E vabbe', succede. Succede di ricordarsi in ritardo di un compleanno. Thomas Pynchon è nato l'otto di maggio e io me ne ricordo il giorno dopo.
Negli '80 sviluppai un'insana passione per la letteratura underground. Erano i tempi della Amok Press. Hakim Bey e le TAZ erano di là da essere scoperte nei nostri asfittici e nepotistici panorami culturali e allora il massimo della follia letteraria te la andavi a cercare con Pynchon, con Heller, con Coover e compagnia bella.
Che poi io ho sempre avuto e ho il massimo rispetto per Fernanda Pivano. Lei che aveva tirato la volata ai minimalisti, che però mi sembravano (e mi sembrano) un po' fighetti e figli di papà. E lei però non ci ha mai detto che erano nati come reazione proprio ai postmoderni (Pynchon e tutta la compagnia) che erano troppo ridondanti. Però Pynchon e tutta la compagnia erano già una reazione a Hemingway, ecc. ecc.
Vabbe', ma a me troppa teoria letteraria mi fa venire il mal di testa. Carver, per esempio, che la Pivano considerava lo zio dei vari Easton Ellis e McInerney (giovani precocemente imbolsiti), a me è sempre sembrato il cugino (pure leggermente più stronzo) di Bukowski.
Comunque a leggere Pynchon mi sono sempre divertito. E tanto basta (anche se una volta ha doppiato se stesso in un episodio dei Simpsons, dove appariva con un sacchetto in testa e invitava i passanti a entrare a pagamento nella casa del "grande scrittore senza volto").
Vabbe'. Questo mi ha fatto un po' titubare sulla sua genuinità, ma tutti dobbiamo pagare le bollette (almeno Bukowski l'ho visto ubriacarsi dal vivo mentre lo intervistavano sulla tv francese).
Comunque, auguri Mr. Pynchon!
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