Una cittadina. Persa nella terra tra i tre fiumi.
Un pomeriggio di novembre. Tra Piemonte e Lombardia.
Ragazzine. Pantaloni a vita bassa e sigarette fra le dita. Parlano e ridono e camminano in quattro, fianco a fianco, sul marciapiede. Non si spostano. Una mamma con la carrozzina deve scartare sotto un portone. Per farle passare. Parlano e ridono. A voce alta.
Quattro ragazzi. Più grandi. Sui vent'anni. Anche loro sul marciapiede. Anche loro non si spostano. La mamma con la carrozzina aspetta. Aspetta sotto al portone che passino anche loro. Per non essere costretta a scendere dal marciapiede.
Sguardi duri. Vissuti. Abiti D&G. Loro come le ragazzine. Anche le ragazzine hanno sguardi duri. Vissuti. Depositari di un orizzonte misterioso. Maria de Filippi ha lavorato bene. Uomini e donne ha ormai fatto proseliti.
Un suv nero. Con i vetri oscurati. Svolta senza freccia e passa veloce sulle strisce pedonali. Una frenata. Breve. Stizzita. Riparte suonando il clacson. Sulle strisce pedonali ci sono due mamme. Una è quella di prima, l'altra indossa il chador. Guadagnano l'altro lato della strada e se ne vanno. Il suv riparte. Sgommata di rito.
Due magrebini sono seduti su una panchina. Guardano lontano e parlottano tra di loro. Di fronte alle strisce una pattuglia di vigili urbani. Anfibi neri, beretta automatica e sfollagente.
Le mamme sono lontane. Quella italiana e quella con il chador.
Una cittadina. Persa nella terra tra i tre fiumi.
Un pomeriggio di novembre. Tra Piemonte e Lombardia.
Nessun commento:
Posta un commento