Agenzia X (casa editrice diretta da Marco Philopat) ha da poco inaugurato la collana Inchiostro Rosso-Noir di Rivolta, diretta da Matteo Di Giulio. La particolarità di questa collana è quella di presentare opere che coniugano le atmosfere noir con l’impegno politico e sociale, attraverso la narrazione inquieta e inquietante della confusa contemporaneità italiana.
E per i tipi di questa collana è da poco uscito Il sangue del tiranno, di Claudio Morandini.
Quando si leggono le opere di Morandini non ci si deve semplicemente fermare al dispiegarsi dell'intreccio. Molte sono le metaletture e tanti gli elementi sottotraccia che questo Autore riesce sapientemente a celare sotto la superficie delle sue storie. E Il sangue del tiranno non fa eccezione. Il noir, la suspense, il mistero, presenti in questo romanzo, sono, per Morandini, dei pretesti, degli strumenti, quasi degli escamotages per mezzo dei quali far passare un messaggio più profondo. Strutture architettoniche apparentemente indistruttibili che nascondono un lento e inesorabile collasso degli elementi. Corridoi e uffici che lasciano trasparire, nel loro irrimediabile decadimento, l’avvento terribile di una inevitabile desertificazione. Desertificazione che, a partire dagli elementi, dalle strutture, si estende, come una metastasi, fino alle anime. Docenti e ricercatori universitari preda delle meschinità più oscure. Studenti che vagano come spettri svuotati, spinti dal nulla o, nel migliore dei casi, dalla violenza gratuita. Uomini politici che rappresentano un'Italietta senza rimedio. In una università di provincia che, come una cattedrale costruita nel deserto, si staglia al di sopra di una cittadina dalla quale non proviene nessuna voce, nessuna vitalità. Su tutto e tutti regna un rettore/dittatore; sorta di carognesco ritratto di autocrate da basso impero ravennate. Lui stesso non immune da un male che lo sta uccidendo lentamente, mentre si odono gli echi, apparentemente lontani e tuttavia sempre più vicini, di un complotto a livello nazionale che si sta sviluppando con una serie di misteriosi omicidi di rettori e docenti universitari. Claudio Morandini ha saputo descrivere un universo dickiano, un universo che collassa e cade a pezzi. Un universo che si staglia come paradigma ammonitore di una preoccupante deriva sociale. Speriamo rimanga almeno qualcuno in grado di poter lanciare l'ubikiano grido d'allarme: “Io sono vivo, voi siete morti".
Un libro.
Il sangue del tiranno, di Claudio Morandini (Agenzia X).
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