domenica 9 gennaio 2011

L'insostenibile leggerezza del giustiziere

Succede. Succede nella pianura. Succede che una mattina due ladri sottraggano una borsetta. Succede che il ragazzo della proprietaria della borsetta si metta ad inseguire, in auto, a folle velocità, i due ladri, improvvisandosi giustiziere. Succede che il tal improvvisato giustiziere macini chilometri finché non arriva ad un ponte. Un ponte sul Po. Un ponte senza asfalto, ma con il porfido. Un ponte dove è vietato il sorpasso e dove si deve tenere una velocità bassa. Succede che il presunto giustiziere se ne freghi e preso dal suo personale delirio imbocchi il ponte a più di 150 km orari. Succede che di fronte si trovi una colonna di auto che procede a passo d’uomo perché il ponte è vecchio e pieno di buche. Succede che l’ultima auto sia quella di mio fratello. Succede che il presunto giustiziere perda il controllo del suo mezzo lanciato a folle velocità. Succede che tamponi l’auto di mio fratello, facendola distruggere contro il parapetto del ponte. Succede che il presunto giustiziere era al telefonino con i carabinieri e che stesse dicendo lui (a loro) cosa fare e dove fare i posti di blocco. 
E mentre era impegnato in queste attività (per le quali, credo, servano un addestramento e, soprattutto, un’auto con lampeggiatore e sirena) macinava chilometri mettendo in serio pericolo la vita delle altre persone.
Questo succede oggi in Italia. Questo succede…

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