mondo che poi era stato anche il mio. E allora mi sono tornati in mente Pompeo, Pentothal e tutta la compagnia e perfino lo Zanardi mi stava un po' meno sulle cosidette.
C'è una scena del film dove un'interminabile fila di studenti aspetta di entrare in un mensa universitaria e, guardandola, ho capito che in file così avevo passato degli anni e che miei erano anche i portici della città universitaria e i cieli grigi degli autunni e le figure che ci passavano sotto.
E mi sono ricordato che a tutti era capitato, prima o poi, di finire davanti a una commissione d'esame e dire, come Fiabeschi: Apocalipsi nau.
Un film.
Paz!, di Renato De Maria (2002).
Le opere di Andrea Pazienza.
Ovviamente tutte.
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