lunedì 8 luglio 2013

Un appello di Lietta Manganelli

Ricevo e pubblico questo appello di Lietta Manganelli per la sopravvivenza del centro studi Giorgio Manganelli.

Cari amici,
vorrei raccontarvi un po' il percorso di questo anomalo Centro Studi, intitolato al più anomalo degli scrittori italiani: Giorgio Manganelli.
Nell'anno 2010 cadeva l’anniversario dei vent’anni dalla morte di Giorgio Manganelli, scrittore, giornalista e quant’altro, nonché mio padre.
Ma essendo mio padre un personaggio fuori dalle regole possiamo autonomamente decidere che Manganelli non ha bisogno di una ricorrenza per essere s-commemorato.
Quindi abbiamo programmato e messo in essere degli eventi, vuoi per ricordarlo, vuoi per farlo conoscere a un pubblico più vasto. Infatti il mio sogno è sempre stato quello di “snicchiarlo” (chissà se questa espressione gli sarebbe piaciuta), cioè di toglierlo da quella “nicchia” in cui è stato messo sia per la sua obiettiva difficoltà, sia per la sua indubbia “scomodità”.
A Roma, il 5 Maggio 2010, presso la Casa delle Letterature in Piazza dell’Orologio,  è stato inaugurato il Secondo Cantiere Manganelli, che comprendeva un mostra di disegni ispirati a “Centuria”, varie presentazioni di libri in uscita, un dibattito, e un documentario assolutamente inedito.
A Milano, il 9 Maggio sempre del 2010, presso l’Istituto Ciechi di Via Vivaio, è stata messa in scena, naturalmente nel Teatro rigorosamente al buio, l’ “Intervista a Dio”, e credetemi, un teatro “di parola” come quello di mio padre raggiunge, in un simile ambiente, una suggestione assolutamente irripetibile.
L'11 novembre a Pavia, il Centro Manoscritti e l'Università gli hanno dedicato una giornata di studi con l'intervento di studiosi, appassionati e quant'altro. Il primo numero di “Autografo” è stato dedicato agli atti di questo convegno.
Il 15 Novembre 2010 una serata conviviale all'hotel Ala d'Oro di Lugo di Romagna, ha “festeggiato” il compleanno del Manga.
Il 2 Dicembre 2010, a Milano, città dove mio padre è nato e che sembra averlo dimenticato, è stata aperta una mostra fotografica che ha ripercorso la vita di mio padre attraverso immagini originali dell'epoca (e che ora desidererei far girare).
Altri eventi sono in fieri, ci sto lavorando, credetemi con difficoltà difficilmente immaginabili. A molti ho dovuto rinunciare per mancanza di fondi.
Il sito (www.manganelli.altervista.org) è in stato messo in linea e comprende tutte le informazioni, in tempo reale, utili e indispensabili per gli estimatori di mio padre, che sono molto più di quelli che credevo.
Il 17 febbraio 2012 alla Biblioteca Classense di Ravenna è stata inaugurata la mostra dei disegni per “Centuria” di Paolo della Bella e una esposizione di tutte le prime edizioni dei libri di mio padre e di tutti, o a quasi, il libri di mio padre tradotti in lingua straniera.
Il 21 e 22 aprile 2012 a Roma è stato organizzato un happening di manganelliani presso il Centro Sociale Brancaleone dove si è potuto parlare, confrontarsi, visionare testi introvabili o addirittura inediti, vedere filmati, che sono una vera rarità (forse nemmeno la Rai si ricorda di averli fatti), ascoltare registrazioni e quant’altro ci fosse venuto in mente. Evento che è stato sicuramente solo un punto di partenza per “inventare” un modo nuovo per avvicinare i giovani e non solo alla letteratura.
Vi chiederete, allora, il perché di questa mia lettera. Solo per informarvi di tutti questi  eventi?… Purtroppo no.
Tutto questo sarà il canto del cigno del centro studi che da tempo cerco di mettere in piedi.
Chi ha già avuto modo di contattarmi sa bene che non mi sono mai tirata indietro, mi ha trovata sempre disponibile a rispondere alle più svariate domande, a fare e inviare fotocopie, copie di CD e DVD, a reperire e inviare copie di libri ormai esauriti da tempo e quant’altro fosse utile e necessario…
Tutto questo a opera di un Centro Studi che non è mai nato. Mi sovviene un aforisma di mio padre che forse non ho mai capito bene come ora: “E’ incredibile il numero di cose che ha fatto gente che non è mai nata!”. Ovviamente il Centro Studi non è mai nato, ma io sì, e di tutto mi sono fatta carico in prima persona. E, credetemi, vorrei continuare a farlo.
