Questo è un libro di quelli che non puoi lasciare a metà. Non puoi dire che lo finirai dopo. Questo è un libro di quelli che non puoi leggere facendo finta di niente. Questo è un libro di quelli che ti segnano. Hai un bel dire che di libri ne hai letti tanti. Hai un bel dire che farai appello alla tua freddezza, alla tua smagata conoscenza delle tante storie che la parola scritta ti ha donato. No! In queste pagine, in questa storia, tra le parole di questa storia, finirai con il trovarti faccia a faccia con la tua stessa vita, con le tue stesse speranze, con le tue stesse convinzioni. Questo libro è come uno specchio attraverso il quale sarai costretto a vedere. E, alla fine, riflesso in quello specchio vedrai la tua immagine, vedrai le immagini di tutto ciò che ti circonda, vedrai il coraggio che c'è voluto a scriverlo. Sì. Perché solo un uomo coraggioso poteva scrivere questo libro. Solo un uomo coraggioso poteva guardare fino in fondo dentro a se stesso e soprattutto dentro alle sabbie mobili nelle quali un distratto pensiero comune ha impantanato tutta una società. Questo libro è un potente urlo di dolore contro la banalizzazione dei sentimenti. Questo libro è un messaggio chiaro e forte contro il conformismo dell'anticonformismo. Questo libro è una radiografia di una collettività che passa il suo tempo a buttare via se stessa. Una collettività che reclama il più totale e amorale permissivismo nei comportamenti privati e che, nel contempo, affida la difesa di questo stesso permissivismo a istituzioni sempre più autoritarie. Una collettività schizoide. Una collettività senza futuro. Una collettività che segue ormai una morale (e forse anche una religione) customizzata, neanche fosse una Electra Glide dove, a seconda di quello che ti fa più comodo, metti un sellino in pelle qua e una modanatura cromata là.
Siamo tutti vittime. Siamo tutti carnefici.
Hemingway diceva che le ferite dell'anima non guariscono mai. Che Dio, se c'è, possa fare in modo che non sia così.
Un libro.
L'amore alla fine dell'amore, di Vito Bruno (elliot).
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