mercoledì 7 ottobre 2009

Visioni

L'ho già detto in un post precedente. Mi piacciono le zone di confine. Mi piacciono le città di confine. Credo che noi influenziamo i luoghi e che i luoghi, a loro volta, influenzino noi. Nel bene e nel male.
Ne nasce una sorta di rapporto biunivoco dove le anime dei paesaggi diventano lentamente paesaggi di anime.
Ne sorgono visioni che si perdono (o forse si uniscono) nella circolarità del tempo e che si contaminano nella e della molteplicità dei mezzi che si utilizzano per descriverle.
La parola, la musica, il cinema si fondono in questi paesaggi nello stesso istante in cui li descrivono, relativizzando la stessa dimensione temporale.
"I sogni nel cassetto", film di Renato Castellani. L'ho rivisto per l'ennesima volta. Pur nella lontananza del tempo, questo film degli anni '50 rende eterno un luogo. La mia città universitaria degli anni '80 (la stessa che fa da sfondo al film) era ancora uguale.
Trent'anni dopo.

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