Le strade blu sono quelle vie secondarie degli Stati Uniti che difficilmente appaiono sulle cartine. Strade blu è anche il titolo di un libro di William Least Heat-Moon. Un libro uscito nel 1989. Tanti anni fa, quindi. Tanti anni, forse troppi. Non ricordo nemmeno più il motivo per cui me lo procurai e del perché me lo lessi d'un fiato. Forse cercavo delle risposte (quante risposte cerchiamo mai, nei libri che leggiamo). Oppure volevo semplicemente unire altre domande alla teoria infinita di quelle che mi ponevo e che sapevo sarebbero rimaste perse nel vuoto.
Ho sempre provato un grande pudore nel parlare di questo libro, nel coniugare le mie impressioni a quelle che nascevano da quelle pagine. Una storia apparentemente semplice. Un uomo che ha perso tutto (nel lavoro, negli affetti) decide di compiere un viaggio. Un viaggio attraverso le strade meno battute degli Stati Uniti. Attraverso quelle vie che non sono neanche lontanamente riconducibili all'immagine che la cultura americana (ancora una volta americana per statunitense, ancora una volta la parte per il tutto, ancora una volta l'ostensione di quella infinita potenza che gli Usa hanno nel raccontarsi e nel narrarsi come paradigma del mondo) riflette di se stessa e del proprio paese. Nemmeno Nashville, di Altman, si era così avvicinata a raccontare la parte sconosciuta e profonda dell'impero.
Least Heat-Moon descrive un viaggio, una serie di ritratti, una serie di dialoghi che culminano nell'incontro con uno studente universitario di origini nativo-americane (come nativo-americano è lo stesso autore del libro, e ne fa fede il cognome) che gli dimostra, nel richiamare gli insegnamenti del suo popolo, come ogni viaggio sia destinato a ritornare al suo punto di partenza. Ogni esplorazione, di una terra sconosciuta così come della nostra anima (terra altrettanto sconosciuta), ci porta necessariamente all'origine di quella esplorazione.
Non esiste niente di nuovo se non la continua ricerca e scoperta di se stessi che, dopo tanto peregrinare, ci porterà di fronte alla nostra stessa anima.
Tanto tempo è passato da quei giorni in cui lessi quelle pagine. Oggi scopro che su tumblr (vero e proprio luogo della più vivace e viva cultura pop) da qualche tempo appaiono citazioni tratte da Strade blu. E nel loro rivivere, nel loro perpetuarsi, fanno sì che quel lungo viaggio alla ricerca del punto di partenza, alla ricerca di noi stessi, riprenda vigore e continui.
Un libro.
Strade blu, di William Least Heat-Moon (Einaudi).
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