Non è possibile non innamorarsi di Zena El Khalil. Della sua gioia di vivere. Dei suoi eccessi. Dei suoi pianti. Dei suoi sentimenti. Della sua tristezza. Del suo coraggio. Della sua tenerezza. Dei suoi vestiti da maschiaccio. Delle sue diete. Delle sue Dr. Martens, ornate di margherite disegnate con il pennarello bianco.
Ogni vita è un viaggio. Ogni viaggio ha una meta. Ogni meta è una sfida. Zena El Khalil accetta la sua personalissima sfida. Con ingenuità, con coraggio, con la voglia di vedere e di sapere.
I suoi eccessi, la sua sfrenatezza, i suoi sentimenti, i suoi sensi sono il bagaglio che porta con sé nella sua sfida contro un passato pieno di morte. Il ritorno a Beirut ha il preciso significato di una dichiarazione di guerra. Ma di una dichiarazione di guerra fatta alla morte. Ed è una dichiarazione di guerra fatta con tutta la coraggiosa tenerezza della quale può essere portatrice una giovane donna.
La passione per l'arte, la voglia di darsi al divertimento più sfrenato, il sesso diventano tutti quanti strumenti per un'affermazione di vita. Quello che potrebbe sembrare, nella nostra realtà, il banale sballo di una ragazzina annoiata e viziata, diventa, nei meandri di una Beirut che presenta, nelle pietre come nelle anime, le ferite non rimarginate di una guerra terribile, un grido coraggioso. Quello che, a prima vista, potrebbe sembrare il diario disperato di una ragazza è in realtà la cronaca di una donna di coraggio non comune.
Un libro.
Beirut, i love you, di Zena El Khalil (Donzelli).
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