Data stellare***
Dal diario di bordo del capitano dell’U.S.S. Enterprise, Jean-Luc Picard
Dal diario di bordo del capitano dell’U.S.S. Enterprise, Jean-Luc Picard
L’entità ostile si è manifestata soltanto poche settimane fa, materializzandosi dalle profondità estreme del quadrante Beta. La sua pericolosità è stata subito rilevata. Ogni struttura di difesa federale, posta ai confini, è stata immediatamente sopraffatta. Un'astronave, apparentemente del tutto inadatta al volo interstellare e del tutto priva di armi visibili, ha iniziato ad eliminare una ad una tutte le spedizioni militari di soccorso inviate ai confini della Federazione, avvicinandosi sempre di più al sistema solare.
I messaggi di aiuto dei nostri avamposti erano pieni di orrore e duravano solo pochi minuti, prima che le comunicazioni si interrompessero definitivamente.
La settimana scorsa il quartier generale della Flotta Stellare ha riunito il gruppo di navi più imponente dai tempi del conflitto con l’impero Klingon.
All’ultimo secondo si è unito al gruppo perfino il potente incrociatore Marauder, dell’Alleanza Ferengi. Avremmo dovuto capire subito che la fine era vicina. Se anche quella banda di truffatori e figli di puttana dei Ferengi, abituati a stare a galla in qualunque circostanza senza schierarsi mai da nessuna parte ed accordandosi con tutti, si univa a noi, allora la situazione era veramente disperata.
Ma non c’era tempo per fare della filosofia spicciola.
L’entità ostile era sempre più vicina al cuore della Federazione. E niente riusciva a fermarla.
Questa mattina la nostra flotta è entrata in contatto con il nemico. Una visione terribile. Una struttura quasi evanescente, immensa. Un’astronave a forma di vela strappata o di ideogramma. Che avanza inesorabilmente verso di noi. La flotta assume subito lo schieramento da battaglia. Ma sono sufficienti solo pochi minuti per vedere il fior fiore degli equipaggi della Federazione vaporizzati con le loro astronavi.
Lingue di fuoco alte chilometri si alzano ora da quello che, per pochi minuti, abbiamo creduto potesse diventare il campo di battaglia della nostra vittoria e che, invece, si è rivelato come la tomba di tutta la nostra civiltà.
La plancia di comando dell’Enterprise è piena di cadaveri. Gli scudi sono distrutti e il supporto vitale è ormai al limite.
Questo è il mio ultimo diario di bordo. Dagli schermi vedo quell’orribile ideogramma semovente che fluttua nello spazio e che si avvicina.
Ogni linea di comunicazione della Flotta Stellare rimanda solo un terribile ronzio di morte. A intervalli regolari si ascolta solo un messaggio che riecheggia solitario: “Noi siamo i Wu Ming. Sarete assimilati. Ogni resistenza è inutile.”
Mi lascio andare sulla consolle. Sto perdendo le mie facoltà mentali. Ho le allucinazioni o, forse, sto sognando. La plancia di comando lentamente si popola di paperi che indossano una stupida maglietta da marinaio del XX secolo. Saltellano ovunque. Alcuni sventolano una bandiera stracciata, di colore rosso; altri un vessillo che assomiglia alla bandiera degli Stati Uniti, prima della terza guerra mondiale.
Sono sempre più stanco. Una strana pace si sta impossessando della mia anima. “Noi siamo i Wu Ming. Sarete assimilati. Ogni resistenza è inutile.” L’entità ostile ripete senza sosta il suo orribile messaggio. La mia mente viene lentamente occupata da pensieri che non sono miei. Dev’essere l’entità ostile che mi sta invadendo. Che si sta impossessando della mia mente. Dev’essere questa ciò che definisce "assimilazione". Vedo paperi ovunque. E ascolto una sottile vocina che, a intervalli regolari, pronuncia una strana parola, credo nella lingua dei nostri nemici ormai vittoriosi: “soccmel…soccmel…”
Un libro.
Anatra all'arancia meccanica, di Wu Ming (Einaudi).
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