martedì 15 febbraio 2011

Avrei voluto parlare con Nick Hornby

Io quella sera lì, avrei tanto voluto parlare con Nick Hornby. E se ci avessi potuto parlare gli avrei chiesto un sacco di cose, magari sugli Ultravox o su Marvin Gaye o anche sui Clash. Ma quella sera lì doveva essere una sera dell'Epifania, una sera così sfigata che non c'era in giro nemmeno la befana. E sono quelle sere lì quelle che finisci a berti una birra con un paio di amici che almeno uno dei due la morosa lo ha appena mollato. E sono quelle sere lì che i locali sono più vuoti del solito e il minimo che ti può capitare è che ti viene un gran magone e che il magone ti viene così, d'ufficio, mica perché pensi all'amico che è stato appena mollato dalla morosa.
E in quel locale lì, proprio quella sera lì, di fianco a noi era seduto Max Pezzali. E Max Pezzali rideva e scherzava e non aveva proprio l'aria di avere il magone. In più stava descrivendo una parte della provincia dove abita (che è la parte dove abito io) e stava dicendo che gli sembrava peggio della Louisiana e che c'erano dei paesi dove si aspettava di vedere qualcuno che suonasse il banjo seduto sulla porta di casa.
Anni dopo ho letto un libro di Gabriele Dadati che si intitolava Quando saremo veri. E mi son detto che era il libro che mi sarebbe servito proprio quella sera lì.
Proprio quella sera lì che avrei tanto voluto parlare con Nick Hornby.

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