mercoledì 31 marzo 2010

Stendhal e i Proscritti

Anni fa lessi una recensione a I Proscritti, di Ernst von Salomon. La recensione era pubblicata sul Corriere della Sera. Si lodava la grande potenza narrativa e affabulatrice dell'autore. Mi colpì la citazione di questa frase: la mitragliatrice mi sussulta tra le gambe come un animale. Naturalmente non acquistai subito il libro. Spesso mi capita di dimenticarmi di un libro o di un autore. Credo di farlo con inconscia consapevolezza. Quasi che la sua ricerca, resa più faticosa dal tempo che passa, dia un senso alla mia avventura di lettore che, a volte, senso non ha.
Ernst von Salomon è prima tra i componenti dei Corpi Franchi e poi tra i fiancheggiatori degli assassini di Walther Rathenau. Un precursore del nazismo. Un antisemita. Un ammiratore quasi orgiastico della violenza. Un uomo che vive nel mito della guerra e del combattimento. Un uomo che definisce con disprezzo tutti gli altri uomini i subordinati.
Sa scrivere. E sa scrivere bene.
A volte è quasi con orrore che si scopre che il legame quasi intimo che abbiamo con la parola scritta, ci accomuna non soltanto a chi crediamo simile a noi, ma anche ai seguaci del ferro e del sangue, ai pazzi e agli assassini.
Credo sia un bene. Mi pare fosse Stendhal a dire che non si deve sfuggire all'orrore, bensì osservarlo con la più grande attenzione. Solo così sarà possibile non farsene travolgere.
Von Salomon passa molti anni in carcere, a seguito dell'assassinio di Rathenau. Viene sottoposto ad un regime molto duro, privato di libri e di giornali.
Un parente gli fa pervenire un libro. Naturalmente la direzione della prigione lo sottopone ad una sequela di domande ufficiali e di udienze con il direttore della prigione e con il cappellano. La solitudine e il regime carcerario, dove ogni cosa, se pur insignificante, diventa una ragione di vita, portano von Salomon a desiderare questo libro, la cui consegna viene continuamente procrastinata, come un innamorato desidera la donna amata e lontana e a fargli comprendere la sua debolezza.
Un giorno il libro gli viene finalmente consegnato: mi avvento sul tavolo (...) poi tiro fuori con una mano sudata il libro (...) pronto a nasconderlo ad ogni istante. Ne carezzo timidamente la copertina, finalmente l'apro alla prima pagina e leggo il titolo: "Stendhal. Il Rosso e il Nero".
Ora ho finalmente letto I Proscritti. Ne ho osservato l'orrore. Ho osservato il suo autore. Ho osservato il suo disprezzo.

Domenica scorsa, Philippe Daverio visita un archivio pieno di documenti che attestano le confische dei beni agli ebrei deportati nei campi di concentramento. Alla fine dice: ai negazionisti posso solo dire una cosa. Le carte sono tutte lì.

2 commenti:

Natalie ha detto...

Mi hai incuriosita. Lo cercherò.

il blog di angelo ricci ha detto...

Lo pubblica Baldini Castoldi Dalai. Leggilo. Poi, se ne avrai voglia, mi dirai.