Ma… la gestione economica è divenuta insostenibile… e la cultura, oggi come oggi non è certo sostenuta dal pubblico, anzi… come mi disse una volta mio padre, tra il serio e il faceto: “Vuoi fare cultura?… bene, fai pure, ma ricordati che sarai punita”.
Bene, la mia punizione sarebbe abbandonare questa mia creatura, lasciar perdere, smettere di studiare le carte di mio padre, di cercare, negli archivi più disparati, cenni del suo passaggio. Smettere di dare tutto il sostegno possibile, e anche quello impossibile, a giovani che su mio padre volessero laurearsi, e sono molti di più di quanti si creda, o solamente avere notizie, parlarne, confrontarsi… Smettere di cercare nelle varie emeroteche, redazioni di giornali e quant’altro per reperire articoli e scritti, a volte fondamentali, di mio padre, che altrimenti cadrebbero nell’oblio. Smettere di cercare, acquistare e sbobinare cassette (che credetemi, hanno un prezzo proibitivo) della Rai che contengono interventi di mio padre, interventi di cui non esistono dattiloscritti. Molti degli ultimi libri pubblicati di mio padre sono nati così. Tutte cose che hanno un costo, che comportano, oltre al tempo e alla passione, (e… il tempo si trova e la passione non manca), anche delle spese vive: posta, viaggi, telefono, e altro che non sto a elencarvi, che io, da sola, non sono in grado più di sostenere.
Non cerco donazioni, né grandi cifre, lungi da me l’idea, come qualcuno ha insinuato, che io voglia speculare sul nome di mio padre, ma solo che gli amici, gli estimatori di mio padre, secondo le loro possibilità, partecipino a questo lavoro, che, ne sono convinta, sarà poi una ricchezza, culturale e di vita, per tutti.
So perfettamente che la maggior parte di voi è formata da giovani e da studenti, ma il mare è fatto di piccole gocce. Se chi vuole, senza nessun impegno né obbligo, partecipasse, secondo le sue possibilità, forse potremmo, tutti insieme, far sì che questo sogno non restasse un sogno, ma diventasse una realtà, potremmo fare in modo che questo visionario autore, di cui molti di noi sentono la mancanza, rimanesse vivo e vitale.  Sapeste quante volte, di fronte ad accadimenti attuali, mi sono chiesta: “Chissà cosa avrebbe detto”, per poi scoprire che, magari trenta anni prima, lui “l’aveva già detto”.
Quindi, per concludere, quello che chiedo è che gli amici, secondo le loro possibilità, partecipino, anche economicamente, alla nascita di questo Centro Studi che sarà poi a disposizione di tutti.
Rimane inteso che sarà tutto documentato e che i soci “benemeriti” di ora godranno poi di facilitazioni e benefici.
Se tutto questo vi piace e vi interessa, se pensate che ne valga la pena e che sia un peccato che il lavoro svolto finora vada perso, fatevi sentire e ripartiremo.
A presto, spero. Lietta Manganelli.

349 7789466


Se tutto quello che vi ho raccontato vi ha convinto, se volete che tutto questo lavoro non vada perso, potete intervenire di persona e impegnarvi a trovare altri sostenitori.

In che modo si può intervenire?
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La quota può essere versata su una poste pay attivata a questo scopo. Tutto verrà registrato e l'iscritto riceverà un tesserino attestante l' iscrizione.

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intestato a Manganelli Amelia Antonia
Onde evitare le lunghe file alle poste è possibile ricaricare la Poste Pay anche presso i tabaccai. In questo caso è necessario il mio codice fiscale:
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BIC CRFIIT3F

Intestato a Manganelli Amelia Antonia

Penso che un piccolo sacrificio per il grande Manga sia possibile e doveroso.
In questi anni mi sono sempre fatta carico io di tutto ma ora non mi è più possibile.
Grazie e a presto

Manganelli Amelia Antonia detta Lietta

Possiamo farcela, se siamo abbastanza folli da crederci. Lo siamo? Io credo di sì.

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