giovedì 25 ottobre 2012

Limonov, di Emmanuel Carrère (Adelphi)

Come una sonda che si inoculi negli anfratti più inquietanti della nostra storia contemporanea per individuarne le scenografie più perturbanti, così Limonov, nuovo François Villon a cavallo fra secondo e terzo millennio, si muove attraversando l’oscura oppressione di periferie sovietiche anni Cinquanta dominate da bande di crudeli teppisti, la disperata scena underground russa, la decadenza ostentata di epigoni nuovayorkesi delle perenni e inimitabili factory warholiane, il definitivo orrore delle milizie serbe tra le macerie della ex Iugoslavia, il dissolvimento dell’Impero sovietico. Stalinista, nazionalista, poeta, scrittore, irriducibile oppositore di Putin, affascinato da teorie che abbracciano tutto l’universo che va dai testi del delirio occultista alle leggende tibetane, Limonov si muove costantemente come un’icona postmoderna, come una creazione inviata da altri mondi il cui scopo finale sia quello di testimoniare la follia dei tempi e delle ideologie.
Limonov non più (non solo) protagonista di una vita che appare come la somma di tante vite parallele, ma Limonov che porta se stesso e le sue vicende sino alla necessaria trasfigurazione in vicenda letteraria vivente.
Frequentatore di storie che fanno dell’inquietudine la loro parola d’ordine, Emmanuel Carrère analizza la figura affascinante, bieca, perversa, schietta di Limonov nello stesso modo in cui affrontò la figura di Philip Dick in Io sono vivo, voi siete morti. Così come con la figura di Dick anche per Limonov Carrère prende le mosse analizzandone la produzione letteraria nella convinzione, più che corretta, che le parole scritte siano comunque una prosecuzione del corpo dello scrittore e i suoi libri vere e proprie protesi dell’anima. Ed è un’anima complessa, difficile, anche nera quella che traspare da questa opera di Carrère. Limonov che vive sulla propria pelle tutte le feroci contraddizioni politiche, sociali, economiche che nascono dal periodo della guerra fredda e della caduta dell’Unione Sovietica; Limonov che appare come circondato senza speranza da un destino tragico che si porta dentro. Destino al quale sa di non poter sfuggire e che sfida trasformandosi in uomo drammaticamente consapevole della violenza che si nasconde nelle pieghe dell’umanità. Sarebbe troppo facile descrivere Limonov come agente del male. Limonov è semplicemente il lato oscuro che si nasconde in ognuno di noi.
Un libro.
Limonov, di Emmanuel Carrère (Adelphi).

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